Economy | Emergenza imprese

“Covid-19, salviamo i posti di lavoro”

L’impatto del coronavirus e le proposte delle categorie alla Provincia. Rete economia: credito, liquidità, cassa integrazione. La Germania: non andate in Alto Adige.
Incontro, coronavirus, Provincia
Foto: CNA-SHV

Un grido d’allarme e assieme una richiesta di misure efficaci anche a livello locale per attenuare il pesante impatto economico dell’epidemia in corso di coronavirus. È la richiesta che muovono i rappresentanti di imprese e sindacati riuniti questa mattina in un incontro la giunta nel cortile interno del palazzo della Provincia di Bolzano. “Insieme possiamo e dobbiamo trovare le soluzioni per salvaguardare aziende e posti di lavoro dai danni che sta causando il virus” è l’esortazione che giunge da Claudio Corrarati, portavoce di Rete Economia-WirtschaftsNetz e presidente degli artigiani di Cna-Shv.

 

Un pacchetto di proposte operative

 

L’imprenditore è intervenuto assieme ad altri colleghi e rappresentanti di categoria per illustrare, nell’incontro convocato dalla giunta provinciale con le parti sociali, un pacchetto di proposte operative. All’inizio della prossima settimana, precisa la Confederazione, i suggerimenti in campo verranno esaminati da un tavolo congiunto di tutte le associazioni economiche.

Insieme possiamo e dobbiamo trovare le soluzioni per salvaguardare aziende e posti di lavoro dai danni che sta causando il virus (Claudio Corrarati, Cna e Rete Economia)

Rete Economia, che ha raccolto le proposte di Cna-Shv, Confesercecenti, Coopbund e CooperDolomiti, si è focalizzata su alcuni punti: la necessità di un accordo con le banche locali per sospendere il rating delle imprese, che inevitabilmente si abbasserebbe fino a rendere impossibile attingere ai prestiti; l’estensione della sospensione delle rate di mutui, prestiti, leasing, tasse e tributi anche locali a tutte le imprese con ipotesi di rinvio delle rate di 6-12 mesi; l’utilizzo delle risorse di Alto Adige Finance per l’istituzione di prestiti bullet di liquidità; l’aumento del fondo di dotazione della cooperativa di garanzia delle Pmi Garfidi e l’istituzione di un voucher di garanzia offerto dalla Provincia per attivare prestiti di liquidità immediata. 

L’elenco prosegue con altre proposte: sostegno economico a tutti i fondi di solidarietà esistenti e l’estensione dei fondi di solidarietà ai lavoratori di tutti le aziende anche con meno di 5 addetti (attualmente è coperto solo l’artigianato); sostegno immediato alle cooperative che gestiscono servizi e microstrutture per l’infanzia, indispensabili nelle città e in tutte le valli, la cui attività è sospesa come quella delle scuole, che rischiano il default se lo stop si prolungasse per ulteriori periodi; sospensione del pagamento della Cosap e dell’obbligo di presenza per i commercianti ambulanti.

Auspichiamo un’intesa tra parti sociali e politica in tempi rapidissimi per tranquillizzare imprenditori e lavoratori”, ha concluso Corrarati.

 

La Uil e i lavoratori artigiani

 

Sull’incontro definito “interlocutorio” tra Provincia e parti sociali interviene anche Toni Serafini. Il segretario generale della Uil-Sgk in provincia di Bolzano chiede una maggiore tutela per una delle categorie del settore privato, proprio nel settore artigiano. “Oggi - precisa - i lavoratori e le lavoratrici del settore pubblico sono totalmente tutelati, quelli dei settori privati invece non tutti, in particolare sono tutelati i lavoratori di aziende con più di cinque dipendenti, eccetto il settore artigiano che ha un fondo specifico nazionale (Fsba). Purtroppo in sede locale il Fondo di solidarietà bilaterale, nato con accordo tra le parti nel dicembre 2015, prevede la partecipazione solo di datori di lavori che occupano più di cinque dipendenti, questo perché, allora, alcune organizzazioni imprenditoriale posero questo paletto. Oggi dobbiamo superare questo scoglio, lo abbiamo chiesto come UIil-Sgk. Nei prossimi giorni si terrà pertanto un incontro tra le parti sociali”.

 

La Germania: non andate in Alto Adige

 

Intanto un colpo all’economia del Sudtirolo - già definito area a rischio dall’istituto Robert Koch - e al suo settore trainante, il turismo, arriva dalla Germania. Il ministero degli esteri di Berlino ha inasprito le norme di viaggio per l’Italia e ora sconsiglia i viaggi, se non assolutamente necessari, in Alto Adige, Emilia-Romagna e Lombardia.