Culture | Pièce teatrale

“Emmeline e tante altre”

Uno spettacolo sulla faticosa battaglia delle donne per il diritto di voto. Intervista all'attrice Barbara Fingerle.
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Foto: Barbara Fingerle

“Emmeline e tante altre” di e con Barbara Fingerle è lo spettacolo teatrale organizzato dal coordinamento Donne Cgil-Agb, in occasione della Festa delle Donne. L'appuntamento è mercoledì 8 marzo al Theater im Hof, in piazza Erbe, 37 a Bolzano alle ore 21. L'ingresso è gratuito. L’attrice bolzanina, che è anche ideatrice della pièce teatrale, ci parla di cosa l’ha spinta alla scelta di questa tematica.

Barbara Fingerle, qual è il motivo della scelta di questo tema?

In questo periodo mi sono soffermata a riflettere sui diritti che abbiamo e spesso non ci rendiamo conto di quanto lungo sia stato il percorso per arrivarci. Le conquiste passate ci sono costate molto, penso ad esempio a quella per il diritto di voto. Settanta anni fa in Italia abbiamo ottenuto il diritto di voto, mi è capitato di sfogliare pubblicazioni dedicate all’approfondimento di questa tematica. In una moltitudine di posti c’è stata una vera e propria lotta. In Inghilterra mi ha colpito il percorso che ha portato al diritto di voto, in particolare quella che può essere definita l’iniziatrice del movimento Emmeline Pankhurst. Una donna incredibile: è stata arrestata, ma ha sempre portato avanti le sue idee. E’ morta purtroppo prima di vedere riconosciuto il diritto alle donne. Ogni donna ha la sua storia, a tutte è costato molto. Ci sono state, ad esempio, donne rifiutate dai mariti, altre che hanno perso i propri figli, dati in affidamento, c’è stata chi ha perso il lavoro o chi ha avuto problemi sul posto di lavoro. Votare di per sé è un gesto semplice, è importante però sapere quello che c’è dietro.

Come hai scelto di realizzare lo spettacolo?

Insieme a me sul palco ci sono due musicisti che suonano dal vivo, Il duo musicale composto da Francesco Brazzo e Pietro Berlanda e alla parte tecnica c'è Claudio Ansaloni. Io alterno momenti di lettura teatralizzata con momenti di recitazione. Interpreto diverse donne, quindi non solo Emmeline. Passo dal racconto di lei al racconto di altre donne che hanno combattuto per questa causa, ci sono poi i discorsi politici degli uomini, come anche gli ispettori di polizia, non sono mancati infatti gli arresti per scoraggiare le donne. Come sfondo alla rappresentazione teatrale ho scelto il loro vessillo con i colori verde, viola e bianco. Il verde simboleggia la speranza, il viola la dignità e il bianco la purezza.

Le donne sono un po’ il filo rosso delle tue rappresentazioni teatrali. Come mai?

Sì, è vero. E’ un tema che mi assorbe molto. L’anno scorso, in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne del 25 novembre, sempre con il coordinamento Donne Cgil-Agb, ho portato in scena lo spettacolo teatrale "Le case Magdalene" , dove ho voluto analizzare il tema della violenza sulle donne anche da un punto di vista storico, ponendo l'attenzione sul controllo sociale sulle donne, avvenuto attraverso le istituzioni e la famiglia. Nella cattolicissima Irlanda negli istituti chiamati "Case Magdalene" venivano infatti rinchiuse donne giudicate troppo autonome, ragazze madri o donne considerate 'perdute' dalla comunità di riferimento. 

Perché vuoi dare voce alle donne?

A mio avviso è sempre più importante soffermarsi su questi temi. C’è tanta strada da fare tra violenza, paura e arroganza. C’è sempre prevaricazione e la sofferenza della donne è sempre di estrema attualità, continua ad esserci anche se in modi diversi rispetto al passato, provocata dalla paura che alcuni uomini avvertono davanti al cambiamento delle donne. E’ necessario un cambiamento culturale dell’uomo davanti al cambiamento dei ruoli che non sono più prestabiliti come un tempo. Serve quindi una presa di coscienza .