Chronicle | Traffico a Bolzano

"Arriva il ticket"

Caramaschi avverte i pendolari: "Viale Druso non è il problema. Si utilizzi il mezzo pubblico, altrimenti adotteremo misure drastiche". Alla Provincia: "Subito le opere".
Caramaschi
Foto: Salto.bz

salto.bz: sindaco, nei giorni scorsi per una combinazione di fattori, vedi pioggia, turisti in arrivo e incidenti sull’A22, Bolzano si è di nuovo bloccata e il “tappo” è risultato viale Druso. Come se ne esce, solo con il divieto per i diesel euro 3, fra l'altro rinviato?

Renzo Caramaschi: è uno dei primi passi che adotteremo. Si tratta del provvedimento anti-inquinamento che riguarderà i diesel euro 3 che sono il 17% del parco circolante in tutta la provincia. Scatterà dal primo luglio 2019 per i veicoli privati e dal primo gennaio 2020 per quelli commerciali e delle aziende di trasporto. Il divieto sarà a fasce orarie e interesserà tutte le vie cittadine.

Ma è sufficiente?​

Certo che no. Incontrerò l’assessore provinciale Mussner e i sindaci di Caldaro e Appiano e dato che per combattere l’inquinamento bisogna diminuire il traffico arriveremo a parlare di soluzioni più drastiche per i pendolari. Ho parlato con un funzionario del Comune che abita a Caldaro, con il mezzo pubblico ci mette 34 minuti, col mezzo privato 48 ma gli costa 10 volte tanto. Quelli che hanno il posto fisso, che non sono artigiani e via dicendo, si devono convincere a utilizzare il mezzo pubblico. Non c’è alternativa. In tutte le città moderne si fa così. Ora c’è questo piano di lungo respiro che stiamo definendo con la Provincia: la città era ferma, siamo in ritardo di vent’anni. A Bressanone e Brunico hanno fatto gli investimenti e la coda c’è lo stesso, quando ci sono i turisti.

Il primo provvedimento sarà il divieto per i diesel euro 3: dal primo luglio 2019 per le auto private e dal 2020 per le aziende. Con Mussner e i sindaci di Caldaro e Appiano parleremo di misure più drastiche per i pendolari, se non cambieranno le proprie abitudini

 

 

Nei giorni scorsi però si è fermata la città. Con epicentro proprio la via dove sono collocate le corsie preferenziali.

Ho la foto dell’ottobre scorso e la situazione è la stessa, non è colpa delle corsie del metrobus che hanno occupato solo una sede diversa della carreggiata. Se è come l’altro giorno, in una situazione combinata in cui piove ed è pieno di turisti, ci sono incidenti nell’A22 in galleria e vengono fuori i turisti a Bolzano sud, ancora si verificano nella galleria del Virgolo e in generale tutti si muovono in macchina perché piove, allora il risultato è questo. Io ho fatto i conti: 15.000 automezzi in entrata ogni giorno da Caldaro e Appiano. Sono 75 chilometri di veicoli in colonna. Se tutti decidessero di partire nello stesso istante non basterebbe andare fino a Trento. I bolzanini invece usano al 30% il mezzo pubblico, al 30% la bici e solo al 30% l’auto privata.

Con la pioggia, i turisti in entrata in città, gli incidenti in A22 e al Virgolo è chiaro che la città si blocca. Abbiamo 15.000 automezzi in entrata ogni giorno da sud, sono 75 chilometri di veicoli in fila, non basterebbe andare fino a Trento. O i pendolari accettano di utilizzare di più i mezzi pubblici oppure interverremo con il ticket

 

 

Bolzanini virtuosi, pendolari no, non è un po’ semplicistico?

Io vorrei che le stesse percentuali venissero adottate anche dai pendolari. Inutile illudersi che la strettoia del ponte Druso sia il problema, non è cambiato nulla. Bolzano è una città assediata dalle auto. I pendolari devono mettersi in testa di cambiare modalità di spostamento. 

La Provincia ha investito in tutti questi anni solo nella viabilità della periferia e ora ne paghiamo le conseguenze. Incontrerò i vertici provinciali e voglio i soldi e le firme sugli accordi, per via Einstein, il ponte sull'Isarco la galleria di monte Tondo. Se la viabilità rimarrà bloccata sarà colpa loro, tutta l'economia altoatesina sta soffrendo

Provvedimenti drastici in arrivo dunque, se non cambieranno le abitudini?

Se, ripeto, non cambieranno le abitudini penseremo a soluzioni come il ticket a pagamento per i non residenti. È una cura palliativa, non risolve il problema, che invece si risolve con le infrastrutture. Le opere però non sono state progettate, concordate ed eseguite in questi anni e ora ne paghiamo le conseguenze. La Provincia ha investito per vent’anni in tutta la periferia. Basti pensare che il prossimo martedì arriverà il progetto per la variante di Foresta, 160 milioni. E Bolzano?

Già Bolzano. Oggi è previsto un incontro tecnico a Palazzo Widmann: come sindaco quando conta di ottenere nel concreto i soldi e le firme sugli accordi?

In due anni di mandato sono riuscito a mettere in moto i progetti, la collaborazione con la Provincia, per interventi come via Einstein, il ponte sull’Isarco, la galleria di monte Tondo. Adesso vado a battagliare in questi giorni: dirò che firmo un accordo di protocollo incisivo con delibere, altrimenti niente. Ma se Bolzano rimane bloccata la responsabilità è della Provincia. Il Comune non ha i soldi per quelle opere, è così anche per gli altri municipi. Mi preme sottolineare una cosa: dei problemi alla viabilità ne risente tutta l’economia dell’Alto Adige. Questo la Provincia deve averlo chiaro in mente.