Savile Row: un mito della sartoria maschile del XX secolo

Quando arrivate finalmente a calcare il selciato quasi immacolato di Savile Row vi chiedete dove risieda il mito che avete tanto studiato e letto su libri, intravisto in tante immagini celebri, colto in tanti film che hanno fatto epoca dagli anni Trenta di un secolo dominato dai canoni del vestire maschile britannico, dei loro impareggiabili tessuti. Basta allora abbassare leggermente lo sguardo e osservare in bugigattoli minuti i laboratori degli ultimi sarti rimasti proprio sotto vetrine austere e parzialmente ammodernate. Sono gli ultimi scampoli di una civiltà che resiste all'ondata modaiola e destrutturata del casual e del cafonal imperante. Ma ancora per quanto?
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Oggi indosso un paio di calzoni di Henry Poole. Non è un nome qualsiasi. Costui è stato il promotore storico di una cultura sartoriale  che prende avvio in senso moderno e internazionale già in pieno ottocento, consentendo a una strada londinese, Savile Row, di assurgere a centro deputato dei migliori artigiani tagliatori, sarti specializzati, del Regno Unito. St. James, Mayfair, Burlington Arcade, Cork Street, Dover Street, Piccadilly, Regent Street, Old Burlington Street, Jermyn Street,Conduit Street, sono stati solo alcuni dei luoghi di culto di un'arte che un recente e blando pezzo di Repubblica seppelliva per sempre a fronte dell'ingordigia straripante delle catene di negozi senz'anima facenti parte del sempreeguale, che stanno scalzando i sacri indirizzi di un'esclusività morente. Ciò che annunciava in un pezzo memorabile il grande Sandro Viola già molti anni fa, elencando sin da allora una lista preoccupante di defezioni irreparabili, ma con una grazia e una informazione di prim'ordine, emergente da una passione divorante per il ben costruito, per la qualità assoluta di prodotti artigianali che erano entrati nell'ethos personale di più epoche. Ciò che apparteneva a classi privilegiate, militari e di censo, negli anni trenta del novecento incorpora le implicazioni sportive provenienti specialmente dagli Stati Uniti insieme al boom dell'industria cinematografica che determina uno straordinario effetto moltiplicatore per una manifattura d'eccezione. Non è un caso che icone come Fred Astaire o come Cary Grant diventano testimonial naturali di Anderson & Sheppard, Kilgour, French & Stanbury, con Cooper e Gable a preferire Lesley & Roberts, solo per portare i primi esempi che vengono alla mente, così come Dege & Skinner e soprattutto Giewes & Hawkes sono i campioni di tutto quel mondo che ruota alle variegate espressioni del mondo militare e delle infinite uniformi per foggia e taglia, corpi e spedizioni, un campo decisivo anche per sperimentazioni ardite e classiche al tempo stesso. Non va dimenticata poi una intrapresa familiare, Simpson's, che per prima volta portava a Londra il vestito di qualità confezionato sul finire dei Trenta a Piccadilly, in un celebre edifico. ora trasformato in una enorme libreria della catena Waterston's, tanto per rimanere in argomento. Il marchio commerciale, Daks of Simpson's, è ora in mano giapponese, mentre un altrettanto prestigioso brand anglosassone come Aquascutum, il vero inventore dell'impermeabile, non Burberry's, naviga in cattivissime acque. Il magistero inglese è sempre stato messo in discussione dalla scuola sartoriale italiana, dalla scuola napoletana, ma sopratutto da un marchio che ha portato l'Italian Style nel mondo: Brioni, una fucina di talenti che ancora operano a Penne in Abruzzo, seguendo una tradizione di eccellenza assoluta e di vestibilità formidabile. Solo negli ultimi anni la scuola napoletana ha imposto a livello internazionale un nome come quello di Kiton, va detto, a prezzi stratosferici. D'altronde un bespoke è per la vita, il fatto su misura è per sempre. Tra gli ultimi grandi inglesi meritano una citazione Tommy Nutter, il rivoluzionario sarto dei settanta, ma non vanno dimenticati altri nomi che hanno fatto la storia della sartoria inglese come Huntsman, Tremlett, Meyer & Mortimer, nel corso di una storia pluricentenaria. Attualmente Anderson & Sheppard in Old Burlington 32 rappresenta la punta di diamante di una tradizione che rimarrà per il semplice motivo che è stata la prima a codificare i canoni della sartoria maschile, ma soprattutto perchè possiede ancora una straordinaria produzione di tessuti esclusivi. Tra le aziende più blasonate che li producono George Harrison, Holland & Sherry, meravigliose mixture di lane pregiate, Wain Shiell, Dormeuil, Hunt & Wintherbotham, Lesser, William Clark, E. Rubenstein.