Chronicle | Aus dem Blog von: Umberto Gangi

Ho chiuso gli occhi...

...ed ho provato ad immaginare
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Ho chiuso gli occhi ed ho provato ad immaginare. 

Ho provato ad immaginare di essere stanco e in preda a brividi di freddo. 
Ho provato ad immaginare di cadere in acqua e di sentire il freddo divenire di colpo liquido, tagliente, asfissiante. 
Ho immaginato il buio e lo sgomento. 
Ho immaginato i movimenti convulsi per cercare di stare a galla. 
Ho immaginato il sapore del sale e del gasolio. 
Ho immaginato l'acqua che comincia ad entrare in bocca, e la difficoltà crescente a buttarla fuori. 
Ho immaginato di gridare, a fatica, coi polmoni rappresi per il freddo. 
Ho immaginato il respiro corto. 
Ho immaginato la voce divenire sempre più flebile. 
Ho immaginato di sentire le forze venir meno. 
Ho immaginato di avere voglia di lasciar vincere la morte. 
Ho immaginato di mettere la testa giù e di essere spinto fuori dal panico. 
Ho immaginato di non riuscire quasi più a muovermi. 
Ho immaginato di vedere in lontananza i soccorritori. 
Ho immaginato di raccogliere le ultime forze per tendere le braccia verso uno di loro. 
Ho immaginato di non farcela, di scivolare dalla presa delle sue mani e di andare a fondo, guardandolo ancora negli occhi. 

Non ce l'ho fatta ad immaginare altro. 
Ho riaperto gli occhi. 
Il freddo non se n'è andato. 
Parte della mia autostima sì.