La/das Meran/o di/von Harry
“Harry Reich è un personaggio unico, sia per quanto riguarda la sua vita, sia per quanto riguarda la sua presenza in città”. A dirlo è Toni Colleselli, curatore, assieme a Sonja Steger, di Merano/ face to face, un’originale pubblicazione (Edizioni alphabeta Verlag) fatta di testi ed immagini dedicata a Harry Reich per i suoi sessant’anni.
“Harry ist einzigartig”, sagt Sonja. “Ein wahrer Kultur-Motor für Meran. Seit Jahrzehnten gibt er der Freien Szene kreative Impulse. Ein großer Motivator – in der Tat, der Gott und die Welt kennt und für gemeinsame Projekte begeistern kann. In Erinnerung sind die großen Stadt-Festivals in den Neunzigerjahren – die Nacht/la notte, Wallfahrt der Träume etc. Vorbehaltslos und aufgeschlossen geht er auf die Menschen zu, er ist neugierig, wissensdurstig und gesprächig”.
“È un artista”, aggiunge Colleselli, “ottimo pittore autodidatta che – a fasi alterne – produce dipinti di grande intensità, senza però essere riuscito ad entrare nel circuito dell’arte ‘che conta’; e poi è un artista di vita che da sempre si inventa mestieri da fare (dal Dj al volantinaggio o all’organizzatore di mercatini). E sono tutti mestieri che lui riesce poi a svolgere a sua immagine e somiglianza”.
Meran/o face to face è dedicato alla città del Passirio vista come una realtà per così dire “anomala”, sui generis rispetto al territorio che la circonda. “L’altro aspetto di Harry è quello dell’animatore culturale. Ha bisogno di vestire la città di cultura, di coinvolgerla. Tutte le sue iniziative – da La Notte (1994) alle Photonights (anni 2010) – coinvolgono direttamente decine di artisti e/o intellettuali, ma anche – e in modo quasi prepotente – gli spettatori, il pubblico, la gente della città. Harry poi ha la capacità di non dividere la cultura, di non distinguere tra alta e popolare, tra tradizione e avanguardia, tra i generi. Lui congiunge, mette in contatto, porta insieme ciò che troppo spesso è diviso da norme, da abitudini, da convenzioni e – da noi – dalla lingua. Harry è il syn-bolon di Merano”.
Ma quale immagine della città scaturisce dal libro di Harry, Sonja e Toni? “Il volume racconta, da subito, le facce di Merano”, spiega ancora Colleselli. “Non in senso figurato, ma proprio i visi della gente. E questi volti parlano di una Merano attiva, partecipata, coinvolta, forse creativa. È la Merano di Harry Reich. Le sue fotografie sono un modo per coinvolgere le persone nel gioco pubblico, sono un modo, per lui e per i soggetti fotografati, di mettersi in gioco, insieme. Non so se queste fotografie ritraggono Merano così com’è, ma sicuramente raccontano una Merano che c’è”.
Oltre le immagini il libro raccoglie più di quaranta testi che “raccontano, un po’ come le foto, ma in maniera del tutto autonoma, le mille sfaccettature di questa città e del personaggio Harry Reich. Ci sono rabbia e nostalgia, incanto e nausea, rassegnazione e voglia di combattere. E poi c’è anche un po’ di storia di questi ultimi anni. I testi sono molto diversi l’uno dall’altro (poesie, ricordi, riflessioni, tesi), alcuni però colgono aspetti della città che solo Harry poteva ispirare all’autore. Una Merano da vivere intensamente”.
“Die erste Reaktion einiger Meraner – erzählt Sonja Steger – war folgende: ‘Wow, wir leben wirklich in einer tollen, bunten und außergewöhnlichen Stadt’. Ja, auch dieses Bild wird vermittelt. Meran kommt vielleicht sogar ein bisschen zu gut weg. Aber wir wollten ja kein sozialkritisches Werk auf die Beine stellen, sondern eine spontane, lebensfrohe Momentaufnahme der Stadt und der Menschen, die in ihr leben. Dies gelingt gut, dank der Fotos von Harry. Die gesammelten Texte von rund 40 Autorinnen und Autoren, sowie Menschen, die etwas zu sagen haben, erzählen vom Maler, Fotografen, Kulturarbeiter, DJ, Plakatierer etc. Harry Reich, aber nicht nur, es gibt auch, nennen wir sie Stadtstiche, Eindrücke, Beobachtungen, Gedanken zu Meran”.
In manchen Texten kreuzen sich diese beiden Stränge natürlich. “Ein Spiegelbild unserer Stadt entsteht auch dadurch, dass wir deutschsprachige und italienische Texte durchmischt und ohne Übersetzung einfließen ließen”.