Bolzano: i paradossi del lavoro
Anche la piena occupazione ha i suoi effetti collaterali. Ad una economia, quella provinciale, che crea sempre più posti di lavoro, non corrisponde una disponibilità di persone con adeguata formazione. La forbice qualitativa e quantitativa tra domanda e offerta si allarga sempre di più. Il punto più critico lo si trova nel bilinguismo italiano-tedesco del personale: le imprese e gli Enti lo richiedono come un presupposto essenziale (ed escludente), il mercato del lavoro non risponde. La denuncia di questo paradosso tutto altoatesino è quotidiana e va dagli artigiani, agli industriali, ai commercianti, ma interessa anche i Servizi Pubblici. Per la scuola non si trovano insegnanti di seconda lingua, difficoltà anche per il personale sanitario (medici e infermieri) e recentemente anche per i farmacisti. Risultato è quello di posti scoperti o coperti in modo precario.
Altro punto critico è quello di lavori considerati ingiustamente meno “nobili” e quindi non ambiti dai lavoratori locali.
Il massimo paradosso è quello del cantiere del Tunnel ferroviario di base del Brennero. È la più grande opera pubblica europea con la sperimentazione di tecnologie innovative e la presenza delle più qualificate impreße del settore, ma gli altoatesini occupati sono appena una dozzina: le altre centinaia di collaboratori vengono da ogni dove e in cantiere si parlano almeno 10 lingue diverse…
L’incremento dei posti di lavoro in provincia è molto importante, ma esso necessita di un mercato del lavoro funzionante. In assenza dovremo sopportare gli effetti collaterali della piena occupazione: più lavoro, ma meno lavoratori adatti a determinate professioni.
Le soluzioni sono tutte in capo alle competenze della Provincia. E della sua e nostra Autonomia. Usiamola!
(www.albertostenico.it)