Politics | La replica

“Ma quale cassa”

Caramaschi sulla chiusura delle porte dei negozi. “Risparmio e attenzione all’ambiente. I commercianti del centro non sono gli unici detentori dello sviluppo di Bolzano”.
Caramaschi
Foto: Comune di Bolzano

Ha sollevato una scia di polemiche da parte degli esercenti la delibera approvata martedì 4 aprile dal consiglio comunale la quale prevede che i negozi, a Bolzano, non possano più tenere le porte aperte “in modo prolungato” quando sono accesi il riscaldamento o l’aria condizionata. Per i “trasgressori” ci saranno multe da 50 a 500 euro. Una misura bollata dall’Unione commercio come inefficace e che “comporta anzi diversi svantaggi per i clienti e i commercianti del centro. Soprattutto i piccoli negozi del centro storico di Bolzano non hanno un sufficiente ricircolo dell’aria e sono quindi costretti a tenere aperte le porte. Inoltre l’argomento del risparmio energetico non è generalmente pertinente”.

Risponde ora il sindaco Renzo Caramaschi che l’obiettivo di tale provvedimento non è quello di penalizzare i commercianti o di fare cassa attraverso le eventuali sanzioni in caso di mancato rispetto di quanto disposto. “La misura, una volta firmata la relativa ordinanza sarà applicata con il doveroso buon senso e in maniera soft. Non c'è alcun intento persecutorio nei confronti di chicchessia”, sottolinea il primo cittadino che richiama all’ordine i negozianti del centro storico. “Spiace rilevare - afferma - come taluni rappresentanti degli operatori commerciali ritengano gli stessi commercianti del centro, gli unici detentori dello sviluppo della città, assumendo posizioni e atteggiamenti negativi spesso a prescindere dal contenuto e dalla natura dei provvedimenti stessi”.

Il sindaco insiste poi sui benefici per l’ambiente. Il provvedimento rientra tra le iniziative di sensibilizzazione - anche  a partire dall'approvazione nel 2010 del Piano per una città CO2 neutrale - per favorire l'adozione di buone pratiche di efficienza energetica e promozione di energie da fonti rinnovabili al fine di ridurre le emissioni di CO2. Infine una sorta di rivincita: “Abolizione dell'addizionale Irpef per 4 milioni di euro, abbassamento delle tariffe per l'asporto rifiuti del 7% con restituzione di 1,8 milioni di euro, abbassamento delle tariffe dell'acquedotto, pareggio di bilancio senza costi aggiuntivi: complessivamente sono 5,8 milioni di euro che abbiamo rimesso in circolo in città senza aumentare le tariffe o altro. Queste sono misure concrete che incidono (positivamente) sulle tasche dei cittadini, con conseguenti ricadute (altrettanto positive), anche sul commercio”, così Caramaschi.