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Sull'immigrazione non c'è confronto

O "buonisti " o "razzisti"?
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Sull’immigrazione le opinioni sono radicalmente divise e contrapposte. Accade nei dibattiti pubblici, ma ancora di più nelle conversazione private. A conclusione del confronto di opinioni si ottiene spesso l’iscrizione d’ufficio nella categoria dei “buonisti” o rispettivamente dei “razzisti”. Non ci sono molte sfumature: gli immigrati sono una risorsa o rispettivamente una sciagura per la nostra società. Non si riesce a portare il tema immigrazione fuori da una logica semplificatoria ed ideologica. Non si riesce a poter dire in modo franco e sincero che ognuno di noi ha due anime con le quali convive: la paura per un fenomeno più grande di noi dagli esiti del tutto sconosciuti, ma anche il senso di umanità e di solidarietà. Il male sta nel non poter far emergere pubblicamente (ed accettare) questo nostro doppio sentimento, nel timore di essere immediatamente etichettati ed accreditati ad uno o all’altro degli schieramenti. Il confronto e gli approfondimenti vengono così mortificati o rimangono riservati ad una delle parti. Comizi. Ne deriva una Politica ed Istituzioni bloccate e poco efficaci sia nelle azioni di integrazione degli immigrati, sia nel controllo dei flussi migratori. Oltre naturalmente alle sorprese elettorali come in GB con la Brexit o in Austria con l’elezione del Presidente della Repubblica. Urge attivare un confronto sincero sull’immigrazione. La rimozione dell’argomento non fa che aggravare i problemi.
(www.albertostenico.it)

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Karl Trojer Wed, 07/06/2016 - 11:52

Caro Alberto,
penso che una delle cause essenziali di questo dissenso stia nella visione duale del mondo. La natura non è duale (si/no, buono/cattivo, bianco/nero...) ma variopinta e fra "le due faccie della stessa medaglia" ci sono infinite alternative. A seconda di come la si guarda, la stessa medaglia non ha solo un sopra ed un sotto, ma svariate forme dal rettangolo ad infinite elissi...´ È, io credo, essenzialmente la paura che condiziona tanti di noi nell´diventare ostili ed aggressivi verso l´ignoto. La paura che si aggrappa al possedere, che rende incapace a "lasciare" produce avversità contro ogni situazione sconosciuta. Questa paura nasce da un concetto di dignità difinita dall´esterno (siamo degni quando ci si lode e siamo indegni quando ci si biasima), ma la nostra dignità ci è data inquanto esseri umani, dotati di coscienza e capaci ad amare; nessuno ci puo` togliere o dare la nostra dignità. Questa sicurezza ci libererebbe dalla paura e ci aprirebbe al nuovo, allo sconisciuto, all´apprezzamento delle diversità....
In proposito al tema dei migranti mi permetto di aggiungere questo testo:

FAST ALLE UNSERE AHNEN WAREN IRGENDWANN MAL FLÜCHTLINGE

Vorschlag zum Umgang mit Flüchtlingen :
1.
Diesen Menschen in Not ist bedingungslos, menschenwürdig zu helfen; Stacheldrahtzäune sind keine zukunftsfähige Lösung, sie widerspricht massiv dem Geist Europas. 5 Millionen Flüchtlinge wären gerade mal 1% der EU-Bevölkerung.
2.
Durch umfassenden Einbezug der Zivilbevölkerung und der Wirtschaftsbetriebe ist Ghetto-Bildung, die leicht zu Verzweiflung und Gewalt führt, vermeidbar.
3.
Die Kriege in der Herkunftsländern sind rasch zu stoppen; notfalls mit dem Einsatz von Bodentruppen zur Unterstützung der örtlichen Freiheitskämpfer.
4.
Das Erlernen der Ortssprache ist Voraussetzung für Integration; das Anbieten von Ausbildung in Berufen, die im Herkunftsland gefragt sind, ist Anreiz zur Rückkehr. Die Kosten für diese Ausbildung sollten von der öffentlichen Hand zugunsten der ausbildenden Betriebe getragen werden.
5.
Den befriedeten Herkunftsländern sind seitens der EU Aufbauhilfen anzubieten, die möglichst rasch und umfassend wirksam werden können; Hilfe zur Selbsthilfe hat Vorrang.
6.
Die allermeisten Flüchtlinge würden in ihre Heimat zurückkehren, wenn dort die Umstände menschenfreundlicher wären.
 
Karl Trojer, Terlan
[email protected]

Wed, 07/06/2016 - 11:52 Permalink
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gorgias Wed, 07/06/2016 - 12:56

Der Geist Europas ist gemeinsam die Außengrenzen zu Schützen damit man die inneren abbauen kann.

Wed, 07/06/2016 - 12:56 Permalink
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Alberto Stenico Thu, 07/07/2016 - 20:51

Cari interlocutori, Karl Trojer e Andreas Mutschlechner, vi ringrazio per le osservazioni che mi avete dedicato. Devo comunque precisare che personalmente non ho alcun problema di accettazione delle persone con diverse culture. Sia nella mia vita privata, che in quella sociale mi rapporto costantemente con lo sforzo della interculturalità. Nel mio articolo ho cercato di dire che per vincere la sfida della integrazione con i nostri nuovi concittadini abbiamo bisogno di un largo consenso da parte della popolazione locale e della politica che li rappresenta, altrimenti si creano le "società parallele". Quello della reciproca integrazione è un processo molto difficile: investe temi come i rapporti di genere (così differenti nelle culture dei nostri immigrati), la libertà di culto (insegnamento delle diverse religioni, luoghi di culto, riti religiosi ), contenuti della politica culturale, accesso al diritto alla casa, diretto di voto,ecc.ecc. Su questi temi a mio parere c'è ancora troppo poco confronto e approfondimento.

Thu, 07/07/2016 - 20:51 Permalink
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Alberto Stenico Thu, 07/07/2016 - 20:51

Cari interlocutori, Karl Trojer e Andreas Mutschlechner, vi ringrazio per le osservazioni che mi avete dedicato. Devo comunque precisare che personalmente non ho alcun problema di accettazione delle persone con diverse culture. Sia nella mia vita privata, che in quella sociale mi rapporto costantemente con lo sforzo della interculturalità. Nel mio articolo ho cercato di dire che per vincere la sfida della integrazione con i nostri nuovi concittadini abbiamo bisogno di un largo consenso da parte della popolazione locale e della politica che li rappresenta, altrimenti si creano le "società parallele". Quello della reciproca integrazione è un processo molto difficile: investe temi come i rapporti di genere (così differenti nelle culture dei nostri immigrati), la libertà di culto (insegnamento delle diverse religioni, luoghi di culto, riti religiosi ), contenuti della politica culturale, accesso al diritto alla casa, diretto di voto,ecc.ecc. Su questi temi a mio parere c'è ancora troppo poco confronto e approfondimento.

Thu, 07/07/2016 - 20:51 Permalink
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Karl Trojer Fri, 07/08/2016 - 08:53

Caro Alberto, condivido quanto hai esposto nella tua replica e confermo il tuo ben noto impegno per l´incontro creativo e pacifico far etnie e culture diverse

Fri, 07/08/2016 - 08:53 Permalink
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Martin B. Tue, 07/12/2016 - 11:50

Hier eine der wenigen Ausnahmen, wo ein Bürgermeister aus unverdächtiger politischen Ecke es wagt das Thema sachlich abwägend ohne Dogmen zu besprechen und in Diskussion zu stellen.
Sehr selten: http://www.welt.de/politik/deutschland/article156969128/Unsere-grosszue…
Das "moralische" Ausblenden bzw. Beiseiteschieben der Zuwanderungs-Probleme ist für mich genauso falsch, wie eine grundsätzliche Kriminalisierung und Ablehnung und führt zu einem Ausfschaukeln der Extrem-Positionen, was breiten Konsens und Zusammenarbeit immer weiter erschwert.

Tue, 07/12/2016 - 11:50 Permalink