Le vie dell'amore, un'esperienza a due
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Riaprono le iscrizioni per la IV edizione del percorso base esperienziale per coppie “Le vie dell'amore”, ideato e promosso dall’Associazione Übergang-Passaggi APS. Un percorso per coloro che desiderano esplorare il loro legame a due, che sono in procinto di compiere passi importanti o che desiderano uno spazio aperto di confronto e riflessione. Le coppie saranno accompagnate in questo percorso da quattro esperti: Elena Faccio (pedagogista e mediatrice familiare), Giuseppe De Felice (psicologo e psicoterapeuta), Paolo Cuccurullo (avvocato) e Francesco Campana (sociologo e celebrante laico).
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SALTO: Dottoressa Faccio, potrebbe spiegarci come è nato questo progetto e quali sono gli step che hanno portato a questa IV edizione?
Elena Faccio: Il progetto Le vie dell'amore nasce all’interno di un’associazione relativamente nuova che si chiama Übergang-Passaggi APS fondata nel 2021 dall’incontro tra Francesco Campana e me per promuove i riti di passaggio in una veste laica; questo perché ci siamo resi conto che nella fase storica in cui viviamo i riti cattolici si sono depotenziati e molte persone non accedono più a quel tipo di ritualità, come magari il matrimonio in chiesa. Abbiamo notato un vuoto, dato che i corsi prematrimoniali sono rivolti solo a chi decide di sposarsi in chiesa, per questo abbiamo voluto dare un rilancio ai riti di passaggio che non sono solo il matrimonio, il battesimo, il funerale, ma anche i passaggi nei cicli di vita: dall'adolescenza alla vita adulta o quando una coppia decide di costruire un progetto insieme. A seguito della mia formazione come mediatrice familiare, ho avuto il desiderio di promuovere percorsi di formazione anche per chi sceglie di non sposarsi in chiesa. Quando Francesco ed io abbiamo iniziato a lavorarci eravamo nel periodo post covid, alla fine del 2021, e abbiamo creato così la struttura per questo primo corso di formazione prematrimoniale laico in Alto Adige. In realtà non si tratta solo di un corso prematrimoniale, noi non lo proponiamo solo a chi si sta per sposare ma a tutte le coppie. Infatti, nel corso di questi anni hanno partecipato anche alcune persone che si erano sposate da poco, che avevano deciso di convivere o che erano in una fase di passaggio e alcune che successivamente hanno deciso di sposarsi in chiesa.
Quali sono le caratteristiche principali che rendono innovativo questo percorso?
Le caratteristiche che lo rendono innovativo sono sicuramente le modalità con le quali lavoriamo perché si tratta di un corso prevalentemente esperienziale in cui le coppie si incontrano e lavorano insieme su determinati temi come la comunicazione, i conflitti, le famiglie di appartenenza... Temi che vengono affrontati con la supervisione del nostro team composto appunto da me, Francesco Campana, sociologo, Giuseppe De Felice, psicologo-psicoterapeuta e Paolo Cuccurullo, giurista.
“E' proprio il confronto con altre coppie che ci ha portato a comprendere che certi meccanismi accadano anche ad altri e sono affrontabili e superabili grazie alla volontà di migliorare..” - La testimonianza di una delle coppie partecipanti.
Come è strutturato questo corso?
Il nostro percorso è caratterizzato da quattro incontri serali più una giornata conclusiva che chiamiamo giornata comunitaria, perché si ha la possibilità di stare a contatto con la natura; di solito andiamo a San Genesio in una struttura adibita per fare attività all’aperto. Siamo giunti alla IV edizione del percorso base, ma siamo anche alla II edizione di un percorso residenziale di secondo livello, quest'anno previsto a novembre e aperto a tutte le coppie che hanno già frequentato il percorso di primo livello e che hanno il desiderio di andare più a fondo nel percorso di coppia. Il nostro scopo è quello di creare un ambiente aperto, un luogo sicuro in cui le persone si sentano libere di potersi aprire anche su ciò che per loro è più intimo, insomma una condivisione emotiva molto forte. Cerchiamo di favorire il lavoro comune proponendo attività e giochi in modo che ci sia anche una componete ludica, ma che possa promuovere e attivare aspetti emotivi e razionali, per non focalizzarsi solo sull'aspetto cognitivo, perché quello non è sufficiente. Avendo pochi incontri abbiamo dovuto sviluppare metodologie di lavoro con cui entrare velocemente in dimensioni emotive e scegliere un modello intensivo, più funzionale per immergersi appieno nel lavoro. È prevista una quota di 50 euro a copia (esclusa la quota associativa). Durante gli incontri prevediamo sempre anche uno spazio-aperitivo conviviale.
Dottoressa Faccio, nelle coppie che hanno preso parte al vostro percorso avete avuto modo di notare, soprattutto per quanto riguarda la percezione dei ruoli di genere, dinamiche che richiamano più una famiglia di stampo tradizionale, o un po’ più proiettata verso il futuro?
“Devo dire che le coppie che hanno partecipato ai nostri percorsi sono molto etoregenee: ci sono tante coppie giovani ma non solo, il nostro range di età oscilla dai 20 anni a sopra i 50 anni. Insieme abbiamo riflettuto su questi temi, soprattutto sulla dimensione del maschile e femminile nella coppia. Se penso alle coppie che ho conosciuto devo dire che si sono dimostrate molto evolute e lontane dal concetto di famiglie tradizionali. Si parla di condivisione e co-partecipazione dei ruoli. Nello specifico noi non trattiamo in modo diretto il tema della genitorialità, concentrandoci di più sulla coppia e sul rapporto tra la coppia e la famiglia di origine, nel senso che non diamo neanche per scontato che tutte le coppie decidano per forza di fare dei figli. Nel nostro caso parliamo di generatività ossia nel senso della coppia capace di generare, sia che si tratti di figli, progetti o idee. Per noi è importante la dimensione della comunità - sottolinea Faccio - Ci piace pensare che attraverso questo corso si possa arrivare a creare una comunità di coppie, anche perché ci eravamo accorti, soprattutto in quel periodo post COVID, di quanta solitudine spesso ci sia e quindi la nostra idea è quella di promuovere la nascita di relazioni tra persone che poi possano continuare a frequentarsi e supportarsi anche dopo i corsi. La coppia non è un’isola, ma un’entità in grado di far parte di comunità.”
C'è spesso questa idea che i giovani abbiano una crisi di valori e che non abbiamo voglia di impegnarsi, sia nella vita in generale, sia nelle relazioni. Attraverso la sua esperienza ha effettivamente riscontrato questa dinamica o ha notato altre sfumature nei rapporti più giovanili?
“A proposito di questo non riesco a fornire un parere effettivo, in quanto manchi un campione sufficientemente ampio ed efficace per dare una risposta statisticamente affidabile. Quello che penso e che ho potuto notare è il fatto che, se nel passato incontrare una persona con cui fare dei figli e costituire una famiglia fosse la norma, adesso invece si tratta principalmente di una scelta e quindi, quando di una scelta si parla, diventa più pensata e meno istintiva.
Quello di cui mi rendo conto è che nel nostro corso - nonostante non sia un percorso terapeutico di coppia - ci sia la tendenza a scavare dentro, che poi forse è l’elemento che ad alcuni fa più paura perché a volte alcuni temi possono portare ad andare un po’ in crisi, o perché ci si accorge di aspetti di cui non si è mai parlato, o perché nel confronto con gli altri c'è un paragone. Si tratta sicuramente di una proposta che mette in discussione e spesso le persone che arrivano da noi spesso hanno già fatto anche un lavoro su di sé. Di conseguenza anche la coppia e la dimensione a due è pensata a fronte di un lavoro su di sé. Per esempio ho notato una sensibilità ad affrontare determinati temi che effettivamente i nostri genitori/nonni non avevano. Quando abbiamo riflettuto sul femminile e maschile, ci siamo resi conto che sono dimensioni intercambiabili che ognuno di noi ha dentro di sé.
Le vie dell'amore è uno dei progetti di sostegno e supporto alla coppia, che di fatto è la base della famiglia – continua Faccio - Si fa un lavoro di prevenzione anche rispetto all’aumento delle separazioni e dei divorzi, ma non solo, anche un lavoro mirato ad aiutare coppie che invece poi decidono di separarsi. Non per forza bisogna andare d’amore d’accordo, è anche giusto che si si insegni una separazione con rispetto, perché eviterà casi di conflitto.”
“Un’esperienza che consiglierei a chi non si accontenta di subire la relazione, ma la vuole vivere attivamente, da protagonista..” - La testimonianza di una delle coppie partecipanti.
Dottoressa, potrebbe raccontarci un dettaglio o un'esperienza che l'ha toccata maggiormente in queste edizioni del percorso?
“Questa è una domanda difficile, perché tante di esperienze mi hanno lasciato qualcosa di bello. Per citarne una, lo scorso anno abbiamo svolto un lavoro con Albi Illustrati sul tema della coppia. L’idea era che ogni partecipante scegliesse l’immagine rappresentativa della propria coppia e ci siamo accorti come sia bastato usare il canale visivo per aprire scenari forti e emotivi. Alcune coppie hanno trovato immediatamente il modo, attraverso queste immagini, di lavorare su situazioni che le stavano facendo soffrire con la capacità di scoprire risorse interne alla dimensione di coppia capace di accogliere e trasformare le difficoltà in potenzialità.”
Lo sguardo dello psicoterapeuta, Giuseppe De Felice“Durante il corso tendiamo a perseguire due obiettivi: l'intimità con un'altra persona e la scoperta e l'espressione della propria identità. Spesso però questi due obiettivi appaiono in conflitto e sembrano escludersi a vicenda e di conseguenza molti di noi ne sacrificano uno per proteggere l'altro. Molti si chiudono all'amore e all'affetto per salvaguardare la propria identità o rinunciano alla propria autonomia nell'interesse di un rapporto al quale attribuiscono molto valore. L'alternativa tra essere o amare si presenta allora come un dilemma psicologico e filosofico, cui non sembra convenire altra soluzione se non quella dell'analisi accurata delle cause o motivazioni che ci condizionano a seguire l'uno anziché l'altro obiettivo; cause che risalgono spesso ai primi anni di vita, a 'decisioni' inconsce prese nell'infanzia, le cui conseguenze e ripercussioni si fanno dolorosamente sentire nella vita adulta. Se non ci è possibile riscrivere la nostra vita possiamo pur sempre individuare le forze che hanno agito su di noi, riconoscere i modi in cui queste forze continuano a influenzarci, renderci conto delle nuove possibilità che ci si aprono e su tale base compiere nuove scelte che possano modificare profondamente le nostre primitive decisioni, facendoci approdare a quello stato di equilibrio in cui potremo allo stesso tempo essere e amare.”