Luisa Marangon e le women in tech
LaNo, il mondo It non è fatto di soli uomini. Non ci sono solo nerd cresciuti nel “monachesimo della formazione” fra istituto tecnico e ingegneria. Nella sala del Tis durante l'Hackathon riusciamo a fermare per un momento il moto perpetuo di Luisa Marangon.
Luisa, 25 anni, è laureanda in comunicazione all'Università di Bolzano ed è al Tis dal 2012, collabora con il centro Free Software Open Technologies.
«Dopo il corso “Women in tech” di Red Oddity sono entrata con uno stage al Tis nel mondo dell'information technology. Il mio compito – racconta – è comunicare i nostri contenuti molto tecnici ad un pubblico più ampio e non specialistico».
Come mai questa netta prevalenza maschile nel mondo del codice?
«Fino a questo momento c'è stato un predominio maschile, ma da qualche tempo c'è sempre più interesse anche delle ragazze verso la programmazione. Forse si immaginano siano cose complicatissime, ma in fondo tutti lo possono fare. Non è così complicato, si trovano facilmente delle soluzioni. Oggi è imprescindibile saper costruire un sito web o fare piccole cose online».
A quanti Hackathon hai partecipato?
«A tutti quelli organizzati finora a Bolzano. Stiamo migliorando molto e siamo “rodati”. Sono dei challenge divertenti che diventano dei punti d'incontro fra sviluppatori di diversi livelli, designer, semplici appassionati. Ci si scambiano idee, ci si mette in gruppo e ognuno fa uscire il meglio di sè».
Nel mondo It le donne occupate quante sono?
«In generale [il 17% in] meno. Negli Stati Uniti cominciano ad essere messe in risalto esperienze interessanti come quelle di “Women of Silicon Valley”. Ci sono anche molte donne d'impresa, ingegneri, fondatrici di aziende di successo. C'è tanta richiesta, soprattutto tra gli sviluppatori, tante donne si possono mettere in gioco».
Tornando ad Hackathon, come avete fatto a tenere svegli i concorrenti?
«A mezzanotte ed alle cinque sono stati organizzati due piccoli giochi con le pistole ed i proiettili di gommapiuma. Devo dire che alle 5 del mattino la mira è stata migliore».