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Manifesto sine doctrina

In  "Filomena - Boccaccio Reloaded" otto scrittori e scrittrici commentano la situazione attuale, evidenziando gli squilibri e le ingiustizie che la crisi ha esasperato.
Boccaccio1
Foto: Gregor Khuen Belasi

di Roberta Dapunt

Scriveva Boccaccio e Pampinea diceva:  

“Donne mie care, voi potete, cosí come io, molte volte avere udito che a niuna persona fa ingiuria chi onestamente usa la sua ragione. Natural ragione è, di ciascun che ci nasce, la sua vita, quanto può, aiutare e conservare e difendere: e concedesi questo, tanto che alcuna volta è giá addivenuto che, per guardar quella, senza colpa alcuna si sono uccisi degli uomini. E se questo concedono le leggi, nelle sollecitudini delle quali è il ben vivere d’ogni mortale, quanto maggiormente, senza offesa d’alcuno, è a noi ed a qualunque altro onesto alla conservazione della nostra vita prendere quegli rimedi che noi possiamo!”  

 

Giustizia, il tuo nome non è donna.
È femminilità da dizionario, che afferma di essere virtù
per la quale si riconoscono e si rispettano i diritti altrui.
Altrui, nemmeno altrui è donna. Altrui è un richiamo lontano,
una dissolvenza della verità, l’autorità di una classificazione.
È senza nome, a volte, solo a volte è madre, figlia, moglie, amante.
E Pampinea ordina di servire buon cibo su tovaglie bianche,
e vino finissimo, i bicchieri d’argento e i fiori di ginestra.  

E allora condanna tu questa donna, siano cubitali le tue parole:
colei che non è giusta, colei che non segue la tua morale.
Va corretta, questa donna va corretta!
Urlale addosso i titoli ingiuriosi, qualificala.
Tanto nella tradizione retorica quanto nella pratica linguistica,
dille puttana, offendila, richiamala a quella natural ragione
che tu sai è talmente giusta che va difesa.
Per questo sarai giustificato, poiché conforme ad una legge
e dirai che hai radici nel vero e Dio è immensamente giusto!
E se sarà vendetta non importa, insieme
continueremo a chiamarla moralità pubblica.  

Saremo in tanti, in tanti approveremo.
Sia questo uomo l’educazione e la denuncia,
garantisca lui la purezza, condanni il fascino,  
la seduzione e la tentazione. Il peccato
contro la santità del corpo. Contro la santità del corpo
che va lavato. Purificato. Che va nascosto.
Vietato, disciplinato.  

Disciplinato corpo,
poiché questo è giusto, poiché questo è legittimo.

Giustizia, il tuo nome non è donna.  

Abuso di autorità è donna, violenza psicologica.
Picchiare è donna, offesa e oltraggio.
Molestia è donna, ricatto sessuale.
Stupro è donna, gelosia ed ossessività.
Prostituzione è donna, svalutazione.
Schiavitù è donna, sottomissione
alle norme sociali, a quelle tradizionali.
Infibulazione è donna.  
La gravidanza indesiderata, la sposa bambina.
È donna la superstizione,
il femminicidio è donna.  

In nome della giustizia, tu che condanni questa donna
alla dimenticanza, al silenzio, all’indifferenza.
Io giro la spada che impugni, la volgo, la punto al tuo cuore,
ferisco. E depongo sulla tua bilancia la dignità da una parte,
dall’altra la tua verità, sarà l’unico peso.  

E vedrai. E vedremo.
Non ci sarà simmetria, non sarà equilibrio.
Nessuna equità.
Nessuna, nessuna equità.