Fazioni e frizioni democratiche
Ora che Barak si era dimesso serviva in tempi rapidi un capo del partito che fosse docili e fascinoso. La scelta cadde su Bellantonio Freedom, quarantenne medico chirurgo impegnato nella battaglia per l'abrogazione dell'obbligo di attaccamento alle macchine per tutti coloro che hanno un attività cerebrale pari a quella di una foglia di lattuga. Un medico da fiction, adorato dalle infermiere e dalle pazienti. Il suo bisturi era delicato come una lingua, in compenso la sua lingua era tagliente come un bisturi. Se si pettinasse sarebbe meglio di George Clooney dicevano di lui. A fregarlo era la passione per la moto. Ogni volta che si toglieva il caso appariva scarmigliato e la somiglianza con george clooney andava a farsi fottere.
In gioventù aveva lavorato con Salzio Marino e si era specializzato nell'estirpazione di tumori maligni.
“Questo partito ha un cancro, dobbiamo estirparlo” lo incitò Pedro Calì, tesoriere del partito e noto imprenditore. Ingegnere appassionato di Sudamerica e di atletica leggera aveva fatto fortuna quando aveva trovato un sistema per far produrre elettricità ai corridori durante l'allenamento invertendo l'equazione t/g= u/c (tappeto gira= uomo corre) in u/f = t/g ovvero uomo corre = tappeto gira). Girando i tappeti venivano azionate delle manovelle che ne azionavano altre e alla fine si produceva tanta energia quanto una centrale nucleare dismessa. Insomma Calì era un self mad man e la sua parola era molto ascoltata nel partito. D'altronde era ingegnere e se qualcuno gli rompeva le palle lui lo zittiva enunciandogli una serie di formule così complesse che ci volevan tre mesi per decifrare la risposta
Calì però era in guerra da anni con Peppino Ayvoglia che gli contendeva il controllo della holding di produzione dei tappeti da corsa insieme a Don Rodiego Chesemagna, alcalde di Meridiano. I due si erano alleati con Barbionda e avevano deciso di sostenere la candidatura di Banda Cannone, il calibro più grosso che avevano
Per vincere le primarie, rito fondante del partito fu elaborato un piano diabolico. Massimo Capestro fece redigere da una cooperativa di arcifunzionari di Mezzolara di Budrio un regolamento congressuale che prevedeva assemblee in ogni sezione. Il programma prevedeva un pippone di 45 minuti sul Franceschinismo storico del compagno Serghej e solo i sopravvissuti avevano diritto al voto. Nella prima assemblea si assistette ad un suicidio di massa e il presidente della sezione autonoma di Oltreilparco fu indagato per istigazione all’eutanasia. La cosa fece scandalo in tutta la nazione e Capestro fu costretto ad adeguare il regolamento dimezzando i tempi degli interventi. La situazione migliorò sensibilmente e si ebbe solamente qualche denuncia per il lancio di palline di carta con cerbottana ricavata da penna bic (una volta per un reato simile si veniva espulsi ma con l'avvento della segreteria Volponi erano stati depenalizzati su richiesta dei probiviri che, preoccupati per le riunioni chilometriche, volevano evitare un esodo di massa. La nuova sanzione consisteva nel lancio del gettone di presenza nel maialino salvadanaio del partito che poteva essere rotto solo per gravi motivi tipo spese di cancelleria. Una norma paracadute che consentiva al cancelliere di comprare le penne cerbottana in vista della riunione serale senza la controfirma del segretario ).
I simpatizzanti del partito – ma in realtà potevano votare anche quelli a cui quel partito gli stava sulle palle a patto che ascoltassero i discorsi – avrebbero dovuto eleggere 30 delegati. Capestro fece disegnare 4 collegi a immagine e somiglianza delle correnti del partito. Dieci seggi sarebbero andati alla capitale Balzana, otto alla val Vetusta, sei alla Bassa Latrina (unterwand in lingua walsche) e dodici ad un maxi collegio che comprendeva la val Pustelleria, la valle dei Vip (la famosa Vipptal), la valle dei Thaler (TaldeiThaler) quella dei Maier e quella dei Kofler e le 40 valli ladine. A parte la valle dei vip dove vivevano ricconi di tutte le razze le altre valli erano tutte abitate dai walschen. I crucchi si contavano sulle dita di una mano, gli iscritti al partito erano ancora meno. L'obiettivo era chiaro, impedire ai carbonari di presentare una lista nel collegio più grosso. Partì una sequela di ricorsi che avrebbe intimidito anche un avvocato della Sacra Corona unita ma non ci fu verso: la lista carbonara venne squalificata e tutti i candidati si ritirarono. Freedom lanciò un appello conciliante della serie “ti ritiri tu tarataratà” che però non venne preso in considerazione. Il Bellantonio si ritrovò segretario senza colpo ferire.