Chronicle | La replica

“I messaggi positivi hanno fallito”

La Provincia difende la campagna anti-Covid che ha fatto discutere per la paura. Stofner: “Giusto usare immagini forti, c’è chi prende alla leggera. Reagiamo assieme”.

La Provincia di Bolzano non cambia linea rispetto alla campagna di sensibilizzazione “Adesso tutti”, centrata sul rispetto delle regole anti-coronavirus e finita al centro delle critiche di società civile e opposizioni consiliari per i messaggi eccessivamente “cupi, opprimenti e autoritari” ravvisati. L’iniziativa, risponde Ulrich Stofner, direttore reggente dell’Agenzia per la stampa e la comunicazione di Palazzo Widmann, ha “deliberatamente utilizzato immagini forti, con un contenuto chiaro e diretto”. Un messaggio, ribadisce, adeguato alla gravità delle circostanze: “Abbiamo poco tempo, serve una comunicazione forte contro un virus potente. Dobbiamo agire tutti assieme per riportare la situazione sotto controllo”.

 

Scuotere o impaurire?

 

La campagna - partita il 22 ottobre scorso con affissioni in luoghi pubblici e pubblicità su carta stampata e online, e suddivisa in tre fasi - è dunque per Stofner in linea con “la situazione drammatica” affrontata dal Sudtirolo nella seconda ondata del contagio.

Il responsabile risponde sull’enfasi circa i toni negativi. Uno shock necessario, sembra dire, visto quanto sta avvenendo. In molti però non si sono mostrati d’accordo su questa linea. L’attore e cabarettista Lukas Lobis, ad esempio, commentando le immagini di un barista disperato davanti al suo ristorante chiuso, oppure di un bambino che può salutare la nonna solo attraverso una lastra di vetro, ha parlato di un messaggio “deprimente”. A suo avvisto, per tanti che si trovano già con un forte carico emotivo le fotografie costituirebbero un ulteriore aggravio di tensione psicologica, del tutto gratuito in queste circostanze. Anche Christa Ladurner, coordinatrice della sezione famiglia del Forum Prevenzione, ha chiesto: “È davvero questo ciò di cui abbiamo bisogno in una crisi?”. Ancora, Brigitte Foppa (Verdi) ha parlato di una “campagna opprimente e anche autoritaria”, mentre il collega consigliere Alex Ploner (Team K) ha sottolineato l’importanza di “calmare, allontanare la paura, non di alimentarla”.

 

 

Posizioni a cui risponde via comunicato stampa Stofner, che in giornata ha disdetto un appuntamento telefonico, per una risposta approfondita sul tema, con salto.bz.

 

Stofner: i toni positivi non sono serviti

 

Nel suo intervento, il responsabile parte dal fallimento, a suo giudizio, della campagna primaverile “Io ci sto!”, che si basava su messaggi positivi. “È stata una bella campagna, non è stata criticata, ma ha avuto anche poco effetto: altrimenti non saremmo dove siamo ora” sostiene. Nonostante i ripetuti e urgenti appelli del governo provinciale, aggiunge il dirigente, “una parte più piccola ma comunque decisiva della popolazione ha continuato a prendere alla leggera la situazione attuale”.

La campagna primaverile Io ci sto! è stata bella, non ha avuto critiche ma avuto anche poco effetto: altrimenti non saremmo dove siamo ora

A onor del vero, in mezzo tra la fine dell’emergenza di marzo-aprile e l’autunno c’è anche un cambio di rotta dello stesso governo provinciale. All’inizio di maggio la giunta Kompatscher si è spesa per far ripartire subito aziende, attività commerciali e turistiche, in modo da riattivare l’economia. Dopo una primavera-estate relativamente tranquilla, in ottobre la situazione è cambiata di colpo quando i dati del contagio, della pressione sui pronto soccorsi e sugli ospedali hanno cominciato a essere preoccupanti. L’esecutivo che prima aveva ammorbidito localmente il dpcm di Conte ha optato per le misure drastiche, addirittura più severe rispetto alle ultime previste dal governo nella griglia dei “colori” delle regioni. La seconda ondata del virus, arrivata in anticipo, aveva persino portato ad un’autocritica di Thomas Widmann, assessore alla salute: “Non siamo stati capaci di veicolare il messaggio, in estate, che il virus era ancora tra noi e ha continuato a circolare”.

 

 

Da fine ottobre si è fatto ricorso alla campagna shock. Stofner è esplicito: “Ecco perché - spiega - all’inizio di ottobre abbiamo deciso di prendere una strada diversa, molto più urgente. Dopotutto, abbiamo solo una brevissima finestra di tempo per cambiare rotta. Una campagna non deve piacere, deve avere effetto. Quello di cui abbiamo bisogno ora è un messaggio forte contro un virus potente”.

Ecco perché all’inizio di ottobre abbiamo deciso di cambiare rotta. Abbiamo poco tempo, serve un messaggio forte contro un virus potente

Mentre nella prima fase della campagna sono state utilizzate immagini di vuoto, piazze, strade, attività chiuse, e nell’attuale seconda fase compaiono le vittime del peggioramento della situazione, nella sua terza fase in arrivo la campagna farà appello alla solidarietà, alla coesione e alla resilienza.

Stofner chiarisce che “non si tratta di far paura alla gente, ma di mostrare la realtà”: “Bambini che non hanno contatti sociali, anziani isolati, dipendenti disperati, imprenditori che devono chiudere, personale ospedaliero sull’orlo dell’esaurimento. Questo è ciò che può accadere se non siamo in grado di evitarlo” aggiunge. “Pertanto, la nostra chiamata è molto diretta: prima che sia troppo tardi: adesso, tutti”.

 

“Dibattito positivo”

 

Il dirigente ricorda infine che la Provincia si è avvalsa già altre volte di campagne dai toni forti (ad esempio l’iniziativa anti-alcol alla guida). Cita altri casi in diverse località, The Covid dilemma in Lombardia, un video spagnolo che mostra “l’ultimo regalo” di una famiglia spensierata al nonno, o la città di Madrid con le immagini del crematorio. Il dibattito generato è per Stofner positivo: “Speriamo che il messaggio venga recepito: è giunto il momento che agiamo tutti insieme per lo stesso obiettivo”.