La volta buona?
Sembra aver dato risultati il pressing del sindaco di Bolzano Renzo Caramaschi sulla Provincia. Quantomeno a parole. Nei giorni scorsi, infatti, il primo cittadino si era lamentato con l’assessore Christian Tommasini, in qualità di responsabile dei lavori pubblici, per i reiterati ritardi sul trasferimento dei richiedenti asilo dal capoluogo ai comuni del territorio dovuti al fatto che le strutture predisposte per l’accoglienza non erano ancora operative. Qualcuno non avrebbe svolto i compiti a casa: “Lo scorso 6 ottobre il vicepresidente della Provincia Tommasini aveva annunciato che entro fine gennaio 2017 sarebbero stati trasferiti da Bolzano alle altre strutture della Provincia oltre 350 profughi, il 14 ottobre l’assessora Martha Stocker aveva assicurato che 300 richiedenti asilo rientranti nelle cosiddette quote statali sarebbero stati ricollocati fuori da Bolzano, tutte promesse evidentemente disattese”, sottolinea Caramaschi durante la conferenza stampa di giunta aggiungendo che, sempre secondo Stocker, “l’ex Hotel Alpi sarebbe stato liberato a breve, mentre a oggi ci sono ancora 35 persone”.
La richiesta su tempistiche più certe pare tuttavia essere stata esaudita. Dalla prossima settimana, il 12 giugno, per la precisione, verranno resi disponibili 60 posti a Laives, 45 a Lana il 19 giugno, lo stesso giorno 30 a Nova Levante, 30 a Silandro il 3 luglio e 60 a Bressanone il 16 agosto. “Sono d’accordo con Kompatscher quando dice che i comuni che si rifiutano di accogliere debbano essere penalizzati finanziariamente - puntualizza il sindaco -. A Bolzano attualmente ci sono 850 migranti, quando dovrebbero spettarcene 400 e questo accade perché diversi municipi non fanno la propria parte, con questa velocità degli arrivi non riusciamo ad assorbire tutte le quote, occorre impegno e responsabilità, oltre che umanità, da parte di tutti”. Anche sul sistema SPRAR, punta il dito Caramaschi, “sembrano tutti d’accordo a voce ma di fatto i comuni che hanno aderito sono finora solo Campo Tures e San Martino in Passiria”. Intanto 80 persone sono state spostate a S. Candido e Ora.
“Speriamo che con una più equa distribuzione si riesca anche a promuovere una maggiore integrazione e anche di riuscire a dare adeguata assistenza ai minori e ai cosiddetti vulnerabili”, osserva l’assessore comunale alle politiche sociali Sandro Repetto che ieri (6 giugno) si è confrontato con Tommasini e Stocker durante un incontro tenutosi a margine dei lavori del Consiglio provinciale nel pomeriggio. Sotto la lente anche l’ex Alimarket che dal prossimo anno non potrà ospitare nuovamente l’emergenza freddo in quanto la struttura è già piena di richiedenti asilo (270) assegnati dallo Stato all’Alto Adige. “La situazione è più tranquilla da quando ci sono i vigilantes che perquisiscono le persone all’entrata perché nella struttura non entrino armi di alcun genere ed evitare episodi come quello accaduto lo scorso aprile, ma resta il fatto che bisogna trovare un’altra soluzione e la cosa non è semplice”, così Caramaschi.
“La Provincia - fa sapere Tommasini - sta facendo il possibile per risolvere le questioni aperte; peraltro i tecnici degli uffici provinciali e delle imprese incaricate sono in azione anche in tarda sera e nei festivi per ridurre i tempi di consegna delle strutture. Non va dimenticato che nell’esecuzione delle opere l’ente pubblico è tenuto a rispettare le procedure di gara e di contratto, ad effettuare le verifiche statiche degli stabili destinati a strutture d’accoglienza, e a provvedere all’adeguamento alle norme antincendio”.
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