Chronicle | Pubblico impiego

Didattica a distanza: ecco il bonus IT

Nel contratto l’aiuto da 500 euro per gli insegnanti delle scuole provinciali. “A breve anche a chi lavora nelle statali”. La Cgil: “Ma non basta, più soldi ai docenti”.
Computer, IT
Foto: Pixabay

L’adeguamento all’inflazione, pari ad un +1,1% dal 2021. La definizione strutturale dello smart working oltre l’emergenza Covid. Senza dimenticare i buoni pasto (fino a 7 euro, non saranno però assegnati a chi lavora da casa) e il bonus informatica per gli insegnanti delle scuole d’infanzia e delle professionali, “che in breve tempo”, dice la Provincia, sono dovuti passare alla didattica a distanza causa misure anti-virus. Una misura, quest’ultima, da estendere “a breve anche ai colleghi delle scuole statali”, come promettono da Palazzo Widmann (anche se i sindacati, vedi la Cgil-Agb, lamentano in generale lo scarso riconoscimento economico per i docenti). Sono i punti contenuti nella seconda parte del contratto intercomparto per i 33.500 lavoratori del settore pubblico locale in Alto Adige. La bozza, presentata ai sindacati dalla delegazione guidata dal direttore generale della Provincia Alexander Steiner, è pronta per la firma. In campo ci sono 300 milioni per il triennio 2019-2021.

 

Lunedì 9 novembre si chiude

 

La Provincia parla di un “grande passo avanti” nelle trattative sul rinnovo del contratto collettivo di intercomparto 2019-2021, proseguite in questi giorni in videoconferenza. La delegazione pubblica, guidata da Steiner e dal direttore della Ripartizione personale Albrecht Matzneller, ha illustrato ai rappresentanti dei sindacati la bozza della seconda parte contrattuale. “L’obiettivo - dice Steiner - è concludere il confronto lunedì prossimo (9 novembre) e sottoporre il documento alla giunta provinciale il 17 novembre per l’approvazione”.

Il rinnovo contrattuale interessa i 33.500 lavoratori di Provincia, sanità, Comunità comprensoriali, Comuni, case di riposo, Ipes, Aziende di soggiorno di Bolzano e Merano. Sui 300 messi a disposizione per il periodo 2019-2021, 60 milioni potranno essere utilizzati grazie alla sottoscrizione del secondo accordo e assegnati agli addetti delle amministrazioni pubbliche.

 

Adeguamento all’inflazione

 

La bozza contrattuale posta al centro delle trattative, prevede, dal primo gennaio 2021, un ulteriore adeguamento degli stipendi dei dipendenti pubblici al tasso di inflazione, che per il prossimo anno applica la rivalutazione dell’1,1% in base all’indice IPCA. Per Matzneller si tratta “di un’innovazione sostanziale”: “Con questo contratto abbiamo liquidato adeguamenti all’inflazione basati sull’indice IPCA al primo gennaio di ogni anno. Per il 2019 tale indice era dello 0,9%, nel 2020 dell’1%”. L’effettivo conguaglio rispetto al reale tasso d’inflazione dovrebbe avvenire al più tardi entro il 30 giugno 2023, in sede delle contrattazioni per il nuovo contratto di comparto 2022-2024.

 

 

 

Smart working e buoni pasto

 

Uno dei punti centrali della bozza contrattuale è legato allo smart working. Matzneller ha sottolineato l’importanza del regolamento quadro, elaborato in sinergia con i sindacati. L’agganciamento del regolamento per lo smart working nel contratto collettivo di comparto, infatti, rende possibile la scelta di questa ulteriore tipologia lavorativa anche oltre il periodo dell’emergenza da Covid-19 e a prescindere dalle disposizioni statali. In base al regolamento predisposto si potrà lavorare “smart” in un lasso temporale compreso tra le 5 e le 20 ore, sulla base di un accordo individuale.

Sono previsti anche adeguamenti per quanto riguarda il servizio mensa, ovvero per i buoni pasto. Tenendo presenti gli accordi e i contratti attuali, è previsto un incremento graduale degli importi fino a 7 euro. I dipendenti che svolgono l’attività lavorativa in modalità di smart working, però, non hanno alcun diritto di percepire questa agevolazione.

 

Bonus IT per i docenti

 

Previsto anche un bonus informatica di 500 euro per presidi tecnologici destinato al personale pedagogico delle scuole per l’infanzia, per gli insegnanti preposti all’integrazione, e per gli insegnanti delle scuole professionali e per le scuole musicali che nell’anno scolastico 2019/2020 - riepiloga la Provincia - hanno dovuto passare in breve tempo alla didattica a distanza e a tal fine hanno dovuto dotarsi in proprio della necessaria apparecchiatura. “Si tratta di un riconoscimento per le prestazioni dei formatori in un lasso temporale difficoltoso, che andremo a riconoscere in modo analogo anche agli insegnanti delle scuole statali”, ha detto Steiner.

 

La Cgil: ma non basta

 

Il bonus IT rappresenta una novità per la scuola altoatesina. In provincia di Bolzano infatti, come nota Stefano Fidenti, segretario generale della Flc-Cgil/Agb, la Carta docenti nazionale non è stata finora recepita: “Il rimborso valido sia per gli strumenti informatici che per libri o corsi per la formazione non è una tantum, ma si rinnova ogni anno. Un punto molto importante”. In generale il sindacato preme per un riconoscimento adeguato ai docenti nell’ambito della trattativa sull’adeguamento del contratto per il triennio 2019-2021, anche questa in dirittura d’arrivo con la Provincia (la prossima settimana). La distanza tra le parti si misura sulle cifre messe in campo - e su una disparità per gli insegnanti lamentata dai sindacati e non solo.

Per Fidenti, i 10 milioni messi a disposizione per il 2020 dalla Provincia, “validi metà per il bonus IT e l’altra metà come recupero della produttività, già riconosciuto ai colleghi del pubblico impiego nel primo stralcio del contratto” sono pochi. “Primo, c’è il rischio che il bonus non sia continuativo, come invece impongono la didattica a distanza, resasi ormai strutturale per l’emergenza Covid, e l’innovazione informatica, basti pensare al registro elettronico - conclude Fidenti - Secondo, i 5 milioni concessi come adeguamento degli stipendi sono totalmente insufficienti. Se la Provincia volesse davvero riconoscere nel triennio ai 10.000 insegnanti delle scuole statali in Alto Adige quanto ha concesso ai provinciali dovrebbe stanziare 80 milioni. Ebbene, se si dichiara la parità di trattamento poi bisogna essere coerenti”.