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L’Alto Adige e il lavoro nero

25.600 persone svolgono un’attività irregolare in provincia, con un valore aggiunto sommerso di 893 milioni. Ora il reddito di cittadinanza rischia di complicare le cose.
Lavoro nero
Foto: Corriere del Mezzogiorno

I dati dell’Istat parlano chiaro: in Italia 3 milioni 701 mila occupati svolgono un’attività irregolare. “Con le loro prestazioni, questi lavoratori invisibili ‘producono’ quasi 100 miliardi di Pil irregolare (pari al 6,5% del Pil nazionale), sottraendo un gettito alle casse dello Stato di 42,7 miliardi di euro all’anno. In termini pro-capite, le imposte evase medie in capo a ciascun cittadino italiano ammontano a 709 euro”, è la valutazione fatta dalla Cgia di Mestre.

Pecora nera è, secondo lo studio dell’associazione degli artigiani veneti, la Calabria “che presenta poco più di 184.000 lavoratori in nero e un’incidenza percentuale del valore aggiunto da lavoro irregolare sul Pil pari al 18,3%”. Tradotto: 1.333 euro di imposte evase in capo a ogni singolo residente della Regione Calabria. Nel morigerato Alto Adige invece il fenomeno del lavoro nero riguarda 25.600 persone, con un valore aggiunto sommerso di 893 milioni di euro, pari al 4,5% del totale su livello regionale. 

 

 

Campanello d’allarme

 

Il rischio, avverte la Cgia di Mestre, è che ora metà della spesa per il reddito di cittadinanza - cavallo di battaglia del Movimento 5 stelle che insieme alla “quota 100”, ovvero la riforma delle pensioni voluta dalla Lega, sarà discusso in Consiglio dei ministri fra oggi (7 gennaio) e domani a partire dalla bozza in circolazione -, pari a 3 miliardi di euro, possa entrare nelle tasche dei lavoratori in nero che non avrebbero diritto ai 780 euro previsti dalla misura. 

“A causa dell'assenza di dati omogenei relativi al numero di lavoratori in nero presenti in Italia che si trovano anche in stato di deprivazione non possiamo dimostrare con assoluto rigore statistico questa tesi. Tuttavia, vi sono degli elementi che ci fanno temere che buona parte dei percettori del reddito di cittadinanza potrebbe ottenere questo sussidio nonostante svolga un’attività lavorativa in nero, sottraendo illegalmente alle casse dello Stato un’ingente quantità di imposte, tasse e contributi previdenziali. In altre parole, l’Amministrazione pubblica, al netto delle misure di contrasto previste, sosterrà con il reddito di cittadinanza un pezzo importante dell'economia non osservata”, - spiega il coordinatore dell’Ufficio studi della Cgia di Mestre, Paolo Zabeo.

Il punto è che se dagli oltre 3 milioni di persone che lavorano in nero si sottraggono i dipendenti e i pensionati che non hanno i requisiti per accedere a questa misura (si parla di 1,3 milioni di unità) - analizza l’associazione - coloro che pur svolgendo un’attività irregolare potrebbero, in linea teorica, percepire questa misura sarebbero 2 milioni, vale a dire la metà dei potenziali aventi diritto e cioè poco più di 4 milioni (1.437.000 famiglie).
In Alto Adige, dove peraltro un modello di sostegno sociale esiste già, secondo le stime sono 5.100 i nuclei famigliari che potrebbero beneficiare del reddito di cittadinanza a partire da aprile 2019. 

 
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Massimo Mollica Mon, 01/07/2019 - 14:15

Ho sempre il dubbio atavico di come si riesca a calcolare il lavoro nero, dato che è appunto in nero.Comunque se si eliminasse il contante e si istituisse un circuito a sè nelle transizioni monetarie tutti i mali di questa nazione (burocrazia a parte) verrebbero eliminati.

Mon, 01/07/2019 - 14:15 Permalink
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Salto User
Manfred Gasser Mon, 01/07/2019 - 15:51

Ich habe da auch so meine Zweifel, Herr Mollica.
Aber wenn man das schon weiss, warum wird nichts dagegen unternommen? Würde man mit mehr Steuerfahndern auch nur 10% verhindern, waren das 4,2 Milliarden Euro!!!!
Da könnte man einige hundert Beamten gut bezahlen, und es würde noch was übrig bleiben.

Mon, 01/07/2019 - 15:51 Permalink