Economy | politiche abitative

Lo scontro sui quartieri industriali

Posizioni agli antipodi sulla possibilità di costruire appartamenti in zona produttiva. CGIL: "Si attivi una politica dell'abitare in grado di dare risposte".
zona industriale
Foto: Suedtirolfoto/O.Seehauser

“Il capoluogo altoatesino ha bisogno di nuovi spazi e, vista l’attuale configurazione della città, pensiamo che lo sbocco possibile sia verso le zone produttive”. – Così affermava qualche mese fa il presidente regionale CNA-SHV Claudio Corrarati che punta di realizzare un nuovo quartiere nella zona che da via Siemen si snoda verso ponte Palermo fino a Ponte Roma. Questa, secondo le categorie produttive, la ricetta per far fronte alla cronica mancanza di personale che rinunciano al lavoro per la mancanza di un alloggio a costo sostenibile.

Dal Comune di Bolzano è arrivato nel frattempo il via libera per la costruzione di alloggi sul sito produttivo. Se prima ci si riferiva a semplici foresterie oggi si parla di autentici quartieri che interesserebbero l'area compresa fra via Grandi e via Galilei. Un'iniziativa accolta con favore da Coopbund. "La zona produttiva tra via Galilei e via Grandi – afferma Alberto Bocchio responsabile Abitazione - è di fatto un cuneo produttivo che si inserisce nella città residenziale, tra il quartiere di Oltrisarco e via Torino e quindi non ci trovo nulla di sbagliato a valutare una trasformazione, peraltro di terreni in gran parte non utilizzati proprio perché la trasformazione, prima o poi, sarà necessaria. La nuova zona è molto più prossima alla città di una qualsiasi altra zona oltre via Resia e può essere l’occasione di migliore collegamento del quartiere Oltrisarco con la città, sufficientemente grande per inserire infrastrutture adeguate nonché verde di separazione tra la viabilità e le residenze. Già il Masterplan del 2009 indicava per le aree prossime a Via Roma funzioni prevalentemente residenziali e pubbliche con presenza di commercio al dettaglio di supporto alla residenza".

 

Anche la presidente Monica Devilli accoglie con favore la proposta del comune di Bolzano aggiungendo che “occorrono risposte concrete ai forti bisogni alloggiativi di famiglie residenti, lavoratori e studenti universitari. Inoltre occorre dare prospettive ai soci di Casa Prossima a breve e medio termine dal momento che il progetto areale ferroviario ha tempistiche non definite”.

Il primo no categorico, arriva invece da Assoimprenditori: “La funzione urbanistica delle aree produttive deve restare quella produttiva. La convivenza tra funzione produttiva e abitativa nelle zone produttive è inconciliabile A Bolzano Sud operano oltre 1.700 imprese e lavorano 18.000 persone, ovvero il 7 per cento del totale degli occupati in Alto Adige - sottolinea il presidente Heiner Oberrauch -. Se vogliamo che la zona industriale mantenga questa rilevanza strategica anche in futuro, dobbiamo garantire alle imprese già esistenti di svilupparsi e permettere a nuove realtà innovative di insediarsi. L’Alto Adige può contare su molte imprese leader nelle loro nicchie di mercato; imprese innovative e attive sui mercati di tutto il mondo; imprese legate al proprio territorio, sul quale investono giornalmente e dove creano posti di lavoro altamente qualitativi grazie ai loro prodotti hi-tech e di eccellente qualità. Limitare gli spazi, già molto scarsi - aggiunge Oberrauch - a disposizione di queste imprese, che già oggi non trovano gli spazi adeguati per espandersi o insediarsi, come dimostrano anche diversi esempi recenti, sarebbe controproducente. Bolzano si trova ad affrontare un’emergenza abitativa a cui va data risposta recuperando areali dismessi come le caserme militari e puntando su soluzioni innovative nei quartieri più facilmente raggiungibili dalla zona industriale come, ad esempio, i Piani o l’area oltre via Resia. Bisogna inoltre accelerare - dice il Presidente - con la riqualificazione dell’areale ferroviario, molto più adatto a rispondere alle esigenze abitative di altre aree della città.

 

Un no altrettanto netto, ma con motivazioni diverse è quello del sindacato Cgil/Agb che si dice "preoccupato per la proposta che circola di costruire appartamenti in zona industriale, tra l’autostrada e le Acciaierie", affermando che è necessario preservare la vocazione della zona produttiva di Bolzano, fondamentale per l’economia di tutta la provincia.
I dubbi della Cgil/Agb in merito alla possibile riconversione abitativa di alcune aree produttive, riguardano la quantità e la qualità dei servizi potranno essere resi disponibili a chi andrà ad abitare in zona, nonchè di come sarà gestita la già critica viabilità. Lo definisce "paradossale", il sindacato, che dalla richiesta di creare delle foresterie, per sopperire alla mancanza di alloggi per i lavoratori, si sia poi passati ad ipotizzare la creazione di un nuovo quartiere.


Tra le possibili soluzioni al problema dell’abitare, la Cgil/Agb indica ancora una volta il “costruire sul costruito”, di censire le case sfitte e adottare una “visione d’insieme che tenga conto del necessario sviluppo economico, ma anche delle esigenze dei cittadini”, limitando l’eccessivo utilizzo degli affitti turistici di breve termine.
"Si attivi una politica sociale dell’abitare - dichiara la segretaria della Cgil/Agb, Cristina Masera - che dia risposte a quella ampia fascia di cittadini che non si possono permettere affitti anche di oltre 1.000 euro e neppure l’acquisto, visto i prezzi che possono superare i 10.000 euro al metro quadro".

Bild
Profile picture for user Massimo Mollica
Massimo Mollica Fri, 04/07/2023 - 10:36

Tutte posizioni con giuste motivazioni.
E poi ci sono io che sogno una città non i mano alla speculazione edilizia dove chi investe nell'immobile e lo lascia sfitto paga tasse realmente salate, così da evitare interi palazzi vuoti. E perché no, un Alpitronic al posto delle acciaierie e dell' Iveco.

Fri, 04/07/2023 - 10:36 Permalink