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I terremoti cambiano le città

Lisbona 1755, San Francisco 1906, Kantō – Tokyo 1923. Come imparare da queste esperienze, come costruire in modo antisismico?
San Francisco
Foto: Salto.bz

Primo novembre 1755, giorno di Ognissanti, dì di festa nella potente e cattolica capitale portoghese. I fedeli raccolti nella cattedrale, in piazza arde un rogo della Santa Inquisizione. All'improvviso una violenta scossa, la cattedrale crolla, gran parte della città vecchia cade a pezzi, con essa implodono la fede incondizionata nel Signore, le superstizioni dell'Inquisizione. Diciotto aprile 1906, all'alba un devastante terremoto sconvolge la baia di San Francisco. Come a Lisbona, centocinquant'anni prima, dopo il terremoto un incendio distrugge la città riducendo in cenere macerie ed edifici rimasti illesi. Primo settembre 1923, l'area del Kantō in Giappone è investita da un forte terremoto che distrugge Tokyo e Yokohama. Analogamente ai due casi precedenti al sisma segue un violentissimo incendio la cui potenza devastatrice costerà la vita a decine di migliaia di persone.

Sebastião José de Carvalho e Melo, noto come Marchese di Pombal, de facto capo del governo portoghese fino al 1777, con il suo approccio scientifico fu artefice della ricostruzione di Lisbona. La Baixa, città bassa, fu riprogettata con strade ampie, numerose piazze, che rappresentano luoghi aperti e sicuri in caso di sisma, gli edifici neoclassici non superano i quattro piani di altezza. Il marchese dispose anche una sorta di prova di sollecitazione, fece marciare i sodati davanti agli edifici di nuova costruzione per verificare se fossero in grado di resistere alle vibrazioni. San Francisco si preparava a ospitare l'Esposizione internazionale Panama-Pacifico prevista per il 1915. Di conseguenza la ricostruzione fu meno lungimirante, intelligente, perché dettata dalla fretta. Si stima che tutt'oggi una buona parte degli edifici ricostruiti dopo il terremoto non resisterebbe a un sisma di magnitudo analoga. Tuttavia il devastante incendio che seguì il terremoto lasciò il segno tra gli abitanti, per questo motivo ogni edificio multipiano fu dotato di un impianto idrante e di scale antincendio. A Tokyo, per volontà dello statista Goto Shinpei, saranno introdotti quei principi già visti nella ricostruzione pombalina di Lisbona. Purtroppo la città subirà ingenti danni durante la seconda guerra mondiale, sarà quindi ricostruita varie volte fino ad assumere la conformazione attuale di moderna metropoli in grado di resistere a sismi di forte entità come dimostrato nel 2011.

Ricostruzione intelligente in Italia

La normativa italiana distingue tra classificazione sismica, che determina la probabilità che un comune sia soggetto a un evento sismico, e normativa antisismica che regola come costruire in modo che gli edifici non crollino. Dal 2002, dopo il terremoto in Puglia e Molise, l'intero territorio nazionale è catalogato in quattro aree di pericolosità sismica. Notiamo che il Friuli, gran parte dell'Appennino e della Sicilia sono le aree maggiormente a rischio. Storicamente la ricostruzione più saggia è stata fatta a seguito del terremoto che colpì il Friuli nel 1976, furono catalogate le pietre dei borghi storici crollati per poi ricostruirli nel rispetto dei principi antisismici. La costruzione delle new town aquilane volute dal governo Berlusconi, invece, ha determinato ingenti spese e un fortissimo ritardo nella ricostruzione della città dell'Aquila.

Perché un terremoto fa crollare gli edifici?

Semplificando gli edifici sono costruiti per sopportare carichi verticali, dall'alto verso il basso, ossia  normalmente le costruzioni sopportano il peso proprio e quello di tetti e solai. L'insieme di questi pesi è sostenuto da muri e pilastri, le strutture verticali, e trasferito al terreno tramite le fondazioni. Un sisma rappresenta sollecitazioni orizzontali, in sostanza è come se la costruzione fosse sottoposta a pesi immaginari, detti spinte, da destra verso sinistra. In tal caso, se non debitamente collegate, murature e strutture orizzontali si distaccano e crollano, inoltre le strutture murarie in mattoni o muratura tradizionale tendono a disgregarsi e i pilastri non debitamente rinforzati a cedere.

 

Come si costruisce in modo antisismico?

Per gli edifici di nuova costruzione basta seguire le norme previste per la zona in cui sorgerà l'edificio. Le strutture in acciaio o in calcestruzzo armato (CA, comunemente chiamato cemento armato) se adeguatamente dimensionate sono in grado di resistere ai sismi, anche quelli più forti, come dimostrato dall'esperienza giapponese. Purtroppo in Italia durante il boom economico sono stati costruiti molti edifici in CA di scarsa qualità e con poco acciaio. Per anni inoltre sono stati edificati tetti in calcestruzzo armato, strutture pesanti che, se sollecitate da un sisma, tendono a fare cedere le strutture verticali. La pratica costruttiva più aggiornata prevede strutture orizzontali e tetti in legno, perché più leggeri e maggiormente flessibili. Il patrimonio edilizio storico italiano è parte fondante della ricchezza culturale e artistica della penisola è però contraddistinto da una fragilità intrinseca, perché le murature storiche non sono adatte a sopportare forti sismi. Anche in questi casi gli interventi sono semplici e, anche se onerosi, a lungo termine più convenienti delle ricorrenti ricostruzioni post sisma e, cosa ancor più importante, si annullerebbe o perlomeno ridurrebbe il numero delle vittime causate dai crolli. Gli interventi più urgenti sono l'introduzione di catene di acciaio che tengono insieme le murature, in sostanza le legano quando il sisma fa ballare l'edificio da destra a sinistra. Il secondo intervento consisterebbe nel collegare meglio tra loro le strutture orizzontali e quelle verticali. Il terzo sarebbe infine quello di rinforzare le strutture verticali, dove necessario, per consentire di sopportare le spinte causate dal sisma. In conclusione  sarebbe auspicabile informare la popolazione della aree interessate che si tratta di interventi da fare subito prima di qualunque intervento estetico sugli edifici. Ricostruire è importante, prevenire lo è ancora di più.