Culture | Un film in 48 ore

GIRARE IN UNA CITTA' NUOVA

L'esperienza di Roberta alla prima edizione del BZ48H Short Film Contest
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Foto: lo staff

Roberta Borgonovo - Bee Team

Chi sei?

Sono una regista/videomaker. Ho studiato regia alla Civica Scuola di Cinema di Milano e fin da piccola sono sempre stata attratta dall’analisi delle persone, dei loro gesti, i non detti, i sottotesti. Osservo molto quello che mi sta attorno. Quello che amo del lavoro in troupe è la collaborazione con diverse professionalità. Come regista devi essere capace di preservare i rapporti e l'equilibrio nel team senza perdere il tuo punto di vista, lo stampo registico.

Perché hai deciso di partecipare al BZ48H?

Non ero totalmente decisa di buttarmi in questa avventura finché ad un certo punto, durante una vacanza, ho sognato che dovevo partecipare, il mio subconscio, o meglio un sogno, mi ha spronato a fare questo salto nel vuoto che nel nostro mestiere ogni tanto bisogna fare. Le 48 ore sono state una bella scuola, la tempistica è stata un po’ una pentola a pressione.

Hai avuto modo di conoscere meglio Bolzano attraverso il BZ48H?

Sicuramente! Ero già stata a Bolzano ma alcuni membri del team no e anche tramite uno degli indizi, il luogo, ci siamo spostati in una zona meno turistica come Oltrisarco e abbiamo girato un paio di scene. Abbiamo anche mostrato la faccia più conosciuta di Bolzano, il mercato del sabato e piazza Walther. Quando l’Azienda di Soggiorno ci ha conferito il premio per il turismo, non ce lo aspettavamo dal momento che eravamo l’unico team proveniente da Milano. Forse proprio questa estraneità ai luoghi ci ha permesso di guardare alla città come un turista che la vede per la prima volta.

Come è nato il cortometraggio?

Siamo partiti solo dagli attori. Sapevamo di avere un uomo e una donna. Volevo che fosse la storia di due fra-telli. Tutti nella troupe avevamo un rapporto con un fratello o una sorella e, come spesso accade, questi rap-porti avevano delle questioni irrisolte. Questo tema familiare ci è sembrato un grande bacino da cui attingere. Gli indizi poi ci hanno portato da un’altra parte. Il nostro film è stato un percorso di scoperta di questi due personaggi. Scoperta è la parola che lego al BZ48H: scoperta di input, di persone, di professionalità, di luoghi e di realtà.

SAMIRA MOSCA