Society | 8 marzo

Donne dentro e fuori

"Denudata" e disarmata ti trovi senza un sostegno economico e psicologico. Ti rassegni, abbassi il livello delle tue pretese e cominci a fare qualsiasi lavoro.
Hinweis: Dieser Artikel ist ein Beitrag der Community und spiegelt nicht notwendigerweise die Meinung der SALTO-Redaktion wider.

L'accostamento donna-straniera è  logico e interessante. L'ho scelto per contrastare le teorie xenofobe che considerano le donne straniere soggetti nemici in contrapposizione alla donna europea, autoctona, e anche per contraddire l'adagio, dal mio punto di vista assai offensivo, donne e buoi dai paesi tuoi.  

Personalmente vengo da una famiglia  in cui le donne sono state perennemente in lotta per la  conquista e la difesa dei loro diritti, anche se  il movimento femminista nell'Albania  comunista non era visto di buon occhio in quanto considerato un concetto sconosciuto e strano. Una donna convinta dei concetti marxisti non poteva essere anche femminista visto che per contrastare la discriminazione, l'oppressione delle donne da parte degli uomini o della società, c'era già la teoria comunista .

Tant'è che nella mia memoria sono stata sempre circondata da donne forti, direttrici di scuole, delle fabbriche, che ricoprivano ruoli importanti  nei diversi ministeri.  Ovviamente questa era una parte della realtà, una delle tante sfaccettature del sistema, la parte più "truccata" e visibile. Crescendo  in questo ambiente erroneamente valutavo alla stessa maniera  tutto il resto .

Dopo l'università ho dovuto confrontarmi con altre realtà  a me sconosciute come, per  esempio, il destino delle donne delle periferie che rappresentavano  la maggioranza dell'universo femminile albanese . Molte di queste donne lavoravano duramente  ma tornando a casa, non trovando un contesto favorevole, dovevano lottare per ogni singolo diritto, il che risultava troppo  faticoso.  I media, la letteratura non aiutavano granché . Tante donne scrittrici erano imbavagliate a causa degli stereotipi  femminili che rappresentavano la donna come figura saggia, madre, moglie, sorella, lasciando però nel  buio totale la parte femminile sessuale e sensuale. La letteratura straniera veniva controllata e censurata per contrastare il confronto con esperienze di altre donne e di altre realtà. A ciò si aggiunse in seguito il crollo della dittatura che, diversamente da quanto si  sperava,  portò altre forme di discriminazioni.

L'emigrazione femminile albanese negli anni 90 verso l'Occidente è stata soprattutto un'emigrazione culturale. La maggioranza delle donne che riempivano le navi erano donne con un  livello d'istruzione medio-alto, che vedevano nell'emigrazione una continua emancipazione, coscienti che potevano e dovevano pretendere di più.

La mia prima sensazione dopo aver toccato terra italiana  è stato lo stupore per la bellezza, una riconferma di quello che  mi aspettavo dal punto di vista artistico, ma passata la prima emozione mi sono scontrata con  la realtà concreta ed  ho realizzato con dolore quelle che erano le mie vere possibilità. Superato il primo progetto a breve scadenza, ovvero il mio arrivo in Italia, tutto d'un tratto mi sono trovata  senza una visione che andasse al di là della mera sopravvivenza. Mi sono resa conto  di non essere più quella che avevo portato con me, che la nuova patria non aveva bisogno di quella che ero stata.

Ti scopri cosi priva di  una comunicazione autentica con la società nuova di cui vorresti far parte, nella quale vorresti essere rappresentata. Scopri che la lingua  che tu ritieni di conoscere non la conosci affatto, cosa molto grave  per chi scrive come me. Diventa sempre più difficile con un linguaggio povero trasmettere agli altri testimonianze complesse . Improvisamente sei denudata,  disarmata e ti trovi senza un sostegno economico e psicologico. Ti rassegni, abbassi il livello delle tue pretese e cominci a fare qualsiasi lavoro. Mentre ti sforzi  per sopravvivere,  man mano dimentichi la tua professione di prima, e nella veste nuova sei la badante, la donna delle pulizie, la commessa. Poche donne hanno la possibilità di riprendere gli studi o di vedersi riconoscere il diploma di  laurea, o di perfezionare la conoscenza della lingua italiana, specialmente  chi è sposata e ha dei figli. Il tempo passa e nessuna delle esperienze che  stai accumulando ti aiuta a ritrovare la donna di una volta. Ti immergi  nell’ oblio di quello che sapevi, e con un curriculum nuovo, le tue nuove  specializzazioni, quelle che  sei stata costretta ad acquisire, diventano gli unici elementi per trovare altri lavori.  Ed eccoti qua; un'amica mia, di professione economista, da quasi 20 anni si prende cura degli  anziani, li assiste, li pulisce, gli  dà  da mangiare, e sarà cosi fino alla fine. Questa signora è emigrata all’ età di 30 anni, e da quel momento in  poi ha fatto solo la badante e la donna delle pulizie. Ha cancellato tutto il suo passato, e basta un accenno a quello che era una volta per tormentarla.

Il mio percorso di donna e di straniera  è stato ed è tuttora difficoltoso, insicuro e quasi sempre accompagnato dal  rischio di precipitare nell’ abisso della disoccupazione,  ma tornando indietro lo rifarei. Salirei sulla nave di mio padre nascondendomi nella sua camera, passerei la notte guardando dall'oblò il nero piatto del mare e vicino alla costa m'infilerei dentro l'armadio, finché  lui, sempre mio padre, mi avviserebbe dell’ arrivo a Gallipoli. Lo abbraccerei di sfuggita mentre  cercherà  di trattenere le lacrime e mi nasconderei nella macchina del mio uomo prima che arrivasse la polizia.  La mia è una storia di emigrazione per amore della libertà, dei cambiamenti intesi come un'opportunità di  crescere, che mu ha costretta a calpestare strada facendo il mio passato. Altrimenti non avrei mai potuto conoscere  donne di altri paesi, storie che amo,e che non mi annoieranno mai nel loro tragico o fortunato epilogo.