In nome del Rispetto

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“Respect” è il titolo dell’opera a cielo aperto creata da Federica Moi, 27 anni originaria della Sardegna – nome d’arte EFF.E.MME –, e Diego Tartarotti – in arte 2RXST – bolzanino di 29 anni, per celebrare l’8 marzo, Giornata internazionale della donna. Il murale, che misura 8 metri di larghezza per 2 di altezza, è stato riprodotto dai due artisti in viale Druso a Bolzano su incarico del comitato paritetico per le pari opportunità Cgil e inaugurato ieri, 7 marzo. Il progetto, realizzato con la collaborazione dell’ufficio donna e l’assessorato alle pari opportunità del Comune, mette a fuoco il tema della donna, del rispetto e del lavoro al femminile.
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"L’idea che l’opera fosse dedicata alla ricorrenza dell’8 marzo ma che avrebbe continuato a esistere anche oltre questa data mi ha entusiasmato" (Federica Moi, in arte EFF.E.MME) Foto: Moi/Tartarotti
SALTO: Partiamo dal processo creativo: come nasce e si evolve l’idea di “Respect”?
Diego Tartarotti: L’opera mi è stata commissionata dalla Cgil che mi ha chiesto di coinvolgere nel progetto un’artista donna e io ho subito pensato a Federica, mia compagna di studi all’Accademia di Belle arti di Torino. Noi due avevamo peraltro già in programma di realizzare insieme un graffito e ci siamo detti: quale migliore occasione di questa. Con il sindacato abbiamo avuto un dialogo molto sinergico su come affrontare il tema portante, l’obiettivo era valorizzare la figura della donna per il ruolo che riveste nella società, ancora non sempre sufficientemente riconosciuto.
Federica Moi: Abbiamo caratterizzato tutti i personaggi con oggetti e simboli che rimandano a mestieri anche non tradizionalmente femminili. Ci sono ad esempio un’astronauta, una sportiva, una meccanica, una giardiniera. Sei donne in tutto, tre dipinte da me e tre da Diego, che dialogano organicamente nello spazio, su uno sfondo naturale, una foresta. Una scelta, quest’ultima, fatta per evidenziare anche il terreno comune che esiste tra femminismo e ambientalismo, un richiamo che abbiamo ritenuto importante inserire nell’opera. La figura centrale da me disegnata è una manifestante che tiene in mano un fumogeno da cui esce la scritta “Respect”, il messaggio è chiaro: il rispetto per la donna e per il suo lavoro, nonché la necessità di proteggere i suoi diritti e le sue conquiste.
Abbiamo optato per un concetto molto semplice per l’opera, volevamo che fosse diretta e alla portata di tutti e che dialogasse con età e culture diverse (Diego Tartarotti)
"Per noi era fondamentale non solo mandare un messaggio ma anche realizzare qualcosa che ci stimolasse e divertisse, ci siamo appassionati molto al progetto e credo che questo trasparirà dal risultato finale" (Diego Tartarotti, in arte 2RXST) Foto: Moi/TartarottiQual è stata la vostra reazione di fronte alla prospettiva di realizzare questo progetto?
Federica Moi: È stata una bella emozione per me, l’idea che l’opera fosse dedicata alla ricorrenza dell’8 marzo ma che avrebbe continuato a esistere anche oltre questa data mi ha entusiasmato. Per me soprattutto questa è una piccola grande prova, ho avuto finora poche occasioni di dipingere su un muro, in particolar modo in un luogo così vissuto e frequentato dai bolzanini.
C’era il timore di cadere nella trappola della retorica attorno alla data celebrativa, è un problema che ci siamo posti con Diego, ma credo che siamo riusciti ad aggirarlo e a imprimere qualcosa di molto personale all’opera.Diego Tartarotti: Abbiamo deciso di inserire molti elementi nel murale, dettagli, colori, utilizzando sia vernice acrilica che bombolette spray. Per noi era fondamentale non solo mandare un messaggio ma anche realizzare qualcosa che ci stimolasse e divertisse, ci siamo appassionati molto al progetto e credo che questo trasparirà dal risultato finale. Già in corso d’opera la risposta dei cittadini è stata molto positiva, in tanti ci hanno fatto i complimenti e questo ci ha riempito di gioia. Abbiamo optato per un concetto molto semplice per l’opera, volevamo che fosse diretta e alla portata di tutti e che dialogasse con età e culture diverse. Ho proposto di realizzarla su uno spazio libero del muro perimetrale in viale Druso che già ospita nell’ambito del progetto “Il Mondo è Donna” ritratti di varie figure femminili a cui ora si aggiunge anche il nostro contributo, cosa che ci rende particolarmente orgogliosi. Ci teniamo anche a dire che è encomiabile che le istituzioni abbiano investito tempo e denaro per impiegare noi artisti su progetti dedicati a temi sociali di rilievo, perciò l’appello è agli enti pubblici e privati perché seguano l’esempio, permettendo così a sempre più addetti ai lavori di raccontare il mondo attraverso l’arte.
Mi piace pensare che le giovani generazioni che vedranno il murale giorno dopo giorno ne possano assorbire il messaggio, la speranza è che l’opera diventi una sorta di simbolo per loro negli anni a venire (Federica Moi)
La street art è manifesto politico e impegno sociale, oltre ad avere un’anima comunitaria esponendosi al dialogo con chi attraversa il contesto urbano. Qual è il valore aggiunto di un murale nella celebrazione della ricorrenza dell’8 marzo?
Diego Tartarotti: La street art non chiede il permesso a nessuno. Nel nostro caso, trattandosi di un lavoro su commissione, abbiamo creato qualcosa che potesse parlare a tutte e tutti. Abbiamo sentito e accettato la responsabilità di veicolare un messaggio e di trovare anche un compromesso con chi ci ha commissionato il lavoro, andando “incontro” alla società.
Federica Moi: Del resto l’artista deve essere un ponte tra la società e l’arte. Mi piace pensare poi che le giovani generazioni che vedranno il murale giorno dopo giorno ne possano assorbire il messaggio, la speranza è che l’opera diventi una sorta di simbolo per loro negli anni a venire.
Nell’Italia di oggi che significato ha la data dell’8 marzo?
Federica Moi: È un appuntamento da non mancare perché è un’occasione per ribadire i valori legati al femminismo, per partecipare a cortei e manifestazioni, per ricordare che l’8 marzo è una giornata di lotta, non certo una festa.
Diego Tartarotti: Scenderò in piazza l’8 marzo così come scendo in piazza ogni 25 novembre nella Giornata internazionale contro la violenza sulle donne perché per me è importante esserci. Abbiamo bisogno di sempre più uomini che si impegnino sul fronte di una sensibilizzazione positiva per realizzare quel cambiamento culturale che ancora fatica a compiersi.