Politics | Wir und unsere Nachbarn

Erneuerer Arno goes Suramunt

Ich konnte nicht einmal recherchieren, wann und wo er das gesagt haben soll, aber glaubt man der italienischen Presse, hat unser designierter Landeshauptmann Arno Kompatscher mit einem kleinen Satz «Sono favorevole al trasferimento di Cortina all’Alto Adige per il solo fatto che lì c’è la nostra stessa minoranza culturale» in ein richtiges Wespennest gestochen und somit einen wohl ungewollten Jump Start in die Tiefen unserer nachbarlichen Beziehungen hingelegt.

Ob Kompatscher gut daran tat, dieses heiße Eisen medial anzugehen, noch bevor er zum Landeshauptmann nominiert worden ist, noch bevor es sich mit dem Nordtiroler Kollegen und dem Trentiner Ebenfalls-Neuling abgestimmt hatte, noch bevor er sich mit den Bürgermeistern von Fodom, Col und Anpezo ausgetauscht hatte, noch bevor er Vertreter Bellunos und Veneziens konsultiert hatte? Aber immerhin, er sendet eine Botschaft aus, dass das erneuerte Südtirol wüsste, was es wollte. Ein kurzer Blick durch den Blätterwald zeigt die interessantesten Reaktionen:

Die Präsidentin der Union de i Ladis de Anpezo,  Elsa Zardini, hat sich sofort gefreut und ortet das Problem nicht in Bozen, nicht in Belluno, nicht in Venedig, sondern in Rom:

«Ho accolto con piacere e senza stupore le parole del nuovo presidente dell’Alto Adige che ribadisce la volontà altoatesina di unificare il popolo Ladino. La questione che vede noi Ladini dal 2007 attendere che la volontà espressa democraticamente dal nostro referendum si concretizzi a mio avviso non sta né nella volontà altoatesina di accoglierci né nella volontà o non volontà della Regione Veneto di lasciarci andare. La questione parte da Roma. La domanda da porsi è: come fa il Governo a rinunciare ad un comune come Cortina a cui spilla milioni i euro ogni anno, che se andasse in Alto Adige, non verserebbe più? Io credo che sia lo Stato centrale che non vuole permettere l'annessione.»

Cortinas Vizebürgermeister, Enrico Pompanin, ist das alles noch suspekt und nichtwissend wie die Sache ausgehen wird, will er es sich weder mit Bellunesern noch den Venzianern verscherzen:  

«Non appena Kompatscher s’insedierà, gli solleciterò un incontro per ringraziarlo di questa disponibilità e per chiedergli di fare i passi necessari affinché il dopo-referendum finalmente si sblocchi in Parlamento. Anche se io mi sento bellunese e veneto, per cui andrò a votare per le Provinciali, la prossima primavera, insieme ai miei concittadini».

Der Sekretär der Bellunesischen Lega Nord Diego Vello äußerte sich laut GoInfo vorsichtig optimistisch, dass Kompatscher auch anderes zum Dialog zwischen den Provinzen beizutragen hätte: 

«Il rispetto della volontà popolare è sacrosanto e l'esito del referendum è insindacabile. Perciò accolgo con favorevole coerenza le parole del neo presidente Sudtirolese Kompatscher, pronto ad accogliere Cortina d'Ampezzo in territorio di Bolzano, considerando pure l'identità tirolese della stessa comunità. Mi auguro che possa aprire un ulteriore fronte di dialogo con tutto il bellunese e che il neo presidente inizi a collaborare su progetti di area che interessino anche il territorio veneto. Sarebbe da sciocchi non considerare Bolzano come Trento partner politici ed economici su questioni che interessano oggettivamente un'area montana simile che oggi più di ieri necessità di strategie comuni.»

Sergio Reolon, immerhin ehemaliger Präsident der Provinz Belluno und jetziger Vertreter der PD im Venezianischen Regionalrat, beharrt auf alten, bekannten Positionen:

«Cortina non può staccarsi dal Veneto ma se Kompatscher volesse andare a Roma con noi rappresentanti del Bellunese credo che si potrebbe discutere di una Regione dolomitica che comprenda tre Province autonome: Trento, Bolzano e appunto Belluno.»

 «Kompatscher non ha detto novità rispetto a Durnwalder, ma è partito col piede sbagliato: poteva avere pazienza, ascoltare i bellunesi e i veneti, magari per cambiare strada rispetto a quella percorsa da Durny per ben 25 anni».

«O tutti o nessuno, perché non costituire la regione alpina tra Belluno, Trento e Bolzano?».

Der Legist Matteo Toscani, ehemaliger Bürgermeister von Val im Cadore und jetzt Regionalrat Veneziens, formuliert es diplomatischer, meint aber wohl dasselbe:

«Kompatscher mostra attenzione verso i ladini ma deve avere la stessa attenzione per tutto il Bellunese.»

Am lautesten äußerte sich wie immer unser Venezianischer Chefsezessionist, Luca Zaia, der von Landesinteressen getrieben, ziemlich zentralistische Töne von sich gibt:

«È facile fare i fighi con l’autonomia che ha l’Alto Adige. Nessuno vorrebbe andarsene dal Veneto se avessimo anche solo la metà di quell’autonomia: Kompatscher ha esordito male, questa è mancanza di rispetto».

 «Se Kompatscher insisterà, anche dopo l’euforia per il risultato elettorale, saremo noi a sollecitare l’integrazione dell’intero Veneto in Trentino Alto Adige.»

«Quella del neopresidente è un’inutile provocazione, inutile perché Kompatscher non si è ancora insediato. La sua è una forzatura incomprensibile. Un amministratore eletto da poche ore, fa solo il bullo se dà dimostrazione di prove muscolari che nessuno gli impone».

Umso verwunderlicher die Reaktion vom Feltriner Dario Bond (Pdl), dem die Belluneser Autonomisten stetig Untätigkeit, Kontraproduktivität und Referendumsgegnerschaft vorwerfen. Laut ihm mögen die drei Ladiner Gemeinden nicht nur Provinz, sondern folgerichtig auch gleich die Diözese wechseln:

«Chi conosce la storia non può essere che d’accordo con Arno Kompatscher». 

«L’amico Luca mi sorprende con questa nuova posizione. Io l’ho sempre conosciuto come un fautore della secessione, sia di Cortina che di Sappada. Vorrò capire…».

 Federico Caner (Lega Nord), Regionalrat aus Treviso, gibt sich dazu nur süffisant:  

«Accolgo con piacere le parole del collega Bond in merito alla secessione di Cortina. Ed anzi, considerata la nuova posizione del capogruppo Pdl sul tema, sarà mia cura riportare quanto prima in Commissione e in aula la questione del referendum per l’indipendenza del Veneto (pdl 342). Se serve lo farò anche con un Consiglio straordinario, che obblighi i colleghi a non rinviare più ma a votare finalmente pro o contro l’indizione della consultazione».

«Per la Lega l’autodeterminazione dei popoli è sempre stato un valore primario – dichiara -, e questo va esteso a tutte le comunità per metterle nella condizione di decidere sul loro futuro. Ciò vale per Cortina ma anche per l’intero popolo veneto, nel rispetto di quelle decine di Consigli comunali che hanno appoggiato il referendum e di tutti quei cittadini che ci hanno chiesto di pronunciarci sul pdl 342».

Interessant ist auch zu beobachten, dass der BARD sich zu Kompatschers Sager bis dato noch nicht geäußert hat. Genau so wenig hat die BARD-nahe Bellunopress darüber berichtet.

Arno Kompatscher legt Tempo vor. Tempo das Not tut. Viel zu viel tut sich in unserem Umfeld, ohne dass wir es aktiv diskutieren. Es gibt zu diesen Themen keinen Landeskonsens. Wie auch, es ist ja bei uns kein mediales Thema. Kompatscher sollte sich bewusst sein, wie existenziell der Überlebenskampf der Bellunesen bereits geführt wird. Er muss Farbe bekennen. Suramunt, Belluno oder Venedig. Jetzt ist Kompatschers diplomatisches Geschick gefordert, sonst können wir einen Freund nur zum Preis von zwei Feinden gewinnen. Es braucht bilateralen Dialog keine medialen Messaggi, sonst geraten wir unter die Räder.

Ich kann Arno Kompatscher nur bitten, schnellstmöglich und gemeinsam mit Ugo Rossi und Günter Platter den BARD zu konsultieren und den ganzen Diskurs wieder auf eine vernünftige und konstruktive Ebene zu heben. Erneuerung eben!