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Tassa di soggiorno, Sudtirolo al top

A tintinnare nel salvadanaio pubblico della regione autonoma sono oltre 37 milioni di euro. Tre comuni altoatesini dominano la classifica nazionale del gettito pro capite
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Foto: www.hotelsmerano.it

Nel 2020 sono 1041 i comuni italiani (circa uno su otto) che hanno deciso di applicare l’imposta di soggiorno, 21 in più rispetto l’anno precedente. Tassare i turisti giova soprattutto alle regioni del nord, che raccolgono il 62,7% delle entrate totali, che ammontano complessivamente a 231 milioni e 888mila euro. La flessione degli indotti è netta (complice neanche a dirlo la pandemia) rispetto al 2019, anno nel quale - secondo quanto stimato da Federalberghi - gli incassi totali avrebbero sfondato la barriera dei 600 milioni. 
Questi i dati emersi da una ricerca condotta dal Centro Studi Enti Locali per Adnkronos e basata sui dati Siope resi disponibili dalla Banca d’Italia che ricordano inoltre che all’interno di questa analisi vengono tenute in considerazione soltanto le entrate di natura tributaria che esclude dunque il gettito proveniente dall’imposta di soggiorno applicata da Roma capitale che ha invece carattere patrimoniale.

Veneto, Trentino Alto Adige, Toscana, Lombardia e Piemonte raccolgono il 55,23% del totale dei comuni che applicano la tassa di soggiorno e sono le uniche regioni ad avere più di cento comuni ciascuna in cui è prevista la tassazione per i turisti che pernottano all’interno delle loro strutture ricettive. Sempre a livello nazionale quattro regioni da sole sono in grado di assorbire il 57,07% dei proventi totali. Stiamo parlando di Veneto (37.226.552 euro), Trentino-Alto Adige/Südtirol (37.130.471), Lombardia (31.049.442) e Toscana (26.930.951). Si accodano subito dopo l’Emilia Romagna e i suoi 22.249.812 euro assieme ai fiori all’occhiello del turismo marittimo (ma non solo) ovvero la Campania, con soli 12.939.633, la Sicilia (9.589.322), la Puglia (9.231.003) e la Sardegna (7.382.251).

Per quanto riguarda il gettito pro-capite, a farla da padrona è la Provincia Autonoma di Bolzano che vanta i tre comuni con la più alta incidenza d’incasso in Italia per numero di abitanti residenti e sono rispettivamente Corvara in Badia, con un incasso a residente pari a 982 euro, seguito dal Comune di Selva di Val Gardena, con 694,91 euro e da quello di Sesto, che racimola un indotto di 513,30 euro a testa.

 

A livello generale, a riscuotere i maggiori incassi restano comunque le città. Oltre il 42% del gettito totale dell’imposta di soggiorno viene infatti prodotto dai comuni situati all’interno di poli urbani, mentre il 25,42% è generato dalle regioni a statuto speciale che raccolgono complessivamente quasi 59 milioni di euro. Solo il 18,63%, poco più di 43 milioni, delle entrate provengono invece da comuni considerati ad alta vocazione turistica.

Analizzando il valore assoluto in termini di gettito fiscale, il podio (Roma Capitale esclusa) viene calpestato dal Comune di Milano, con un gettito complessivo di 21.653.341,93 euro, quello di Firenze (15.081.195,08 euro) e dalla città di Venezia (14.459.866,56 euro).

Altra spinosa questione riguarda infine il recupero evasione dell’imposta di soggiorno. Nel 2020 rientrano nelle casse pubbliche circa 3.490.000,00 euro, grazie soprattutto allo sceriffo di Nottingham in salsa genovese. È la città della Lanterna infatti a recuperare da sola ben 2.020.544,37 euro, il 57,90% della somma evasa totale.