Society | Waldnacht

La notte, nel bosco

Oft (weniger oft als ich es möchte) gehe ich in der Nacht im Wald spazieren...
Note: This article is a community contribution and does not necessarily reflect the opinion of the salto.bz editorial team.

Spesso (meno spesso di quanto vorrei) faccio una passeggiata notturna nel bosco. È un mondo speciale. Non ci sono i colori, in parte non c’è neanche il normale gioco luce-ombra. Dipende un po’ dalla luna – e dai tuoi occhi che si abituano solo dopo molti minuti al buio (anni fa partecipai a una gita notturna nel Watt, nella Germania del Nord, dove ci parlavano di ben 20 minuti che ci mette un occhio per vedere senza luce. E si raccomandavano con noi di non accendere mai una pila – che se no il nostro occhio, nei suoi tentativi di adattarsi al buio, si sarebbe azzerato e ce ne sarebbero voluti altri 20 di minuti, per riabituarsi al buio!).

In questo mondo notturno tutto è diverso. La luce, di cui ho già detto e che è secondaria. 

Dominano i suoni. La civetta. I rami che scricchiolano, le foglie. Il pipistrello che passa quasi senza far rumore. Ogni tanto capisci che succede, ma molto più spesso noti che sei un ospite in un territorio che normalmente vive senza di te e non gli manchi.

Sei umana (Mensch) e non hai nessun dominio in questo contesto. Fai i tuoi passi, senza controllare nulla. Potrebbe passare un’orsa, un orbettino, un gufo – loro saprebbero come gestire la situazione, tu no. La notte è democratica, vista così.

Adoro farne parte. Non essere protagonista, ma trovare semplicemente il mio posto, camminando nel bosco e cercando di non inciampare, di non farmi male e di non far male a nessuno.

È una metafora dello stare al mondo, ne potrebbe essere l’essenza. Se non fosse che questa è la notte, e questo è il bosco e in realtà dominano ben altri poteri. 

Ma qui, in questo momento, posso quasi fare finta che non sia così. E quello spicchio di Luna sopra di me sembra proprio essere d’accordo con me. Anzi, mi pare che mi strizzi l’occhio, ascoltando, lei vecchiotta, quello che io penso e che, probabilmente, molte e molti avranno pensato prima di me.