Chronicle | Riqualificazione

Unibz riqualifica le aree militari

Ministero della Difesa e unibz insieme per rimodellare intere aree del territorio. Presenti il Segretario generale e il Rettore Lugli: "Stiamo facendo qualcosa di buono".
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Foto: Eera

"Siamo un'università piccola e giovane ma nei campi che copriamo sia a un livello decisamente buono", dice il Rettore Paolo Lugli riguardo al nuovo progetto che l'università dovrà intraprendere in collaborazione con le istituzioni e il territorio sudtirolese. Il progetto sperimentale avviato dall'ateneo bolzanino prevede che gli studenti e i professori lavorino sulla riqualificazione e la trasformazione di aree geografiche dell'Alto Adige ormai non più utilizzate dal Ministero della Difesa. Il progetto, di cui si è cominciato a discutere lo scorso settembre - quando il Segretario Generale della Difesa Carlo Magrassi ha fatto visita a Bolzano - ha dunque trovato un suo spazio nella realtà.

 

Paolo Mellano, direttore del dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino, ateneo che ha collaborato al progetto, dice: "I ragazzi hanno provato a portare un piano di trasformazione delle aree limitrofe all'aeroporto di Bolzano e delle caserme di Appiano, per il futuro di queste aree non più utilizzate". Valorizzazione energetica, ambientale e degli edifici: questo l'apporto che può dare una collaborazione di questo tipo tra una delle più prestigiose università italiane e la più modesta università bolzanina.

 

"Quello che sta avvenendo qui è un esempio. Partendo dalle dismissioni di realtà militari non più necessarie stiamo affrontando un processo di trasformazione". Carlo Magrassi è soddisfatto della conclusione della prima fase progettuale e di ricerca. Un metodo sperimentale che ancora gli studenti dell'ateneo non avevano affinato, un metodo che permette agli studi teorici di entrare nella realtà attraverso la porta principale, senza troppe scorciatoie. Un progetto che può incidere sul volto dell'Alto Adige.

"Per noi, come università, è molto importante collaborare, creare una nuova forma di cooperazione tra cittadinanza e istituzioni".

Ciò che preme alle istituzioni universitarie è il collegamento tra l'ateneo e il territorio, per rendere l'università un luogo a disposizione dell'intera comunità, nonostante sia anche un luogo che si deve ancora far conoscere approfonditamente all'intera provincia. "Per noi, come università, è molto importante collaborare, creare una nuova forma di cooperazione tra cittadinanza e istituzioni, una cooperazione con il mondo reale". Così sottolinea la Presidente della Libera Università Ulrika Tappainer, studiosa di ecologia sociale nelle regioni montane ed ex professoressa all'Università di Innsbruck.