Brutto episodio quello accaduto ieri sera (5 ottobre) durante una seduta del Consiglio comunale a Bolzano. I fatti: un uomo di mezz’età ha interrotto i lavori entrando nell’aula e si è avvicinato, indisturbato, al segretario generale del Comune, Antonio Travaglia minacciandolo e sputandogli addosso più volte. I consiglieri, increduli, dapprima non sono intervenuti, poi Sandro Trigolo, esponente di CasaPound, si è avventato sull’“infiltrato” immobilizzandolo - aiutato da altri colleghi - e portandolo fuori dall’aula. Nel frattempo altri consiglieri hanno allertato la polizia municipale che ha portato via l’uomo, il quale rischia ora una denuncia per interruzione di pubblico servizio. A scatenare il gesto, a quanto pare, rancori personali, il cinquantenne sarebbe infatti stato licenziato dopo 22 anni di servizio come usciere.

Solidarietà al segretario Travaglia è giunta unanime da vari consiglieri, e intanto l’episodio di ieri sera offre la sponda per tornare a discutere del fattore sicurezza, “quanto accaduto ieri in Consiglio è grave perché qualcosa nel protocollo di sicurezza delle sedute non funziona”, afferma Carlo Vettori (Lega Nord), si anima Marco Galateo (Fratelli d’Italia): “Ho chiesto di predisporre un controllo all’accesso delle sale dedicate al Consiglio, il presidente Silvano Baratta ha assicurato che la mia richiesta verrà inserita nell’ordine dei lavori della maggioranza”. Ma perché non spingersi oltre? Perché non affidarsi - intanto che “si valuta il da farsi”, come ha detto il sindaco Renzo Caramaschi - agli alfieri di CasaPound? Un “bat-segnale”, all’occorrenza, con il simbolo della tartaruga frecciata? Di più, un picchetto dei fascisti del terzo millennio, “una guardia di CasaPound all’ingresso, finché non organizzano qualcosa di strutturato. Veramente se non ci fossero stati loro non si sa cosa sarebbe potuto accadere”, propone Galateo. Operazione Consiglio sicuro: CasaPound, per servirvi.