Society | alloggi sociali

Classe media, grande flop

Mentre la Giunta continua a destinare risorse agli alloggi sociali per il ceto medio, i bandi vanno deserti: la Provincia dovrà riassegnare 37 appartamenti rimasti vuoti.
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Foto: LPA/Wobi

La città di Bolzano è stretta nella morsa dell’emergenza abitativa: lavoratori stagionali sono costretti a ripiegare nelle fatiscenti strutture emergenziali per persone senza fissa dimora, persone straniere vengono escluse dal mercato immobiliare per via della propria provenienza oppure si imbattono in speculatori senza scrupoli che affittano in nero appartamenti sovraffollati a prezzi da usura. L’università arranca, con ricercatori e studenti costretti a rinunciare al percorso di studi a causa dell’impossibilità di ottenere un affitto a prezzi equi. Eppure, gli alloggi sociali per il ceto medio sono da tempo una priorità per chi governa la Provincia di Bolzano, anche se questo significa andare a discapito delle classi più marginalizzate. Principi contenuti nell'ultima legge sull’Edilizia sociale, approvata lo scorso luglio e fortemente voluta dall'assessora al sociale Waltraud Deeg, che ha lo scopo disciplinare l’accesso al patrimonio edilizio pubblico non tanto sulla necessità ma sulla natura sociale ed etnica dei richiedenti. 
Per parlare di beffa basterebbe realizzare che chi detiene un reddito medio-alto abbia potuto beneficiare di una corsia preferenziale rispetto a chi si trova in uno stato di vulnerabilità e precarietà sociale maggiore. Ma nella provincia di Bolzano ci si spinge oltre: oggi (7 marzo) la Giunta è stata oggi costretta modificare i criteri di assegnazione di 37 alloggi IPES destinati alla classe media, dal momento che il bando è andato deserto.

 


“Non era nelle previsioni – ha detto oggi il Presidente Arno Kompatscher –. Per capire i motivi bisognerebbe chiederlo a coloro che hanno deciso di rinunciare agli appartamenti, che sono di ottima qualità, dopo averli visitati. Per qualche motivo non hanno trovato la sistemazione adeguata alle loro esigenze e hanno trovato autonomamente altre soluzioni. Di conseguenza, la nostra offerta non ha trovato la domanda che ci aspettavamo. Ora – ha ribadito Kompatscher – è importante assegnare il prima possibile questi alloggi a chi ne ha effettivamente bisogno. Sarebbe uno spreco lasciarli inutilizzati”.