Politics | Parità di genere

Crescono le donne elette

Le sindache aumentano a 16 mentre le consigliere comunali passano dal 25% al 30% ma sono ancora sottorappresentate. Mazzardis (commissione pari opportunità): “Il cambiamento è buono ma lento, pesa ancora il lavoro di cura”.
voto comunali
Foto: Seehauserfoto
  • Sono 16 le nuove sindache in Alto Adige su 116 comuni, di cui undici riconfermate e cinque al loro primo mandato. Un progresso costante, anche se graduale: quindici anni fa le donne sindaco erano dieci, vent’anni fa quattro, e nel 2000 solo due (Marianna Überbacher e Waltraud Kofler). C’è poi l’incognita su Merano: la candidata SVP Katharina Zeller andrà infatti al ballottaggio con il sindaco uscente Dario Dal Medico e, se uscisse vincitrice, sarebbe la diciassettesima sindaca altoatesina. Le elezioni hanno segnato anche un netto miglioramento nella presenza delle donne nei consigli comunali: la percentuale femminile è passata dal 25% del 2020 ad oltre il 30%. In termini assoluti, su 1.814 seggi disponibili, 556 sono stati assegnati a donne. “È vero che il cambiamento è ancora molto lento, ma è anche un segnale concreto: quando si modificano le leggi, si adottano azioni positive e si interviene sulla cultura tramite formazione ed empowerment, i risultati iniziano a vedersi”, commenta Nadia Mazzardis, vicepresidente della Commissione provinciale per le pari opportunità per le donne

  • Nadia Mazzardis: è la vicepresidente della Commissione provinciale per le pari opportunità per le donne. Foto: Fabio Brucculeri
  • Tra i comuni con la più alta presenza femminile nei consigli spiccano Nova Ponente, dove le donne occupano la metà dei seggi (9 su 18) e Merano, che ha 18 consiglieri uomini e 18 donne. A Bolzano le consigliere comunali aumentano da 10 a 14 e rappresentano il 31% dell’aula. Uno degli strumenti che hanno aiutato in questo senso è la modifica della legge elettorale sulle liste. “Prima – spiega Mazzardis – il vincolo era che un solo terzo dei posti in lista fosse riservato al genere meno rappresentato. Con il nuovo sistema, invece, il limite del due terzi si applica alle candidature effettive, non solo ai posti in lista. Questo ha costretto i partiti a cercare attivamente candidate donne, e allo stesso tempo molte donne hanno mostrato maggiore interesse a partecipare alla campagna elettorale. Sta gradualmente sparendo l’idea di “riempire lo spazio” con una presenza femminile simbolica: oggi c’è un coinvolgimento reale, e questo ha dato i suoi frutti”. 

  • Chi sono le sindache?

    Le nuove elette sono tutte e cinque candidate SVP: Alexandra Ganner ha prevalso a Lagundo, Julia Fulterer ha vinto le a Renon contro un concorrente interno della SVP, Charlotte Oberberger Pichler, che ha sconfitto il sindaco uscente ad Aldino, Christine Kaaserer, eletta a Silandro, dove ha battuto altre due candidate donne e Daniela Mittelberger, unica candidata a Verano.  Tra le conferme si segnalano Sonja Plank (SVP) ad Avelengo, Gabriela Kofler (SVP) a Senale, Giorgia Mongillo (Democratici) a Bronzolo, Verena Tröger (SVP) a Lasa, Carmen Plaseller (SVP) a Luson, Astrid Kuprian (SVP) a Cermes, Karin Jost (SVP)  ad Egna, Roselinde Gunsch (SVP) a Tubre, Anneliesa Pichler (SVP)  a Scena, Verena Überegger (Freie Liste) a Campo di Trens e Cristina Pallanch (SVP) a Castelrotto, quest’ultima con un consenso superiore all’80%.

  • Il problema principale, prosegue Mazzardis, rimane però il lavoro di cura: “Finché le donne continuano a lavorare in media tre ore al giorno in più degli uomini tra cura della casa, dei figli e degli anziani, sono tre ore in meno che possono dedicare ad attività come il networking, le riunioni politiche o anche solo un aperitivo con i colleghi. Fare politica, in queste condizioni, diventa estremamente difficile. Se ti sei caricata interamente del lavoro di cura, diventa quasi impossibile trovare tempo ed energie per altro. E se la cultura continua a a dirti che “spetta a te”, allora non c’è via d’uscita. Questo è un dato ricorrente: finché sei vista principalmente come colei che si prende cura, anche se vieni eletta, ti vengono assegnate sempre le stesse deleghe – pari opportunità, sociale, scuola – quelle considerate “naturali” per una donna.  Ma le vere leve del cambiamento, come l’urbanistica, restano altrove. Eppure, è lì che si potrebbe fare una differenza concreta: progettare città più sicure anche per le donne, ad esempio, migliorando l’illuminazione”. 

     

    “Vengono assegnate sempre le stesse deleghe – pari opportunità, sociale, scuola – quelle considerate “naturali” per una donna”

     

    Sui comuni come Merano, dove la parità di genere è stata raggiunta, la differenza, secondo Mazzardis, l’ha fatta la rete tra donne: “Alla fine, tutto dipende anche dalla capacità delle donne di sostenersi a vicenda. Ed è un nodo cruciale. Finché restiamo immerse in una cultura patriarcale che ci insegna, in modo sottile ma costante, a diffidare l’una dell’altra, a vederci come rivali, sarà difficile creare una rete solida. Ma nel momento in cui le donne hanno spazi reali per fare networking, la rete nasce eccome. Le donne si aiutano, si sostengono. Il problema è creare quelle occasioni. Ecco perché, dove le cose funzionano, spesso c’è dietro una rete forte di donne, che non si limitano a occupare lo spazio ottenuto, ma lo condividono”.

    “Per sensibilizzare su questo tema, come Commissione provinciale per le Pari opportunità abbiamo organizzato assieme ad Eurac  un corso per donne nella politica comunale. Hanno partecipato oltre 70 donne, con una presenza costante di circa 50-55 partecipanti ai diversi moduli. Proprio ieri abbiamo fatto una piccola rilevazione: 11 donne che hanno frequentato il corso sono state elette. È un dato ancora parziale, certo – non sappiamo quante di loro si fossero già candidate o fossero già in carica – ma resta comunque un segnale incoraggiante dell’utilità di percorsi di questo tipo”, conclude Mazzardis. 

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