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"L'Autonomia è la strada da percorrere"

In un Festival dell'Economia scandito dalle proteste, l'incontro tra Gelmini, Fugatti e Kompatscher, sui benefici dell'autonomia, in vista della riforma del PNRR.
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Foto: @salto.bz

Al termine di una giornata ricca di eventi, ieri (4 giugno) al Festival dell’Economia di Trento sono andate in scena le proteste. Alcuni manifestanti del gruppo ambientalista Extinction Rebellion sono intervenuti durante un incontro sulla transizione ecologica al Teatro sociale di Trento e, come riporta Il Dolomiti, si sono incollati al palco, mentre altri hanno srotolato uno striscione dalle logge, contenente la scritta “Crisi climatica ed ecologica”, lanciando dei volantini, caduti poi in platea. I contestatori hanno letto anche un comunicato, invitando il Ministro della transizione ecologica, Roberto Cingolani, a rispondere alla loro lettera sulle proposte per un rapido cambio di rotta del governo sui cambiamenti climatici. Un secondo corteo è stato indetto dalla Confederazione Unitaria di Base (Cub) e dal Sindacato di base multicategoriale (Sbm) di Trento (a cui hanno aderito anche i "No green pass" della rete UniAMOci Trentino e il comitato No Tav) contro l'arrivo del ministro delle infrastrutture e dei trasporti Enrico Giovannini, anch'egli ospite del Festival dell'Economia.
Prevista oggi invece la contestazione "No war" indetta dal Centro Sociale Bruno di Trento e dal Coordinamento studentesco, a ridosso della conclusione del Festival, ove le fila verranno tirate assieme al Generale John R. Allen, ex comandante delle Forze NATO e delle Forze militari USA in Afghanistan.

Nel frattempo, si è tenuto nel pomeriggio di ieri l’incontro Autonomie e governi nazionali, durante il quale il Presidente della Provincia Autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, il Presidente della Provincia Autonoma di Bolzano, Arno Kompatscher, La Ministra per gli affari regionali e le autonomie della Repubblica italiana, Mariastella Gelmini hanno dialogato sul futuro delle autonomie, con il contributo dell’editorialista de Il sole 24 ore, Adriana Cerretelli

 

La Ministra ha ricordato lo spirito di proficua collaborazione tra Stato e Regioni: il tempo del centralismo è ormai alle spalle e diventa sempre più importante la condivisione di un percorso, anche alla luce della riforma sull’autonomia differenziata richiesta dal PNRR. Mentre Fugatti si è detto d’accordo, Kompatscher ha fatto notare il rapporto non sempre lineare tra Stato e Regioni, soprattutto durante il periodo pandemico. A prevalere, infatti, è stata spesso la prassi, mentre occorre istituzionalizzare la Conferenza Stato-Regioni, proprio in vista dei prossimi sviluppi legati al PNRR: il timore riguarda l’eventualità di un governo che non riesca a coinvolgere le istituzioni territoriali nell’implementazione del piano. Si considera il centralismo come l’unica possibilità di arrivare ad un risultato rapido e soddisfacente, ma l’esperienza bolzanina, mediante un corretto uso dei fondi europei, ha dimostrato il contrario. Il problema riguarda tutti i ministeri e diventa necessario coinvolgere le Regioni nei momenti propedeutici alla pubblicazione dei bandi: troppo spesso, infatti, ci si scontra con i termini eccessivamente brevi, che vengono prorogati all’ultimo momento, lasciando le amministrazioni nell’incertezza. Kompatscher ha inoltre criticato l’andamento giurisprudenziale della Corte Costituzionale, volto a non considerare correttamente le peculiarità dell’autonomia di Trento e Bolzano, all’interno dell’interpretazione dei limiti sulle competenze, tracciati con la riforma del titolo V del 2001. 

 Kompatscher ha concluso menzionando i valori dell’autonomia, che comprendono anche la responsabilità e la solidarietà

Il discorso si è poi spostato sull’autonomia differenziata e sul modello che le attuali autonomie regionali possono fornire. Fugatti ha sottolineato che la Regione Trentino-Alto Adige resta un’esperienza da replicare, e la Ministra, pur affermando che sarebbe incostituzionale creare nuove regioni a statuto speciale, si è detta pronta ad accogliere gli spunti che questa terra offre, tenendo conto però delle differenze, a volte numerose, tra i vari territori italiani. Tali differenze non devono distogliere dal fornire livelli di prestazioni essenziali unitari in tutto il paese, ma Kompatscher ha ricordato che, nell’individuazione di tali livelli bisogna far prevalere l’analisi delle prestazioni, abbandonando la definizione di un criterio minimo universale a tutti i costi, perché capita che le scelte provinciali possano preferire approcci diversi, comunque validi. Un esempio riguarda le direttive provinciali scolastiche, più rigorose rispetto a quelle statali, che possono però diventare un impedimento se non previste come eccezione nei bandi. 

 

 

Gelmini ha sottolineato quanto, nonostante le differenti posizioni degli amministratori locali, si guardi alla riforma con un rinnovato clima di condivisione, soffermandosi sui vantaggi di una rafforzamento delle competenze regionali, che comporterebbero una semplificazione della burocrazia, una riduzione dei tempi e una maggiore trasparenza. Mentre Fugatti si è detto pronto ad aumentare l’autonomia, Kompatscher ha ricordato che ciò che si chiede al governo centrale non sono i fondi, ma proprio le competenze, anche in materie originariamente non previste dagli statuti degli anni ‘70, come nel caso della questione ambientale.  Dichiarando il suo appoggio alle prospettive di riforma e di potenziamento di strumenti utili, come le commissioni paritetiche, Kompatscher ha concluso menzionando i valori dell’autonomia, che comprendono anche la responsabilità e la solidarietà, per allontanare le critiche che vedono nella gestione territoriale il trionfo della spesa pubblica e dell’isolazionismo: la Provincia di Bolzano, in fondo, ha un residuo fiscale positivo nei confronti dello Stato e contribuisce attivamente non solo alla crescita dello sviluppo locale, ma anche a quello nazionale.