Politics | Verso il voto

"Sia la Lega a dettare la linea"

Per Bessone "non ha senso fare un programma con Fratelli d'Italia: loro sono nazionalisti, noi autonomisti". Maturi? "Faccia un'analisi etica del suo comportamento"
Massimo Bessone
Foto: Massimo Bessone

Pur giudicata poco attraente da molti media, la vicenda SAD – Freunde Im Edelweiss, oltre a mettere a nudo le meschinità di un gruppo di potere all’interno dell’SVP, ha mostrato quanto esplosiva fosse, a ridosso del voto provinciale del 2018, la situazione nella Lega altoatesina. Massimo Bessone, nettamente il più votato tra i salviniani e quindi vicepresidente “di diritto” fu vittima di una sorta di complotto e per il ruolo di “vice Kompatscher” gli fu preferito Giuliano Vettorato, l’uomo più vicino all'allora potente deputato Filippo Maturi. Nonostante il botto elettorale (4 eletti) il partito stava per andare in frantumi, ma alla fine ne uscì solo Carlo Vettori (oggi azzurro) mentre Vettorato, Bessone e Mattei trovarono il modo di convivere anche se con sorrisi a denti stretti. Maturi, che sembrava avere il vento in poppa e in un batter d’occhio si era abilmente conquistato i favori incondizionati dei mezzi di informazione della famiglia Ebner (memorabile l’editoriale di Toni, ad urne ancora calde, che sdoganava Giorgia Meloni e già rimpiangeva l’uscita di scena del “suo” Filippo), l’anno scorso, all’improvviso, si è incagliato. Non è dato sapere quale sia stato l’errore che ha commesso, ma qualcosa è andato senza dubbio storto se gli è stato dato un posto in un collegio-kamikaze ed ha dovuto così dire addio al seggio parlamentare dopo una sola legislatura, cosa rarissima di questi tempi. L’ex deputato si è vendicato in tempo reale facendo mancare il sostegno a Bosatra che ha poi “ciccato” l’elezione per una manciata di voti anche se ora lavora comunque gomito gomito con il ministro Calderoli e potrebbe essere il suo uomo in Commissione dei Sei. Passato qualche mese, Maturi non ha fatto in tempo a stappare lo champagne per l'avvicinamento del sindaco di Laives Christian Bianchi alle Civiche (e non alla Lega), che nella corsa verso il seggio “di riserva” in consiglio provinciale ha sbattuto il muso contro una delle mille trasmissioni nazionali che cercano scandali nella politica. Ed è curioso che la mazzata sia arrivata da “Fuori dal coro” su Rete 4, canale amicissimo del suo partito. La sfortuna, per Maturi, è stata di essere uno dei due soli leghisti definiti “onorevoli ciuf ciuf” che a fine della scorsa legislatura, tra luglio e ottobre 2022, avevano fatto scorta dei biglietti ferroviari “carnet” all’agenzia viaggi della Camera (Maturi per complessivi 1016 euro). I molti nemici che l'ex deputato si è fatto nella Lega ora ne chiedono più o meno apertamente l’espulsione. Il più nemico tra i nemici, Bessone, adotta una linea neanche troppo dura.

salto.bz: Partiamo dalle note dolenti. La Lega non fa un gran figura con la vicenda dei rimborsi del treno. Si è parlato di una possibile espulsione di Maturi. Lei che ne pensa?

Massimo Bessone: Mi permetto di fare solo tre considerazioni. La  prima è di ordine giudiziario: c’è un esposto di un consigliere provinciale (Leiter Reber dei Freiheitlichen), e la magistratura potrà quindi accertare eventuali violazioni.  La seconda è di ordine morale: io, come credo anche altri, non chiedo rimborsi che mi spetterebbero, e quindi credo che sia corretto che Maturi faccia un analisi del suo comportamento da punto di vista etico. La terza riguarda il partito, che dal mio punto di vista è simbolo di correttezza. Decideranno gli organi competenti come agire e sono sicuro che lo faranno tenendo conto del bene del movimento. Altro non mi permetto di dire.

 

Lei non si è unito al coro del centrodestra contro il sindaco di Laives Christian Bianchi, che è stato metaforicamente “massacrato” per la sua uscita pubblica in favore delle Civiche.

Credo che sia Bianchi che Zanin possano giustamente ambire ad ottenere qualcosa in più per loro stessi e i movimenti civici che rappresentano. Noi siamo la Lega e non dobbiamo avere paura della Civica, siamo ottimi amministratori, stiamo facendo bene ovunque, non dobbiamo guardare a cosa fanno gli altri”. Credo che i movimenti civici in Alto Adige abbiano avuto anche senso nelle città in cui sono nati.

Voi siete la Lega, ma il vostro partito è stato nettamente ridimensionato dal voto nazionale ed ora in cabina di regia c’è Fratelli d’Italia.

A livello nazionale prima era forte Forza Italia, poi è toccato alla Lega, e ora sta salendo Fratelli d’Italia. C’è una sorta di ciclicità. Ma noi della Lega abbiamo la fortuna di avere ottimi ministri  e quindi non ho dubbi che i consensi torneranno. Non sono d’accordo su ciò che lei ha detto. In questo momento siamo io e Vettorato ad avere in mano il pallino, siamo noi al governo della Provincia. Lavorando assieme dobbiamo fare il possibile per mantenere la leadership nel centrodestra. Il nostro partito è influenzato da quello che accade a livello nazionale, per cui è molto probabile che Fratelli d’Italia avrà una forte crescita, ma se siamo uniti, credo che non avremo problemi a riconfermare due-tre consiglieri e a porci come interlocutori.

Come dimostra quello che sta accadendo a Trento, dove la leadership di Fugatti è stata messa in dubbio, Fratelli d’Italia si sente già ora la leadership sulle spalle. Cosa ne pensa del tentato “defenestramento” del presidente trentino.

Non mi piace affatto quello che sta avvenendo. Il Trentino è stato ben governato in questi anni ed è necessario provare a trovare un accordo tra tutte le forze di centrodestra a suo sostegno. Come Lega siamo in maggioranza e il centrodestra nel suo complesso ha la maggioranza, in Trentino. In Alto Adige, invece, è diverso, ci sta che da noi altri mirino a prendere il posto della Lega al governo. Ma litigando tra forze del centrodestra si rischia che succeda come a Verona, dove abbiamo regalato la città al centrosinistra. Trovo quindi giusto che Fugatti vada avanti, Fratelli d’italia potrà trovare i propri spazi nella sua giunta.

Noi non dobbiamo avere paura di nessuno, siamo il partito che governa, siamo noi a dover dettare la linea del centrodestra, non Fratelli d’Italia

Ma il centrodestra in Alto Adige si presenterà in ordine sparso?

Leggo che colleghi di partito della Lega intendono fare un programma comune del centrodestra con Fratelli d’Italia. Ma la Lega è un movimento federalista, autonomista, che lavora per tutti e tre i gruppi linguistici. Fratelli d'Italia è da sempre un partito nazionalista. Noi non dobbiamo avere paura di nessuno, siamo il partito che governa, siamo noi a dover dettare la linea del centrodestra, non Fratelli d’Italia. E io credo che ognuno deve fare un proprio programma coerente con la propria storia e dopo le elezioni ci si confronterà. Fratelli d’Italia guadagnerà sicuramente molti consensi, ma, ripeto, al governo ora ci siamo noi. Dobbiamo poi fare attenzione a non fare in modo che il più grande nemico della Lega sia la Lega.

Fino a settembre 2022 il più grande nemico della lega è stato però Alessandro Urzì di Fratelli d’Italia. Per questo dice che non ha senso fare un programma comune?

Alessandro Urzì ha fatto per quattro anni la battaglia contro di noi perché convinto di pescare nello stesso bacino elettorale. Ci ha costantemente preso di mira, a volte con argomenti che potevano avere senso, altre in modo veramente assurdo. Marco Galateo, sapendo che avrà una buone chance di guadagnare consensi, ha deciso che gli conviene collaborare anche con l’Svp. Una scelta legittima. Ma, ripeto, sta a me e Vettorato lavorare assieme per continuare questa esperienza di governo.

Quindi lei giudica il recente “autonomismo” di Fratelli d’Italia come costruito ad arte?

Non mi esprimo sulle motivazioni delle scelte fatte da altri partiti. E’ evidente a tutti che l’atteggiamento è cambiato all’improvviso. Avranno valutato che fare opposizione dura va bene fino a un certo punto. Criticare è facile, “fare” è difficile. Noi stiamo "facendo" e bene. Questo è quello che deve contare.