50/50 Conciliamo insieme?

Che cos'è la conciliazione famiglia lavoro? E' un tema da declinare solo al femminile? O merita anche l'attenzione dei compagni di vita, dei mariti, dei padri? L'Italia, ma soprattutto l'Alto Adige-Südtirol è una realtà in grado di cambiare la cultura della conciliazione?
Note: This article is a community contribution and does not necessarily reflect the opinion of the salto.bz editorial team.

Una ricerca finanziata dal FSE nell'ambito del progetto anno 2013, obiettivo 2, fasc. n. 2/4/2013, sul reinserimento delle donne espulse dal mercato del lavoro e azioni di gender mainstreaming, traccia un quadro preoccupante sulle donne dell'Alto Adige Südtirol.

Sia quelle che vivono nelle zone rurali, che quelle che vivono nelle zone urbane, soffrono di una "curiosa patologia": L'AUTO ADDOSSAMENTO.

Cosa significa? Che se in Alto Adige - Südtirol, che si viva in un maso o in un appartamento in città, che nasca un bambino o una bambina, o che un anziano/a di famiglia presenti una situazione di non autosufficienza, le donne si fanno carico in maniera automatica del problema e lo risolvono, spesso, uscendo dal mercato del lavoro e facendo fatica a rientrarci una volta che il soggetto della cura, di cura non ne ha più bisogno o perchè è cresciuto o perchè è passato a miglior vita.

Ma la cura cos'è? E' anche affettiva certo! E questa cura affettiva  la possono dare solo le mamme/donne/figlie? O anche i papà/uomini/figli sono in grado di somministrare affetto, emozioni, cura dell'anima e dello spirito alle persone vicine e in situazione di debolezza?

Certo che lo sono! Lo sono nonostante le frasi "non piangere, non sei mica una femminuccia", lo sono nonostante non possano "permettersi" di giocare con le bambole, perchè una pubblicità stereotipata, e la genderizzazione dei giocattoli applicata dall'industria, per vendere di più e meglio, abbia fatto dividere i mattoncini della Lego, da sempre unisex, in scatolette rosa e azzurre.

E così ne esce che in Alto Adige - Südtirol in famiglia si concilia poco al maschile. E' un fatto, non è una colpa maschile. E' cultura, ma è anche politica, una politica che ha favorito assegni di cura, piuttosto che investimenti in servizi di cura.

Sì, perchè mentre la cura affettiva deve essere necessariamente patrimonio familiare, il LAVORO DI CURA, può essere affidato ai servizi. Cambiare un pannolino o un pannolone, cambiare un catetere, sollevare una persona non autosufficiente, non sarebbero propriamente lavori da donna. Sarebbero lavori ANCHE da donna, ma sarebbero soprattutto LAVORI.

Se la politica avesse investito in strutture di servizio, oggi il LAVORO DI CURA sarebbe professionalizzato e professionalizzante, e anche il lavoro domestico delle donne varrebbe di più. Sì perchè il lavoro domestico, quello non pagato, quello non visto, non vale nulla.

Ma la società cambia, le nostre ragazze più laureate rispetto ai loro coetanei maschi, vedono la gravidanza come un intoppo, un problema alla loro realizzazione professionale. 

I nuovi contratti, o i nuovi non-contratti, le partite IVA meno tutelate, portano a dover ripensare la maternità, e la genitorialità. Quanta responsabilità nel lavoro di cura si potrà affidare SOLO alle donne nei prossimi anni? Quanta andrà invece condivisa con il partner?

Cultura, politica, ruolo delle donne nell'opera lirica, imparare a dire di sì a sè stesse, la differenza che fa la differenza, condivisione e non più conciliazione, essere frauenfreundlilch e non solo familienfreundlich, partendo anche dai libri per l'infanzia, non entrare nella trappola della flessibilità...

Di questo e di tanto altro ancora parleremo dalle 14.30 alle 18.30 a Bolzano il 6 maggio nella Sala di Rappresentanza del Comune, a Merano il 7 maggio al Museo delle donne e a Bressanone l'8 maggio nella Vortragssaal dell'Accademia Cusanus.

Presenteremo i dati della ricerca, alla quale come SeNonOraQuando - Es Ist Zeit  abbiamo collaborato e rifletteremo, sperando di essere in molti, e non solo donne, sul futuro del modello familiare dell'Alto Adige Südtirol.

Saranno con noi Cinzia Castiglioni della società di ricerca capo progetto, Eleonora Paparo, formatrice aziendale esperta il leadership femminile, Sara Ventroni, giornalista dell'Unità, scrittrice, esperta in promozione e diffusione della cultura di genere, Loredana Merlin, cantante lirica, Elisa Forcato, arpista, le rappresentanti della Commissione Provinciale Pari Opportunità Franca Toffol e Ulrike Oberhammer, le assessore alle pari opportunità dei tre Comuni, Patrizia Trincanato, Gabriela Strohmer, Elda Letrari, tre rappresentanti sindacali, Tila Mair, Laura Senesi e Silvia Grinzato, insieme a Sissi Prader del Museo delle donne, le donne che si sono lasciate video-intervistare sul loro stato d'animo quando hanno lasciato il lavoro, Manuela Corradini, Sylvia Hofer, Claudia Messner, Michela Carotenuto.

Perchè l'Alto Adige Südtirol diventi un paese per donne! Se Non Ora Quando? Es ist Zeit!