Politics | Elezioni europee

“La democrazia in Italia è in pericolo”

La deputata Sara Ferrari è la candidata regionale del Partito Democratico alle europee: "Sconcertante si sia rotto il tabù dell’alleanza dei sudtirolesi con i fascisti".
Sara Ferrari
Foto: Sara Ferrari
  • SALTO: Onorevole Ferrari, perché sarebbe importante avere una deputata europea del Trentino-Alto Adige “alternativa” a Herbert Dorfmann?

    Sara Ferrari: Innanzitutto perché oggi più che mai è importante rafforzare l’area socialdemocratica in Europa, per scongiurare l’alleanza dei popolari con la destra sovranista, il che significherebbe arrestare il processo di integrazione europea e minare la tenuta democratica del continente, la difesa dei diritti civili e sociali e i progetti di conversione ecologica. E poi perché è necessario, con le grandi partite che si giocano in Europa, avere un riferimento locale a Bruxelles che presidi non solo temi, certo rilevanti, come l’agricoltura e i grandi carnivori, ma anche questioni cruciali per il nostro territorio come le concessioni idroelettriche, ma anche i problemi che purtroppo oggi interessano in particolare le nostre zone come la questione salariale, quella del diritto alla casa e alla salute. Quindici anni di esperienza in Consiglio Regionale mi consentono di rappresentare in Europa gli interessi delle cittadine e dei cittadini di montagna, perché li conosco bene.

    ⁠Teme quindi che al Parlamento europeo si possa formare una maggioranza tra popolari e destre?

    Il rischio, seppur remoto c’è. E sarebbe la fine dell’Europa dei popoli di cui il nostro Euregio transfrontaliero è un esperimento embrionale. Anche per scongiurare questa eventualità serve rafforzare con il voto al PD l’area socialdemocratica in Parlamento, per dare una prospettiva nella direzione di un'Europa che sia unione politica e non solo economica. Insomma, lavoriamo perché questo non succeda.

    Va scongiurata l’alleanza dei popolari con la destra sovranista. Sarebbe la fine dell’Europa dei popoli di cui il nostro Euregio transfrontaliero è un esperimento embrionale.

    La nostra regione, come dice, è una terra di confine che fu teatro di due conflitti mondiali. Ora alle porte dell’Europa è in atto una nuova guerra: il sostegno all’Ucraina divide le forze politiche — anche nel centrosinistra. Qual è la sua posizione?

    Il popolo ucraino ha diritto a difendersi dall'imperialismo russo. Diverso è sostenere una guerra di aggressione con armi e uomini contro la Russia. Quello che più è mancato e manca in questa vicenda è il ruolo diplomatico dell'Unione europea, proprio perché manca una politica estera comune che ci permetta di muoverci coesi ed essere incisivi, bisogna superare il diritto di veto di un solo stato e poter decidere a maggioranza qualificata.

    Su Gaza, invece, qual è la posizione del PD?

    Lo Stato di Israele ha il diritto a un'esistenza libera dalle minacce terroristiche. Detto questo la risposta all'attacco di Hamas del 7 ottobre è stata del tutto sproporzionata e sta coinvolgendo un numero abnorme di civili in un distro umanitario intenzionale: 36.000 persone tra cui la maggior parte donne e bambini. Anche in questo caso l’UE è la grande assente al tavolo delle trattative e in Medio Oriente non comprendono questa nostra assenza, che è data proprio dalle nostre diverse posizioni tra Stati membri. Serve dare attuazione alla risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'ONU con un cessate il fuoco che sia immediato e definitivo, la liberazione degli ostaggi, il libero  accesso degli aiuti umanitari per la popolazione stremata, che purtroppo, come ho potuto vedere di persona, Israele sta  tenendo colpevolmente bloccati e il riconoscimento dello Stato di Palestina.

  • La parlamentare trentina Sara Ferrari in Palestina: "Cessate il fuoco a Gaza, adesso". Foto: Sara Ferrari
  • Torniamo al Sudtirolo. Oltre ad apparentarsi ancora una volta con Forza Italia alle europee, la SVP ha ormai stretto un’alleanza “organica” con il centrodestra in Provincia e Regione — per ottenere da Roma la riforma dello Statuto d’Autonomia. Passo nella giusta direzione, oppure passo falso?

    Non mi piace commentare le decisioni sovrane di altri partiti, vedremo cosa ne penserà l’elettorato, certo è che per una storica come me è stato sconcertante assistere al superamento di un limite che ho sempre pensato invalicabile cioè quello dell’alleanza dei sudtirolesi con i fascisti.

    A proposito di questo, la segretaria del PD Elly Schlein sostiene che Giorgia Meloni stia cancellando molte libertà, in primis per le donne. In che termini il governo Meloni sarebbe un pericolo per la democrazia?

    A parole Meloni nega, ma nei fatti in Italia sta iniziando quel processo più o meno strisciante di contrazione della democrazia, come successo nell’Ungheria di Orban. Il controllo spasmodico della TV pubblica con l’Italia che retrocede nella classifica della libertà di stampa e l’intimidazione dei giornalisti con querele notificate in piena notte. Il premierato, un unicum al mondo, che ridurrà il potere del Parlamento e del Presidente della Repubblica per accentrarlo nelle mani del/della Presidente del Consiglio. La repressione delle manifestazioni giovanili con i manganelli e ora con progetti di legge per comprimere la libertà di manifestazione contro le grandi opere. L’accanimento contro i migranti, le famiglie omogenitoriali, le persone trans e ora anche contro la libertà delle donne sulle scelte riproduttive. Era mio l’ordine del giorno sulla 194 che alla Camera ha spaccato la maggioranza perché su questo nemmeno i leghisti credono alla buona fede della Meloni. Direi che molti indizi fanno una prova: la democrazia in Italia è in pericolo. 

    A parole Meloni nega, ma nei fatti in Italia sta iniziando quel processo più o meno strisciante di contrazione della democrazia, come successo nell’Ungheria di Orban. 

    Di cosa ha dunque bisogno l’Europa?

    Sono di certo elezioni determinanti per il futuro dell’Unione dove si confronteranno due visioni contrapposte di Europa. Quella di chi, come noi, crede nella necessità di completare il processo di unificazione politica, per un'Europa che parli con una voce sola, sia baluardo della democrazia e della tutela dei diritti civili, che acquisisca autorevolezza sullo scacchiere internazionale, che vada nella direzione di investimenti comuni in politiche sociali e ambientali. E quella di chi vorrebbe un'Europa oscurantista, fatta di Stati sovrani che rispondono esclusivamente a logiche egoistiche nazionaliste. Non più Italia e meno a Europa, ma più Europa per maggiori opportunità.