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Il “patentino” va a scuola

Approvata all’unanimità la mozione di SVP e Civica per introdurre nelle scuole la preparazione all’esame di bilinguismo – con l'ipotesi di portare la prova direttamente negli istituti scolastici.
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Foto: Seehauserfoto
  • È stata approvata all’unanimità nel pomeriggio di oggi dal Consiglio provinciale di Bolzano, con 31 voti favorevoli, la mozione “Introduciamo nelle scuole la preparazione all’esame di bilinguismo”, presentata dai consiglieri Harald Stauder e Waltraud Deeg (SVP) e co-firmata da Angelo Gennaccaro (Civica). Il testo incarica la Giunta di organizzare nelle scuole giornate dedicate alla preparazione dell’esame di bilinguismo e di verificare la possibilità di far svolgere direttamente negli istituti scolastici gli esami da parte della commissione competente.

  • Il capogruppo della SVP, Harald Stauder: propone di portare l'esame di bilinguismo a scuola per “agevolare chi vive nelle periferie”. Foto: Seehauserfoto
  • Presentando la mozione, Stauder ha osservato che oltre il 30% degli iscritti all’esame di bilinguismo non si presenta alla data stabilita e che “la percentuale di superamento si aggira solo attorno al 50%”. Per questo, ha spiegato, “offrire nelle scuole giornate di preparazione aggiuntive rispetto a quellle esistenti, in cui chiarire dubbi, illustrare la struttura dell’esame e fornire strategie di apprendimento, può aumentare la percentuale successo”. Sul secondo punto, quello degli esami nelle scuole, ha aggiunto: “Va verificata la fattibilità, soprattutto per agevolare chi vive nelle periferie”. Andreas Leiter Reber (Freie Fraktion) ha espresso il proprio sostegno e annunciato la presentazione di un disegno di legge per inserire l’esame direttamente nel percorso scolastico “con l’ipotesi dell’obbligatorietà in quarta superiore”.

  • "La politica linguistica ha fallito"

    Critica la lettura di Alex Ploner (Team K), che ha parlato di “dimostrazione del fallimento di ottant’anni di politica scolastica della SVP” secondo la quale “lo studente non possa conseguire il certificato di bilinguismo contestualmente alla maturità. Le imprese ci dicono che i giovani non sanno scrivere una mail nella seconda lingua, e gli studi Invalsi lo dimostrano”. Ha lamentato inoltre che “le proposte dell’opposizione in materia vengono sistematicamente respinte”. Anche Renate Holzeisen (Vita) ha definito “fallimentare” la politica linguistica provinciale e ha sostenuto la necessità di “asili plurilingui, perché i bambini imparano più velocemente: ho iscritto mio figlio all’asilo italiano e lo rifarei”. Ha criticato la mancanza di “un’offerta scolastica realmente plurilingue, che non danneggerebbe la madrelingua tedesca”.

  • Il consigliere provinciale del Team K, Alex Ploner: la mozione dimostrerebbe il fallimento di ottant’anni di politica scolastica della SVP. Foto: Seehauserfoto
  • Sandro Repetto del PD ha osservato come “dopo 13 anni di scuola dell’obbligo e molte ore in L2 lo scopo primario dovrebbe essere un bilinguismo diffuso”. Per questo ha accolto la proposta di SVP e Civica, auspicando che “la certificazione venga legata all’esame di maturità” e dichiarandosi favorevole alla proposta di Leiter Reber. Il verde Zeno Oberkofler ha voluto ribadire il valore del plurilinguismo: “L’Alto Adige è una terra bilingue e ciò non toglie identità. Molte persone che vengono da fuori lo capiscono e apprendono con successo la seconda lingua. Tante famiglie desiderano da anni una scuola plurilingue come opzione aggiuntiva, la quale non danneggia la scuola tedesca, italiana o tantomeno ladina”. Dai banchi della Volkspartei Waltraud Deeg ha ricordato che “dall’asilo alla maturità gli studenti hanno più di 2.000 ore di L2. Non serve la scuola plurilingue, servono lezioni di lingua migliori”. Secondo Deeg gli effetti negativi della “scuola mista” si vedrebbero bene in Valle d’Aosta, perciò ha invitato a “non accusare di conservatorismo chi ha a cuore l’autonomia”. “La mia generazione ha imparato male il tedesco, oggi invece i giovani sono più consapevoli della sua importanza” sostiene l’assessore di Forza Italia Christian Bianchi sebbene nelle valli ci sarebbe “meno conoscenza dell’italiano , e poi molti giovani vanno a studiare in Austria”.

  • Le destre: "Il patentino non basta"

    Sven Knoll della Süd-Tiroler Freiheit (STF) ha detto di essere soddisfatto che non siano state accolte proposte dei Verdi in materia scolastica, perché “il tedesco sarebbe sparito”. Ha però relativizzato l’importanza del certificato: “Avere un attestato di bilinguismo in quarta superiore non garantisce di parlare una lingua per tutta la vita. C’è una consigliera di maggioranza che dice di avere l’attestato di bilinguismo A ma in aula non capisce una parola. Il Sudtirolo non è una terra bilingue, e nemmeno deve esserlo”. L’assessore Philipp Achammer ha riconosciuto che “il livello linguistico è calato molto, anche tra noi in Consiglio, e c’è bisogno di più traduzione simultanea, mentre saremmo coloro che devono dare l’esempio”.

  • Sven Knoll, leader della Süd-Tiroler Freiheit: "Una consigliera di maggioranza dice di avere l’attestato di bilinguismo ma in aula non capisce una parola". Foto: Seehauserfoto
  • Myriam Atz, collega di partito di Knoll, ha chiesto chiarimenti: “In quarta superiore che tipo di esame sarebbe? E poi all’università ne servirebbe un altro? Inoltre in che lingua svolgerlo, se l’attestazione di appartenenza linguistica si rilascia a 18 anni?” (Per sostenere l’esame di conoscenza della lingua tedesca e italiana non è richiesta la dichiarazione etnica, ndr). Dal canto suo, Hannes Rabensteiner di STF ha affermato che per i suoi figli “è più importante imparare l’inglese che l’italiano ma “soprattutto nelle scuole italiane sarebbe importante che gli alunni apprendessero il tedesco”. Per Jürgen Wirth Anderlan (JWA) “la didattica della L2 lascia a desiderare: io ho imparato meglio col servizio militare e come maestro di sci. Bisogna affrontare la lingua con meno pressione”.

  • Il mito della scuola plurilingue

    Per il presidente Arno Kompatscher “la lingua si impara usandola, non solo studiandola a scuola”. Quanto alla possibilità di svolgere l’esame di bilinguismo direttamente negli istituti scolastici, Kompatscher ha ricordato che ciò sarà “difficile da realizzare” a causa degli standard richiesti dalle direttive europee. Ha quindi consigliato la lettura del libro Deutsch in Europa, che analizza la situazione altoatesina e critica il mito della scuola plurilingue. A proposito dei patentini “falsi”, il Landeshauptmann ha inoltre precisato che “i certificati di bilinguismo rilasciati da agenzie vengono verificati anche a ritroso”. In replica, Harald Stauder ha parlato di “un cambiamento di mentalità che ha portato dal monolinguismo al bilinguismo e ora verso il plurilinguismo, perché ne sono riconosciuti i vantaggi”. Ha chiarito che “nessuno pretende che tutti siano perfettamente bilingui”, ma che è necessario offrire a chi lo desidera di raggiungere quest’obiettivo”. La contrarietà alla scuola plurilingue è emersa anche dall’esperienza di altre minoranze linguistiche al congresso FUEN e, in conclusione, Stauder ha ribadito l’importanza di praticare l’altra lingua anche fuori dalla scuola.