Politics | Attriti

Renzi, l’apprendista stregone

Intervista a Christian Troger della UIL sullo scontro fra il premier e i sindacati. “Renzi non può ignorarci per sempre”.

È una frattura profonda quella fra Matteo Renzi e i sindacati che ultimamente sembrano comunicare solo a colpi di velenose recriminazioni e vicendevole discredito buoni solo a rinforzare il perimetro del fortino in cui ognuno sembra essersi rinchiuso; una politica imbottita di propaganda ridotta a marketing da una parte, i rappresentanti del popolo trattati come un’appendice secondaria di loro stessi dall’altra.

Troger, Renzi ha detto a Brescia, in occasione dell'assemblea annuale degli industriali della provincia lombarda, che i sindacati “sfruttano il dolore dei lavoratori per attaccarci”, è la solita mossa “acchiappa-consensi”?
È il massimo livello di cinismo che un presidente possa raggiungere, è scandaloso che uno che si reputa di centrosinistra non tenga conto delle grandi confederazioni, CGIL, CISL e UIL che, per inciso, rappresentano più di 11 milioni di cittadini lavoratori e lavoratrici dipendenti e pensionati. La smetta di fare l’apprendista stregone con le sue proposte insostenibili e ci ascolti, finalmente.

Si ammoniscono i confederali ma poco si dice sugli errori della finanza e delle imprese.
È così, la nostra curva di tassazione continua ad aumentare mentre quella delle imprese si abbatte sempre di più. Prendiamo anche la questione degli 80 euro per la riduzione del carico fiscale dei redditi medio-bassi per il lavoro dipendente, il sindacato aveva chiesto di allargarla con gli stessi criteri anche ai pensionati ed è stato ignorato. Neppure l’incontro con i ministri ha risolto nulla, Renzi non si è fatto vivo e loro non avevano alcuna autorizzazione a valutare le proposte sindacali avanzate, un teatro dell’assurdo, insomma.

Che idea si è fatto, l’obiettivo del premier è quello di isolare i sindacati, togliere loro il potere, destrutturarne la componente ideologica?
Sembrerebbe proprio di sì, come si può in un momento come questo di grave difficoltà, dovuta a un enorme indebitamento, non considerare la società civile organizzata? Si sta cavalcando un’onda populista senza limiti, è inaccettabile.

Inaccettabile sembra essere anche questa proposta di inserire il TFR in busta paga bocciata da Bankitalia per le gravi ripercussioni che avrebbe sul fronte pensionistico.
Esatto, in questo modo di fatto i lavoratori e le lavoratrici pagherebbero più tasse e quindi sarebbe solo un vantaggio per lo Stato. Non solo, si distruggerebbe anche tutto il capitolo sulla previdenza integrativa soprattutto per quanto riguarda i giovani; abbiamo spiegato loro per un decennio che devono veder accantonare il TFR per avere garanzie di una situazione economica tollerabile durante la terza età, e ora se ne vengon fuori con questa brillante idea?

Brillante come quella del taglio di 150 milioni ai patronati, che inevitabilmente si tradurrà in una minore tutela nei confronti dei cittadini.
Una boutade. Rischiamo di dover licenziare fino a 9mila persone, inaudito. Ci sarà a tal proposito un presidio di protesta questo giovedì davanti al Commissariato di governo, la questione è stata affrontata anche dai parlamentari a livello locale. Considerando questa politica autoritaria c’è il rischio che sulla proposta governativa il parlamento stesso venga esautorato, praticamente stiamo arrivando a una mezza dittatura, qui.

C’è anche un’autocritica da fare da parte dei sindacati che forse non hanno creato le contromisure necessarie per fronteggiare questo calo vertiginoso dell’occupazione?
Assolutamente, anch’io sono amareggiato del fatto che le tre sigle confederali non riescano a prendere posizioni unitarie su alcune questioni, per esempio sulla tutela contro i licenziamenti, cosa che indebolisce il movimento sindacale e gli fa perdere di credibilità. Se non restiamo compatti saremo tutti quanti dei perdenti.

Proprio da un’indagine della UIL sembra che in Alto Adige siano aumentati i posti di lavoro e sia diminuita la cassa integrazione, è un segno concreto di ripresa?
Qualcosa si muove ma sarebbe opportuno valutare anche la qualità dell’occupazione. Da noi il settore agricolo e quello del turismo si basa quasi esclusivamente sul lavoro temporaneo, e in generale ci sono troppe possibilità di sfruttare unilateralmente questa precarietà che dà pochissime garanzie di reddito e occupazione, come il lavoro a chiamata che all’interno del ragionamento sul Jobs act noi, come sindacato, abbiamo chiesto di abolire.

La deriva di aziende affermate come l’Euronics e la Memc non è certo incoraggiante.
Purtroppo c’è un’insufficienza competitiva, la globalizzazione ha portato una forte differenziazione dei costi del lavoro che ha messo in ginocchio non poche imprese, nel caso della Memc, appunto, le prospettive sarebbero del tutto positive e futuribili per un discorso di sostenibilità ambientale attraverso l’utilizzo e il potenziamento delle energie alternative, ma la situazione al momento rimane molto critica.

Che forma ha la crisi nella Provincia?
Uno dei problemi maggiori è il costo della vita unito a quello degli affitti che è gravemente sproporzionato rispetto a quello che le persone guadagnano concretamente. Per quanto riguarda la questione degli alloggi in Austria è considerato critico l’affitto che supera il 25% del reddito, mentre da noi si è ormai arrivati al 50-60%. Sulla politica dell’abitazione abbiamo chiesto al presidente Kompatscher di agire per abbattere questi costi da capogiro. L’intervento più ragionevole sarebbe quello di investire sugli alloggi sociali, così anche gli speculatori sarebbero finalmente obbligati a ridimensionare i prezzi. Su questo tema abbiamo criticato il presidente della Provincia perché nel prossimo bilancio sembrerebbe prevista una forte riduzione delle dotazioni nell’edilizia sociale. Eppure si potrebbe prendere spunto da altre realtà come quella dell’"edilizia rossa" a Vienna, dove nel secolo scorso il governo socialista aveva investito il 50% delle sue risorse nelle abitazioni sociali riuscendo a scongiurare drasticamente la speculazione sugli alloggi. Bisognerebbe fare tesoro di esperienze storiche positive come queste.