Culture | Salto Weekend

Un ospite speciale

L’orchestra giovane dal cuore bolzanino conquista il pubblico della città con un concerto memorabile che dura più di due ore
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Foto: BfB

L’esibizione della Mahler Academy Orchestra all’Auditorium di Bolzano fa il tutto esaurito e raccoglie applausi meritati e l'entusiasmo di una platea amica. Dopo le cover rock della Haydn al Parco delle Semirurali e le sperimentazioni microtonali e visionarie di 50 pianoforti alla Fiera, con l’appuntamento nel segno delle orchestre giovanili il Bolzano Festival Bozen decolla definitivamente cogliendo nel segno con una serata intensa e coinvolgente.
L’orchestra dei giovanissimi dell’Accademia Mahler, selezionati per un progetto biennale che li riporterà in Alto Adige anche la prossima estate, era affiancata per l’occasione da alcuni musicisti della Mahler Chamber Orchestra ed era diretta da Matthias Pintscher, direttore specializzato nel repertorio orchestrale moderno e contemporaneo. I brani erano scelti guardando a quella Parigi di inizio Novecento in cui nasce appunto la musica moderna. Però c'era anche un altro filo rosso, quello del racconto: tra fiabe, mitologia e folklore il concerto era tutto un inanellarsi di storie. E le storie, si sa, non basta che siano belle, bisogna anche sapere raccontare.
 

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Matthias Pintscher / Foto: BfB


Apre Ma Mere l’Oye di Ravel, che fin dal titolo è un omaggio al mondo incantato delle fiabe per l’infanzia: ci sono Pollicino, la Bella Addormentata, la Bella e la Bestia, un universo di mondi fantastici che Ravel declina in sonorità avvolgenti e una tavolozza di colori ricchissima. Da grande affabulatore, Matthias Pintscher fa attaccare l’orchestra con delicatezza di gesti misurati: e sembra un vecchio libro polveroso di cui iniziamo a sfogliare le pagine. Ogni racconto, ogni piccolo mondo, è un universo sonoro che si schiude magicamente, fino a portarci in quel Giardino Segreto in cui tutti vorremmo un giorno o l’altro capitare. Bella esecuzione, con delicati ricami dei fiati e attenzione al gesto preciso del direttore: e non è semplice tenere insieme la partitura, fatta di tanti piccoli elementi. Ma Pintscher, come farà poi nell’Oiseau de feu di Stravinskij, ricompone il puzzle con un occhio sì alla precisione e all’esattezza degli incastri, ma soprattutto guidando i suoi giovani orchestrali sulla strada dell’espressività, lavorando sulla linea, tracciando la grande immagine: raccontandoci una storia e inchiodandoci alla poltrona.
 

Tutti felici al termine del concerto, coronato dal Bolero di Ravel, con le sue ipnotiche ripetizioni e il trascinante, lunghissimo crescendo.


L’orchestra ha anche un ospite speciale, un collega illustre che con gli orchestrali condivide la giovane età: il canadese Kerson Leong, virtuoso del violino, solista nella difficilissima Tzigane di Ravel. Questa composizione con i suoi 99 anni di vita ci riporta a un mondo che non c’è più, quello del virtuosismo dal sapore zingaresco, espressione dei fasti musicali della Mittleuropa. E la Tzigane stessa è un racconto, perché Ravel guarda quel mondo già lontano dietro le lenti della modernità: resta comunque la difficoltà estrema della scrittura e Leong è entusiasmante nel portarsi brillantemente a casa ogni dettaglio, inerpicandosi sulla quarta corda, maneggiando con apparente facilità le diaboliche doppie corde e sfoderando un suono caldissimo, da innamorarsene.
Tutti felici al termine del concerto, coronato dal Bolero di Ravel, con le sue ipnotiche ripetizioni e il trascinante, lunghissimo crescendo. Accogliendo gli applausi Pintscher chiude la partitura, come dire: abbiamo dato, non chiedeteci di più. E in effetti sono quasi le 23, con il concerto iniziato poco dopo le 20.30. Il programma si replica questa sera a Dobbiaco (18, Sala degli Specchi), ma i musicisti della Mahler non hanno ancora concluso la loro esperienza bolzanina: saranno in città ancora qualche giorno, impegnati a preparare alcuni concerti di musica da camera. Musicalmente parlando si resta a Parigi, e per chi vuole riascoltarli l’appuntamento è giovedì 10 agosto dalle 20 in poi a Palazzo Mercantile con musiche di Debussy, Ibert, Poulenc, Stravinskij, Roussel e Ravel.