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Il futuro incerto del bob alle Olimpiadi

La gara deserta, l’opzione di Innsbruck e i dubbi su Saint Moritz. L’unica cosa certa dei Giochi olimpici invernali è la volontà di sperperare enormi risorse pubbliche.
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Foto: Pixabay

Il bando di gara per la ricostruzione della pista per il bob è andato deserto. Si sprecano le speculazioni, da chi pensa che sia stato fatto appositamente per aumentare il potere contrattuale dei privati in termini economici a chi sostiene che forse non sia poi un opzione così conveniente per le aziende. Quello che è certo è l'inizio di un percorso dove la già poca trasparenza rischia di sfumare definitivamente. Qualora anche l’eventuale trattativa privata dovesse fallire emerge, si sta facendo sempre più strada l’opzione Saint Moritz: “Sembrerebbe una decisione già presa – spiegano in una nota congiunta il Comitato Civico Cortina e la sezione bellunese di Italia Nostra – in quanto l’opzione Innsbruck sarebbe troppo costosa, circa 40 milioni di euro. Eppure a noi, che da tempo seguiamo con assiduo interesse la vicenda, tale affermazione risulta falsa, in quanto a seguito dai diversi contatti avuti con Matthias Schipflinger, direttore dell' Olympia World, ente che gestisce la pista di bob di Igls, Innsbruck, possiamo affermare con certezza che nessuna richiesta è stata avanzata da parte italiana per l’uso di essa”. 

Il Comitato di Cortina e Italia nostra sostengono, citando fonti certe, che i lavori di adeguamento dell’Olympia Eiskanal Innsbruck, di Igls, già finanziati dalle amministrazioni pubbliche austriache inizieranno la prossima primavera e saranno completati nel 2025. I lavori consistono nell’adeguamento del tratto finale del tracciato, circa il 25% del percorso, per un importo di 45.105.000 euro, comprese le imposte, ed una riserva per imprevisti del 15%, pari a 5.883.000 euro. 

Neppure Saint Moritz sarebbe una soluzione, in quanto la pista è su ghiaccio naturale e non risponde ai requisiti tecnici richiesti dal CIO

“All’affermazione più volte ripetuta dalla Fondazione Milano-Cortina 2026 che le leggi italiane non permettono di effettuare spese su impianti all’estero, rispondiamo che, stando così le cose, neppure Saint Moritz sarebbe una soluzione, in quanto la pista è su ghiaccio naturale e non risponde ai requisiti tecnici richiesti dal CIO – proseguono le due organizzazioni –. Vi è invece piena disponibilità da parte della regione del Tirolo nel mettere a disposizione l’impianto per lo svolgimento dei Giochi Olimpici. L’importo richiesto a tal scopo si aggira tra i 10 e i 20 milioni, che verrebbero utilizzati per completare lavori non indispensabili per l'adeguamento della pista, tra cui il pistino di spinta che loro non hanno, che tuttavia non è indispensabile. Un notevole risparmio – concludono – rispetto agli annunciati 124 milioni di euro per una pista la cui realizzazione nei tempi si sta allontanando sempre di più e che in ogni caso, attraverso la trattativa privata, potrebbe costare ancora una cifra ancora maggiore rispetto a quella preventivata”.

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pérvasion Sat, 08/05/2023 - 10:29

»le leggi italiane non permettono di effettuare spese su impianti all’estero«

Solche Gesetze wären schnellstens zu ändern, um internationale Kooperationen (nicht nur bei Olympia) zu ermöglichen. Was ist das für ein ewiggestriger Schmarrn?

Sat, 08/05/2023 - 10:29 Permalink
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Gianguido Piani Sat, 08/05/2023 - 10:45

»le leggi italiane non permettono di effettuare spese su impianti all’estero«

Una soluzione molto semplice e' il Contracting, che serve proprio a spostare le spese dagli investimenti verso canoni regolari. E' uno strumento a volte molto utile, a volte abusato, a volte assurdo - quando gli investimenti si ripagherebbero in breve tempo ma la burocrazia e' eccessiva e si preferisce pagare canoni elevati, a fronte di percorsi decisionali piu' semplici. In sostanza, ci si potrebbe rivolgere a Innsbruck se invece di investimenti fossero richiesti solo canoni di affitto?

C'e' ancora un'altra soluzione che viene adottata in situazioni particolari, ad esempio per le ambasciate. Dichiarare la pista di bob di Innsbruck territorio italiano per la durata delle olimpiadi. Gli inglesi avevano affittato Hong Kong dai cinesi per 99 anni. Noi potremmo affittare Innsbruck dagli austriaci per due settimane. Con Schengen i controlli sarebbero in ogni caso superflui, piazziamo un po' di bandiere, inviamo alcuni Carabinieri per il periodo necessario, ed e' fatta. A fronte di un risparmio di circa 100 milioni di Euro e' un'ipotesi che andrebbe considerata.

Sat, 08/05/2023 - 10:45 Permalink