Pesticidi? No grazie
Lo sapevate che ormai le molecole dei pesticidi si trovano anche nel miele che mangiamo la mattina a colazione? Esse passano attraverso la cera delle celle – anch’essa prodotta dalle api - nel dolce nettare poi raccolto dagli apicoltori. Ce lo racconta Diego Pagani, rappresentante del Conapi (Consorzio api di Bologna) che ci istruisce anche sul perché il 40% (!) ormai delle api è scomparso a livello nazionale - e non solo, dato che la scomparsa delle api viene registrata sull’intero pianeta – per colpa dell’uso di farmaci neucotinoidi usati in modo sempre maggiore. Essi agiscono per l’intera durata della vita della pianta andando a inquinare persino l’acqua che rilascia la stessa pianta, per cui tutto ciò che è legato a essa (foglie, fiori, frutti, liquidi) contiene più tardi questo principio attivo della soluzione spruzzata sulla piantina giovane o meno giovane.
L’apicoltore emiliano-romagnolo è una delle tante persone intervistate che si vedono nel documentario Pesticidi, siamo alla frutta di Andrea Tomasi e Leonardo Fabbri della durata di sessanta minuti. Sono minuti densi di informazioni che vorremmo non aver mai dovuto sentire e, grazie al giornalista trentino de “L’Adige” Tomasi, veniamo a sapere - con dati e statistiche alla mano - la drammatica situazione in cui oggi verte l’agricoltura tra l’aria, l’acqua e il suolo che nutrono le piante, e quindi il cibo a essa connessa, in tutto lo stivale. Il focus è puntato sulla coltivazione delle mele, ma non perché è il frutto più coltivato dalle nostre parti, quanto perché è quello che crea più problemi sul piano della sua crescita. Veniamo a sapere che la Slovenia li ha già sospesi nel 2011 quei farmaci neucotinoidi, e vien da chiedersi: perché non anche da altre parti?
Autoprodotto e autofinanziato, questo documentario è stato realizzato nel tempo libero degli autori e di tutti coloro che vi hanno preso parte gratuitamente regalando il proprio tempo, talento e l’energia. D’altro canto questo ha garantito una grande libertà autoriale che si specchia nelle persone intervistate e nei rapporti citati. In questo film urlano i numeri che trovano conferma nel recente rapporto Ispra. Ad esempio, coloranti e coadiuvanti aggiunti nei prodotti commerciali ne aumentano la tossicità; studi compiuti tra Forlì e Torino indicano la conoscenza inadeguata della contaminazione che avanza e immagini di repertorio dall’archivio di una rete televisiva locale, il Canale 10, mostrano un dibattito sul tema andato in onda nel luglio 2012 con tra gli ospiti un Matteo Renzi, allora presidente della regione Toscana, nelle vesti di un assoluto baston contrario a ogni frase pronunciata dalla oncologa Gentilini mentre racconta di analisi compiute su donne incinta che trasmettono le informazioni dei fitofarmaci ai loro feti esponendoli, quindi, ancora in fase di crescita nella pancia ben protetta ai pericoli dell’ambiente circostante.
Un uomo ripreso di spalle nel raccontare con voce alterata le proprie vicissitudini di contadino “costretto” a usare sempre più fitofarmaci menziona dai trenta ai trentacinque trattamenti per stagione nella zona del Trentino unicamente per le melicolture. Il prodotto irrora le piante, certo, ma va poi a disperdersi nell’ambiente e si usano i vaporizzatori perché non c’è più il tempo sufficiente per fare a mano ciò che altrimenti, forse, potrebbe risultare più accettabile. Nel campo dell’agricoltura sostenibile ad esempio si usa soltanto il rame, e pensare che i pesticidi sono in uso soltanto dalla fine della seconda guerra mondiale! Il biologico è in aumento anche in Trentino e il pediatra Leonardo Pinelli mette in guardia dall’aumentato rischio oncologico per i bambini a causa dei multiresidui negli alimenti per via di tante leggi adeguate mancanti.
Nella provincia del Trentino non ci sono vicende giudiziarie in corso come invece è il caso in quella di Bolzano per via del referendum svoltosi nel 2016 a Malles, dove fu deciso con un netto 76% di istituire un comune “libero dai pesticidi”. In compenso c’è un confronto acceso che genera enormi tensioni a fronte di una coltivazione bio che si estende per trecento ettari contro i settemila (!) coltivati in modo convenzionale. Intanto è passata la norma che vieta l’uso del glifosato per il verde pubblico in centosettanta comuni, tale norma non vale però nel campo del privato.
Di glifosato, infatti, nella sola provincia dell’Alto Adige si spruzzano tra le dieci e le cinquanta tonnellate all’anno, mentre la cartina con le regioni italiane nel colorarsi di varie tonalità di arancio indica le diverse quantità utilizzate e mostra che in ben dodici regioni, tra cui l’Emilia-Romagna, si usano cento tonnellate. Wow! - ma sale subito la riflessione riguardo la proporzione delle dimensioni dei vari territori, mentre cosa altrettanto grave è che le particelle contaminanti ormai si trovano persino sui ghiacciai nel mondo intero. Tutto risulta inquinato: aria, oceani, ghiacciai, terreni… Prendiamo l’esempio delle Alpi: le polveri si depositano concentrandosi nel ghiaccio che poi si scioglie diventando acqua che scorre a valle…
Pesticidi, siamo alla frutta non è soltanto una serie di teste parlanti messi in fila, no, c’è un ritmo visivo gradevole affinché chi guarda non debba subire una indigestione di tutti questi dati allarmanti, non ultimo sul piano meteo dato che l’inquinamento – come ben sappiamo - ha contribuito non poco al cambiamento del clima, le aumentate piogge, i rapidi passaggi di venti, temporali, anche con forti grandini, spesso non prevedibili. Così nel finale Tomasi fa dire all’attore Marco Paolini di cui cita un brano di uno spettacolo sul tema: “e la grandine, perdio, dove la metto nel bilancio del pianeta? A costo o a ricavo?”.
Biancaneve non è sola, recita il sottotitolo del film che dovrebbe essere proiettato ovunque, nei comuni, nelle industrie, nelle assemblee della Lega dei contadini e soprattutto nei luoghi di coloro che li producono quei prodotti inquinanti e che inducono i coltivatori a usarli. La coltivazione intensiva è redditizia, sì, per alcuni, ma quanto ci costa sul piano della salute nostra e del pianeta? L’ecosistema naturale si è trasformato in un esperimento chimico globale all’interno del quale noi umani rivestiamo il ruolo di cavie. È ormai provata l’origine fetale di tante malattie anche gravi a causa della catena germinale e il rischio di “inquinare” il proprio figlio è sempre più alto per gli uomini nel periodo pre-concezionale. Non si tratta di danno diretto quanto di trasmissione delle informazioni che, al momento in cui si verificano le condizioni adatte, vanno a creare cellule malate.
Discorsi di questo tipo nessuno li vuole sentire nei palazzi della politica. Lo sanno bene gli abitanti di Malles sul cui comune pende ancora l’incognita dell’esito del processo amministrativo in corso visto che la sentenza verrà pronunciata soltanto a gennaio del 2019. Il blog istituito da Johannes Pertinger, il farmacista che è tra gli iniziatori della sollevazione in massa contro il diktat dei pesticidi, Der Malser Weg annuncia che venerdì 5 ottobre ci sarà una fiaccolata (punto di ritrovo alle 18 davanti al Museo archeologico in via Museo) per puntare il faro sulla questione, finora tralasciata nella campagna elettorale tutta costruita attorno al doppio passaporto come se fosse il quesito attualmente più importante per la sopravvivenza degli alto-atesini.
La storia di quella lotta di un gruppo di abitanti di un paese nell’Alta Val Venosta che ormai dura da una decina d’anni è narrata in un altro documentario, Das Wunder von Mals, in lingua tedesca, realizzato dall’austriaco Alexander Schiebele, anch’esso autofinanziato e autoprodotto, e appena ci saranno i fondi necessari uscirà anche nella versione sottotitolata in italiano. Lo promettono nel corso della discussione al termine della proiezione in anteprima al Cinema Capitol (riascoltabile in rete su youtube). Il tema del Wunder von Mals è altrettanto forte e qui lo stile in cui la lotta si conduce è di grande inventiva, come ai tempi dei “creativi del 77” a Bologna (durante le lotte studentesche) o delle tute bianche ai tempi di Genova 2001 contro il G7. O degli Anonymous dentro e fuori la rete. Dai primi striscioni ai pupazzi con le maschere a gas, dai mattoni sulla piazza centrale numerati per indicare i 2.377 votanti favorevoli per il referendum totalmente ignorati dal palazzo centrale della politica alle “tute bianche” che vanno in bici attraverso le piantagioni… tutte azioni di grande effetto. All’estero Malles è considerata “l’isola nel mare delle mele” e la parabola vincente usata nel film è quella di Asterix e Obelix nei famosi fumetti di Goscinny e Uderzo, il paese dei galli che si ribella contro l’impero romano. Tutto ciò permette leggerezza e ironia per portare sullo schermo un argomento pesante come il piombo, ossia i multiresidui e le sostanze velenose che ormai si trovano dappertutto. Das Wunder von Mals ha il pregio di portare a conoscenza di un vasto pubblico la questione, fornisce informazioni rispetto alla dannosità dei trattamenti coi fitofarmaci e al poco rispetto da parte della politica provinciale verso il volere di tanti cittadini benché troppo pochi per cambiare le leggi… Ricordiamo a tutti, a questo punto, l’incipit con cui inizia il rapporto Ispra 2018, di sicuro non inventato, vista l’autorevolezza della pubblicazione: “Concepiti per combattere organismi ritenuti dannosi, i pesticidi possono comportare effetti negativi per tutte le forme di vita. In seguito all’uso possono lasciare residui nell’ambiente, con un rischio per l’uomo e per gli ecosistemi. In Italia si utilizzano ogni anno più di 130.000 tonnellate di prodotti fitosanitari, mentre non si hanno informazioni adeguate sui biocidi impiegati in tanti settori di attività. Il monitoraggio dei pesticidi nelle acque richiede una rete che copra gran parte del territorio nazionale, il controllo di un grande numero di sostanze e un continuo aggiornamento.”