Un diversamente abile a scuola
Sto provando ad immaginami un alunno/una alunna diversamente abile dover affrontare, giorno dopo giorno, le mille barriere che la maggioranza delle scuole pubbliche della nostra provincia gli/le offrono. Una situazione da Guinness dei primati, come se non gli/le bastasse aver già dovuto affrontare altrettante peripezie prima di giungere nel luogo deputato alla sua formazione culturale. Tanto per cominciare per un/una diversamente abile le difficoltà, insormontabili, iniziano nel momento in cui si trova di fronte all'ingresso dell'istituto al quale è iscritto, nella maggioranza dei casi, purtroppo, non vi sono rampe di accesso, o se vi sono non sempre, per non dire quasi mai, sono adatte a far si che lui o lei possano affrontare in tutta tranquillità ed autonomia, a causa della pendenza. Altro grosso problema è lo spazio delle aule. Consideriamo che, quasi sempre, a causa del numero di alunni iscritti, i dirigenti sono costretti a fare dei veri e propri salti mortali per ricavare il maggior numero di aule possibili. Immaginatevi un alunno in sedia a rotelle a doversi muovere per spazi che definire angusti è troppo poco. Ultimo, ma non per ultimo, le difficoltà che un/una diversamente abile deve affrontare in palestra. Queste sono soltanto alcune delle difficoltà che non pesano affatto su una persona normodotata, ma che sono assolutamente ingiuste, per un disabile. Ricordiamoci che anche lui/lei sono alunni con gli stessi doveri ma soprattutto con gli stessi diritti.
Anche per questo motivo
Anche per questo motivo sostengo che escludere bambini e ragazzi per qualsiasi motivazione dalle scuole porta necessariamente altre a sovraccaricarsi e ad avere spazi troppo piccoli e aule pollaio. Emblematico il caso delle scuole ex Pascoli, ampie e spaziose, inutilizzate da anni, che verranno abbattute. Invece di fare i nostri interessi, dovremmo pensare a alunni e insegnanti anche disabili.