Politics | Il commento

Luis, der Bürgermeister

Il (vice) sindaco di Bolzano Luis Walcher ama agire senza confrontarsi a livello politico. Ecco i sette casi più eclatanti.
Luis Walcher e Renzo Caramaschi
Foto: Comune di Bolzano

Non conosco così a fondo la storia politica del vicesindaco di Bolzano Luis Walcher per azzardarne un vero ritratto, e quindi in queste righe mi limiterò ad analizzare in modo a tratti scherzoso il suo lavoro da sindaco di lingua tedesca della città di Bolzano negli ultimi 12 mesi circa.

L'impressione generale è che Walcher, in sintesi, incarni con fierezza il modello del contadino di montagna iper-conservatore. Uno che considera la monocultura della mela (con una spruzzata di uva qua e là) una vera e propria religione rivelata dalla dea Demetra. Quando, per dire, sente che dei colleghi di Francoforte, invece di lottare strenuamente “contro la città” erigendo cancelli ogni chilometro, negli anni Novanta si sono arricchiti creando un Ring fatto di parchi e orti bio certificati, il buon Luis di sicuro inorridisce. Queste robe da XXI secolo non fanno per lui.

Va detto subito che il sindaco Caramaschi apprezza il suo vice perché è un po' come lui, molto concreto, e sembra non interessargli che egli agisca sempre con dei fini politico-elettorali ben precisi. L'importante è che "faccia". Questa è la fregatura: che il primo cittadino resta sul tecnico, fa un sacco di cose, ma alla fine le scelte di indirizzo politico per la città le prende sempre l'SVP. Per il sindaco, ad esempio, è importante far costruire un tunnel che abbia delle ricadute positive per i cittadini. Walcher, invece, fino a un anno fa non sapeva nulla di urbanistica, ma sa bene che fare una cosa piuttosto che un'altra è un atto estremamente politico. Per lui, come si vedrà, il tunnel è importante farlo dapprima in una zona della città che dia dei vantaggi al suo partito, poi ... chissà. Sono due modi di intendere l'amministrazione quasi antitetici. Da quando nel 2020 è stato eletto Bürgermeister anche dell’Altstadt (del Grieser Grünkeil, il "fu cuneo verde", lo è da tempo) con 6.100  voti e il 14% dei consensi, si comporta come se avesse preso 30.000 preferenze e la Stella alpina avesse superato il 50%. Luis le decisioni le prende dopo aver parlato con i tecnici (che sono espressione del suo partito e della lobby dei commercianti, come Werner Frick, da poco pensionato, e, un architetto "di area", come il direttore Paolo Bellenzier, già candidato Svp nel Comune di Terlano) e confrontandosi nella Fraktion. Ed ora che l’ex assessore provinciale ha lasciato il Municipio c’è chi ipotizza imminenti invasioni di cavallette, ma Walcher saprà sicuro come reagire.

 

Vediamo, disordinatamente, un po’ di esempi di azioni amministrative condotte in perfetta solitudine.

1) Il caso Frubona

Partiamo dal più recente, il caso Frubona, il grande appezzamento adiacente a Firmian che sarà trasformato da verde agricolo a zona produttiva per ospitare l’importante azienda Alpitronic. In realtà è andata molto, molto peggio di come si era scritto qualche giorno fa. Non è che gli uffici comunali sapessero e non hanno ritenuto di informare la Giunta. Dalle pagine del quotidiano Dolomiten un sorridente vicesindaco ha fatto sapere ai suoi e-lettori che gli uffici avevano avuto un sacco di scambi nei mesi precedenti e in una non meglio precisata occasione lui e il sindaco ne avrebbero parlato con il presidente Arno Kompatscher.

 

Quindi di fatto, il vicesindaco ha smentito il primo cittadino (che a salto.bz, dopo che aveva letto la delibera di Giunta inviatagli via email, aveva detto di non sapere assolutamente nulla) e rivendica in pieno la paternità dell’operazione. Come se fosse la cosa più normale del mondo. Del resto le maggioranze a cosa servono? In realtà, dopo aver fatto saltare alla cooperativa Frubona il mega incasso da 12 milioni di euro offerti da Signa-Benko, il vicesindaco è stato in qualche modo costretto a riparare creando i presupposti per l’arrivo di Alpitronic in affitto. E ha gestito la cosa come se dovesse convincere il suo amico Tizio di non vendere “Parco della Vittoria” a Caio, ma a Sempronio. Queste sono le classiche occasioni in cui se per caso il Pd o i Verdi provano timidamente a dire qualcosa Caramaschi alza la voce, tira due pugni sul tavolo e tutti zitti e buoni. O si fa come dice l’Svp o salta tutto, per Diana!

2) Il tunnel di Monte Tondo

Il capolavoro tattico di Luis, però, è un altro. Andrebbe spiegato in dettaglio, con tutti i riferimenti temporali, ma sarebbe infinitamente più noioso di quanto non sarà già il riassunto. Per cui meglio fare una ricostruzione a spanne.

Premessa: quando si percorre il tunnel da Pineta di Laives verso Bolzano Sud prima del curvone a sinistra lo si vede lì, sulla destra, l’ingresso della galleria che dovrebbe esserci ma non c’è. Se Durnwalder non avesse voluto punire costantemente il capoluogo, la circonvallazione sarebbe stata costruita in ordine inverso, partendo, come accade ovunque, dalla città più importante. Il tunnel che parte da San Giacomo e arriva con brevi interruzioni a Ora sarebbe dovuto  cioè cominciare a Campiglio invece di sputare migliaia di auto al giorno in zona produttiva.

Ebbene, tutti ricordano che fino al 2017 la realizzazione dell’opera infrastrutturale più attesa dalla città, la variante alla SS 12 fino a Kampill, era praticamente a un passo dall’essere finanziata. Tendendo le orecchie si sentiva quasi il rumore delle trivelle. L’allora vicepresidente Christian Tommasini e il PD contavano i giorni per poter dare l’annuncio. Sta di fatto che un anno prima del voto Kompatscher, un po’ credendoci e un po’ forse anche per dirottare “alla Durnwalder” i fondi su opere periferiche, riesce – non si sa come - a convincere Caramaschi che l’A22 avrebbe finanziato da sola il passante dell'autostrada in galleria e che l’attuale tracciato, che è tutto un viadotto, fosse riciclabile come tangenziale. Sorrisoni in quantità e tutti felici di questa nuova fase di grande collaborazione tra Provincia e Comune di Bolzano. Dopo un'attesa sfibrante per il rinnovo della concessione, verso la fine del 2020 il Landeshauptmann inizia a far capire che l’A22 in galleria è – forse - un progetto futuribile. Caramaschi, che è un ottimista-entusiasta di natura, fa finta di niente masticando amaro per diversi mesi. Ed è qui che Walcher e l’Svp cittadina fanno il capolavoro tattico.

 

Il vicesindaco capisce che il vento potrebbe cambiare e – sul serio, dall’oggi al domani – per dare qualcosa al proprio elettorato riesce a spacciare come molto più urgente la galleria sotto monte Tondo verso Sarentino e nel giro di poche settimane il progetto, da realizzabile in un imprecisato futuro, viene inserito nella programmazione triennale della Provincia. Non è uno scherzo: tra la primavera e l’estate 2021 vengono convocate tre conferenze stampa per spiegare che l’opera più urgente di qualunque altra è il tunnel che dovrebbe alleggerire un po' il traffico nei quartieri in cui Walcher prende i voti. Un'infrastruttura che, peraltro, porterà benefici solo se accompagnata da un complicato sistema di semarofori e ingressi tipo ztl che i bolzanini sicuramente non vedranno l'ora di adottare. Per quanto riguarda il traffico verso il centro storico e la val d'Isarco si mettono sullo stesso piano l'effetto dei tunnel previsti fra 8 o 9 anni in via Einstein e in via Grandi con la variante alla SS12. Alla seconda o terza leggendaria conferenza stampa il consulente del Comune Ciurnelli fornisce (tabella sopra) il famoso dato della riduzione del traffico del – 71% sulla trafficatissima via Beato Arrigo. E guai a chi dice qualcosa perché la Provincia quest’opera è misteriosamente disposta a finanziarla al 100 per cento e bisogna fare in fretta. Con un impercettibile borbottio, poi, la variante alla SS 12 viene re-inserita nel PUMS grazie all’insistenza dell’assessore alla mobilità Fattor. In una giornata di passione per la viabilità come quella di oggi (7 giugno) a tutti i protagonisti delle decisioni prese negli ultimi vent'anni saranno esplose le orecchie, a forza di fischi.

3) La beffa della Ringpromenade

La vicenda della modifica del tracciato Ringpromenade proposta nel piano del Verde dal grande architetto-urbanista Andreas Kipar è una delle vicende più peinlich di tutte. Non servono tante parole. Si guardi la prima versione del tracciato.

Si noti nella zona a nord ovest dove passava l’anello: da Castel Firmiano la passeggiata doveva attraversare le strade consortili per arrivare al parco Firmian e proseguire poi per l’ospedale e riprendere quota sul sentiero verso il Noafer a Cologna/Glaning. E niente. Si veda la versione definitiva.

Per chiudere il Ring il tratto è stato addirittura spostato sul Lungoadige fino alla fine del confine comunale. Praticamente arriva a Settequerce. Verso est, inoltre, un altro cambiamento è stato fatto in zona Rencio per gli stessi privati motivi, e ora la passeggiata invece di scendere da Santa Maddalena, passa per i Piani. Lo spiegava molto bene questo articolo di Valentino Liberto. Che dire...

4) Piano urbanistico

Sì, è vero, non c’è dubbio, via Resia, scoppia di traffico. Ma il progetto da 120 appartamenti della Croce bianca nell’ex area Mair Defranceschi, presentato l’estate scorsa con grande eco mediatica, è stato archiviato da Walcher semplicemente con un'intervista al Corriere dell’Alto Adige, dicendo che lì potranno continuare a crescere tranquillamente gli alberi di mele. Ma a che livello si era consultato?

 

E per il resto il piano urbanistico, come sta andando? Come si è detto più volte, il Comune di Bolzano sarebbe tenuto a presentarlo entro luglio di quest’anno ma ovviamente ciò non accadrà. Walcher, seppur tra mille rallentamenti amministrativi e pur non essendo affatto la sua materia, non è affatto fermo. Il (vice) sindaco tratta. Da solo. Sembra ormai deciso che un’area di Pietro Tosolini ai Piani dietro al capannone Reinisch sia stata individuata come nuova zona per l’edilizia sociale. Assieme al sindaco e agli uffici provinciali pare sia stata trovata anche un’intesa per trasformare interamente la zona produttiva di via Druso in zona residenziale. Tutto ok. Ma queste sono scelte strategiche sullo sviluppo della città. La cosa più verosimile è che queste aree – assieme a quella delle Caserme Huber - saranno le uniche su cui la maggioranza comunale sarà chiamata ad esprimersi (positivamente) dopo che tutto sarà già stato deciso. In precedenza. Dove non serve ripeterlo.

5) La beffa del fienile

Sul Fienile di via Fago si potrebbe scrivere un romanzo. Qui basta ricordare che l’estate scorsa, prima che venisse messo sotto tutela d'imperio dalla Soprintendenza, la commissione comunale presieduta da Walcher aveva dato l’ok all’abbattimento e nessuno ne sapeva nulla. Se la vicenda non fosse emersa per caso, il fienile oggi sarebbe un cumulo di macerie da portare in discarica.

6) Cancelli come funghi

Sulla Beverly Hills bolzanina e il forte costruito per proteggere via della Vigna dal passaggio di pedoni e ciclisti si sono scritti decine di articoli. I bolzanini hanno raccolto migliaia di firme, levato al cielo milioni di imprecazioni, ma la posizione di Walcher e del Consorzio di bonifica non è cambiata di un millimetro. Di qua non si passa. Le uniche novità si sono avute sui modelli di cancello sempre più tecnologicamente avanzati e invalicabili che sono stati installati. Per quanto riguarda il consumo di suolo nel Cuneo Verde, poi, basterebbe vedere un timelapse dall’alto per poter valutare quante “eccezioni” urbanistiche sono state fatte negli ultimi due decenni. Senza un minimo di dibattito pubblico. Meglio stendere anche un velo sul silenzio del vicesindaco riguardo al fiorire negli ultimi mesi di cancelli nelle campagne che circondano Bolzano per impedire a pedoni e ciclisti di transitare. Un modo per comunicare che il rapporto città-campagna per Walcher può essere solo conflittuale. Non esistono mediazioni, l'unico argomento è la proprietà privata.

7) Boschi "agricoli"

Infine una piccola chicca. Secondo una stima di una fonte  autorevole da quando, nel 2016, l’Svp ha preso - dapprima con Chrsitoph Baur -  la delega all’urbanistica, come per magia almeno 30 ettari di bosco sulle “pendici” sono stati trasformati in verde agricolo. Speriamo che arrivi una smentita ufficiale.