Environment | mobilità

Il traffico sui passi non verrà fermato

Per Daniel Alfreider la chiusura dei valichi violerebbe il codice stradale. Mountain Wilderness: “L’assessore lavora da solo ed esclude le organizzazioni alpinistiche”.
Traffico passi
Foto: Verdi

Lo scorso sabato, 2 ottobre, si è svolto a Bolzano il convegno organizzato da CAI e AVS, incentrato sulla mobilità sostenibile nelle Dolomiti e sullo squilibrio tra crescita culturale ed economica dei territori, il quale ha contribuito a creare un tipo di turismo “mordi-e-fuggi”, riversato su comunità locali che vivono solo in funzione alla stagione turistica, chiudendosi invece su se stessa durante i rimanenti periodi di bassa affluenza e snaturando, allo stesso tempo, la propria identità.
Con picchi di 17.000 veicoli al giorno gli addetti ai lavori non hanno dubbi: i passi alpini vanno chiusi alle auto, si punti alla mobilità veramente sostenibile e si smetta di investire ancora oggi in campagne di marketing che hanno lo solo scopo di riversare masse di turisti su una montagna già fin troppo addomesticata alle loro esigenze. 
L’assessore alla Mobilità Daniel Alfreider non ci sta e risponde, affidandosi alle pagine del quotidiano Alto Adige, sostenendo che la chiusura dei passi violerebbe il codice stradale e che pertanto la soluzione va ricercata altrove, nelle auto elettriche, per ridurre in primis i rumori, e ancor di più in quella funiviaria, sebbene sia fatto risaputo che proprio quest’ultima e gettonatissima opzione continui ad attirare chilometrici flussi automobili.
“Peccato che il rumore derivi prevalentemente dai veicoli truccati che non dovrebbero neppure circolare, perché non rispettano il codice della strada - replica l’organizzazione internazionale Mountain Wilderness -. Dunque il codice della strada, nominato dall’assessore quale limite invalicabile per la chiusura delle strade dei Passi, è in realtà uno strumento che, se applicato, già permette di effettuare i controlli e limitare fortemente i problemi del rumore, degli eccessi di velocità e del parcheggio incontrollato”.

Dispiace constatare che nonostante l’Assessore auspichi un atteggiamento collaborativo e partecipativo, abbia preferito lavorare con il suo team, senza coinvolgere le Associazioni ambientaliste e Alpinistiche, che due anni fa gli hanno presentato con atteggiamento costruttivo e collaborativo una proposta concreta per la gestione della mobilità sui Passi.


Allo stesso tempo, il progetto voluto dall’Amministrazione provinciale e che si basa soprattutto sul monitoraggio dei flussi di traffico dei passi sarà pur un’iniziativa lodevole, sostengono, tuttavia se ci saranno effetti positivi lo scopriremo solo tra alcuni anni. Nel frattempo, si interrogano, “perché non si possono dotare i Comuni del personale necessario per far rispettare i limiti di velocità, di rumore, e i divieti di sosta?”
“Infine - sottolineano gli ambientalisti - dispiace constatare che nonostante l’Assessore auspichi un atteggiamento collaborativo e partecipativo, abbia preferito lavorare con il suo team, senza coinvolgere le Associazioni ambientaliste e Alpinistiche, che due anni fa gli hanno presentato con atteggiamento costruttivo e collaborativo una proposta concreta per la gestione della mobilità sui Passi. Proposta che non prevedeva divieti, bensì una regolamentazione a fasce orarie, differenziata sulla base del tipo di veicolo (auto, moto, camper e rulotte, bus). Ricordiamo all’Assessore - concludono - che rimaniamo a disposizione per collaborare concretamente al miglioramento dell’insostenibile situazione del traffico sulle strade dei Passi”.