Culture | RECENSIONE

Tomoko Mukaiyama e Toyo Ito a Bolzano per La Mode

Il 4 e il 5 giugno presso il Teatro Studio si sono svolte le prove aperte dello spettacolo La Mode che Transart 2016 presenterà allo Stabile di Bolzano l'8 settembre.

Accesso dai corridoi di servizio, platea coperta di drappi neri, gli spettatori sono pregati di prendere posto sul palco, di muoversi liberamente. In mezzo a loro camminano persone vestite alla moda, dall’alto pende una grande tenda a rete circolare con lunghi drappi bianchi, nell’angolo sinistro un pianoforte a coda. Tomoko Mukaiyama indossa un abito da sera cangiante, lentamente inizia a muovere le dita sui tasti.

La Mode è una performance-installazione ideata dalla pianista e artista multimediale Tomoko Mukaiyama. Lo spettacolo indaga il significato del fenomeno moda, si interroga su come questo costrutto culturale influenzi le nostre vite. L’artista giapponese osserva che, nonostante l’apparente libertà nelle scelte riguardanti l’abbigliamento, ognuno di noi sottostà ai codici dettati dalla moda. Identità maschile e femminile, classe sociale, scelte di vita, il modo in cui vestiamo è portatore di significati.

La performance è frutto di una collaborazione internazionale; l’architetto giapponese Toyo Ito (premio Pritzker 2013) insieme alla designer tessile Yoko Ando ha concepito la scenografia. I ballerini sono parte del team dello Spellbound Contemporary Ballet, partner del progetto. Le coreografie sono state ideate da Dunja Jocic, le musiche composte da Yannis Kyriakides, i costumi disegnati da Slavna Martinovic. Spellbound è partner artistico e co-produce il progetto, partner locale di La mode è Transart.

Con movimenti inizialmente impercettibili, via via più veloci i ballerini si svestono. Un processo lungo, una metamorfosi, il pubblico percepisce la sofferenza incarnata dai movimenti dei danzatori. A trasformazione avvenuta indossano soltanto una sottile tuta accademica color nudo. Stesi sul palco i corpi inscenano movimenti a scatti, meccanici. A un tratto ritmo e musica cambiano, gli interpreti si alzano e si muovono rapidamente tra il pubblico, camminano con eleganza mostrando un bel portamento. Buio in sala.

Si accende un riflettore, compare una striscia luminosa rettangolare, una passerella di luce. Inizia una sfilata di moda in cui i ballerini vestono, appoggiati al petto, riproduzioni di abiti e accessori alla moda. I movimenti fieri, eleganti, diventano man mano grotteschi, scimmiottano il comportamento di modelle e modelli sulle passerelle. La scena si conclude con una sfilata di attori in tuta accademica, ognuno interpreta un proprio ruolo, ricordano il comportamento delle persone che passeggiano frettolose sui marciapiedi di una grande città.

Buio in sala, dall’alto cala il drappo tubolare, la scenografia progettata da Toyo Ito. Quando si riaccendono le luci all’interno della rete si vede una danzatrice che con una grande forbice inizia a tagliare l'abito di carta che indossa. Sullo sfondo si riconoscono le sagome dei ballerini, rinchiusi in un vestito-sacco dal colore nero cangiante. Lo spettacolo si conclude con la stessa Tomoko Mukaiyama che prende posto sotto al fascio luminoso nel tubo-rete.


Toyo Ito è un architetto di fama internazionale che, dagli anni settanta in poi, ha affinato la propria ricerca architettonica. Attualmente è impegnato nella conclusione del progetto per la Taichung metropolitan opera in Taiwan. Lo spettacolo La Mode coinciderà con l’inaugurazione dell’edificio e l’anteprima mondiale della performance fissate per i giorni 1 e 2 ottobre 2016.

Una tappa fondamentale nel lavoro di Ito è rappresentata dal progetto della Wind Tower di Yokohama datato 1986. L’edificio reagisce agli stimoli della città cambiando illuminazione in base al vento e ai movimenti dei flussi del traffico. In un interessante articolo pubblicato nel 1988 dalla rivista Domus, Ito spiega come l’architettura del tempo si fosse irrigidita e non fosse più in grado di fare da secondo abito agli abitanti delle città, da lui chiamati nomadi urbani. Un’ulteriore tappa della sua ricerca architettonica è rappresentata dalla Mediateca di Sendai, anno 2000, paragonata dall’architetto Carmen Andriani a un acquario in cui galleggiano fasci di alghe. Con la sua struttura tubolare in acciaio, a cui sono appesi i sette piani dell’edifico, la costruzione ha resistito al grave terremoto del 2011. L’edificio Tod’s di Omotesando a Tokio, caratterizzato da una facciata portante che riprende le forme frattali dei rami degli alberi, esemplifica l’ispirazione naturale, da sempre di fondamentale importanza per Ito. Il suo lavoro è incentrato sulla negoziazione tra le forme libere della natura e quelle della geometria umana (razionale, euclidea, ndr.), come l’architetto ha risposto a una domanda rivoltagli da Enrico Lunelli in occasione delle prove aperte.

Dopo le prove aperte Toyo to si è reso disponibile per una breve intervista.

Salto.bz: Per lei, signor Ito, è stata la prima esperienza da scenografo, quali sono state le nuove sfide che ha incontrato?

Toyo Ito: In quanto architetto cerco sempre di realizzare cose che non vedo, che non ci sono. Oggi è stata la prima volta che ho potuto vedere l’intero spettacolo. La scenografia è frutto di un lungo processo di ideazione, di un’intensa collaborazione. Aver visto lo spettacolo rappresenta un nuovo inizio nella progettazione della scenografia.

In questo tubo-tenda si riconoscono alcune forme presenti in progetti precedenti come l’arredamento dei progetti Pao o la struttura tubolare in acciaio della Mediateca di Sendai. Un altro rimando va alla torre dei venti che interagisce con la città, in questo caso l’ispirazione è scaturita dai movimenti dei ballerini?

Questa forma-tubo è basata sulla struttura dell’opera di Taiwan la quale, a sua volta, è ispirata alle forme tubolari presenti nel corpo umano, ai pieni e ai vuoti creati dai sistemi venosi.

Siamo in mezzo alle montagne, le sue opere spesso sono state ispirate alla natura, anche le montagne sono state fonte di ispirazione per il suo lavoro?

Per raggiungere Bolzano provenendo da Milano ho attraversato le montagne. In Giappone sono cresciuto in una zona montana, quindi stare in mezzo alle montagne mi fa sentire a casa.

 

Si ringraziano Tomoko Mukaiyama e Toyo Ito per la loro disponibilità, Martina Kreuzer e lo staff di Transart per l’organizzazione, le foto e la possibilità di svolgere l’intervista.

 

Sull’edizione di settembre della rivista Turris Babel sarà possibile leggere un articolo di Enrico Lunelli che ha intervistato Toyo Ito per conto della Fondazione Architettura Alto Adige.