Society | Più ricchi, più poveri.

Un dilemma irrisolto

Il feticcio del reddito condiziona il nostro Stato Sociale. Giusto così?
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“Riconosciamole almeno 100 euro mensili di aumento di paga, se li merita tutti, dice il direttore della piccola azienda riferendosi ad una dipendente brava e volonterosa”. “D’accordo”, dice il Consiglio di amministrazione, senza rendersi conto che, a causa di quei 100 euro di aumento, la dipendente perde gli “80 euro di Renzi” perchè va a superare il relativo limite di reddito. Più o meno guadagnerà come prima. Il mondo del lavoro altoatesino è costellato di questi casi. Guadagnare di più lavorando vuol dire spesso perdere diritti a prestazioni dello Stato Sociale. Figurarsi in provincia di Bolzano dove la vita dei cittadini è disseminata di interventi sociali anche generosi, ma condizionati al reddito dei richiedenti.

Dall’asilo nido all’università, dall’assistenza alle tasse scolastiche, dal ticket sanitario all’edilizia agevolata, tutto è correlato ai limiti di reddito. Superarli, come succede normalmente alle coppie con due redditi, significa essere esclusi quasi totalmente dalle prestazioni sociali della Provincia e dello Stato. Ma allora conviene lavorare di più, qualificarsi, progredire professionalmente ed aumentare il proprio reddito da lavoro? Pare di no, se tanti altoatesini sono tentati di ridurre o contenere una parte delle retribuzioni familiari per “stare sotto i limiti” previsti in questa o quella legge. Se il nostro Stato Sociale funziona da disincentivo all’impegno ed al merito all’interno del mondo del lavoro, allora veramente c’è qualcosa che non va.
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