“Vogliamo riforme concrete, non carità”
Misure concrete per affrontare il caro vita della città di Bolzano e riformare i contratti lavorativi. Queste le richieste delle confederazioni sindacali dell’Alto Adige – Agb Cgil, Sgb Cisl, Uil-Sgk e Asgb – che hanno convocato oggi, 6 giugno, la manifestazione "Non Basta!" per richiedere maggiori retribuzioni e adeguamento di salari e pensioni. Circa 500 le persone provenienti da tutta la Provincia che si sono radunate in piazza Magnago, di fronte al Palazzo del Consiglio Provinciale, con bandiere e cartelli per “farsi ascoltare” dalla politica, in particolare dai capigruppo del Consiglio che hanno accettato di incontrare le rappresentanze sindacali al termine dell’iniziativa.
Oltre alle sigle promotrici, hanno partecipato anche il sindacato degli infermieri Nursing Up, e le rappresentanze dei dipendenti provinciali di AGO che hanno annullato la manifestazione prevista il 9 giugno per confluire in quella odierna. Ad aderire anche l’Anpi, che sostiene l’importanza di una svolta nelle politiche del lavoro, “avendo come bussola i doveri e gli obiettivi sanciti dagli articoli della Costituzione”.
I datori di lavoro si inventano sempre una scusa per non pagare la giusta retribuzione ai dipendenti
Tra i punti ritenuti chiave dai sindacati, il rilancio della contrattazione integrativa territoriale ed aziendale, con l’obiettivo di definire una retribuzione contrattuale adeguata al costo della vita della Provincia. “I datori di lavoro si inventano sempre una scusa per non pagare la giusta retribuzione ai dipendenti. I contributi pubblici dovrebbero essere concessi solo a chi garantisce condizioni lavorative dignitose”, ha detto al microfono Donatella Califano. Per la segretaria provinciale Cisl, oltre al privato anche il settore pubblico necessita di importanti interventi strutturali: “Le contrattazioni sono ferme da anni e la Provincia si è dimenticata della scuola. Per non parlare dei pensionati, sempre più poveri a causa dell’inflazione e del mancato adeguamento delle pensioni”.
Per Cristina Masera, segretaria provinciale Cgil, la politica non può limitarsi ad assecondare gli interessi delle lobbies economiche ma deve ascoltare i problemi dei cittadini e lavoratori e muoversi di conseguenza. Tra gli interventi, anche la testimonianza di una giovane lavoratrice ghanese, che indica quei palazzi provinciali che ogni giorno va a pulire per conto della ditta appaltatrice che l’ha assunta. “Il mio lavoro non vale più di 7 euro lordi all’ora, per quattordici ore a settimana. Non guadagno più di 360 euro al mese, che non mi bastano per pagare l’affitto e sostenere i miei tre figli – ha denunciato l’impiegata –. Più lavoriamo e più diventiamo poveri, mentre i soliti pochi si arricchiscono sulle nostre spalle. Non vogliamo la carità ma condizioni di lavoro dignitose e una retribuzione equa”.