La Strada per Kikero
Circa duecento persone hanno assistito all'incontro con Cecilia Strada, presidente di Emergency, organizzato da Kikero, associazione di studenti della Lub, e dalla Consulta provinciale degli studenti. Un'iniziativa perfettamente riuscita e Giacomo Gatti, tra i principali animatori di Kikero, non nasconde la propria soddisfazione: "E' stato un successo, per la partecipazione degli studenti, ma anche per la qualità dell'intervento. Cecilia Strada ha spiegato come nascono gli ospedali di Emergency, soffermandosi sulle questioni pratiche ma, soprattutto, ha mostrato come le loro attività siano di grande impatto su tutta la comunità che usufruisce degli ospedali".
Cosa vi ha colpito di più?
Diverse cose, abbiamo trovato molto istruttivo il racconto sull'ospedale afghano che sorge davanti alla scuola per cui le allieve di quest'ultima possono vedere con i propri occhi le donne che lavorano all'interno dell'ospedale, un'opportunità per certi versi unica. Ma siamo rimasti colpiti particolarmente dal comprendere come lo scopo finale di Emergency sia quello di diventare inutile. Perché l'organizzazione di Cecilia lavora per creare infrastrutture e formare personale per poi lasciare ai locali la gestione dell'ospedale. Per certe cose ci ha fatto ricordare le parole di Langer che sosteneva che occorreva essere traditori ma non transfughi. Emergency ha portato all'estero le migliori risorse italiane, ma ora opera anche in Italia dove ha creato poliambulatori a Palermo e Marghera e quattro ambulatori mobili.
Kikero ha altri incontri e progetti in cantiere?
Replicheremo "Skateniamoci" la festa del 25 aprile che abbiamo già tenuto quest'anno, poi abbiamo in programma un incontro con Carlin Petrini di Slow Food ed Andrea Segrè docente di Politica Agraria Internazionale e Comparata all'Università di Bologna. Infine, pensiamo ad un ciclo di tre conferenze sul ruolo degli intellettuali nella società di oggi.
Kikero ha un punto di vista privilegiato, come ti spieghi che la Lub, a 16 anni dalla fondazione, sia ancora vista dalla città di Bolzano come un corpo estraneo?
Gli studenti bolzanini della Lub sono pochini, molti vengono dalla Provincia e quindi, una volta terminate le lezioni, tornano verso casa che dista anche parecchi chilometri. I germanici sembrano vivere gli studi alla Lub come un lungo Erasmus, mentre gli italiani fuori sede sono sempre di più, ma non in numero sufficiente per trasformare Bolzano in una "città universitaria". In un contesto simile, anche il nostro lavoro non è semplicissimo, ma dal 2008 a oggi la partecipazione alle nostre iniziative è cresciuta moltissimo. Siamo riusciti a mettere in rete persone di Bolzano, Merano e della Bassa Atesina e crediamo che le nostre attività rendano la Lub più accattivante, senza dimenticare che non svolgiamo unicamente un'attività politica, ma anche di servizio, come dimostra l'organizzazione della festa del 25 aprile, aperta a persone di tutte le provenienze e di tutte le età.