Kompatscher: studiare la storia per non ripetere gli errori del passato
Ieri, 6 maggio, il presidente della giunta proviciale Arno Kompatscher ha incontrato una delegazione del gruppo 'Alto Adige 2019: un manifesto' composta da Elisabeth Ladinser, Alberto Stenico, Herbert Denicoló e Heinrich Zanon. Tema del colloquio è stato la qualità del con-vivere nella nostra terra allo scadere dei cento anni dal suo passaggio all’Italia e come vorremmo che fosse.
Le identità individuali e la consapevolezza che i gruppi linguistici hanno di sé sono il punto di partenza per la costruzione di un futuro comune. L’identità non è un modello immutabile, ma si evolve costantemente. Prendere coscienza di ciò favorisce la disponibilità a cambiare e la possibilità di indirizzare tale cambiamento. Curare e sviluppare la propria identità significa curare le relazioni con altre identità.
(Estratto da: Alto Adige 2019: un manifesto; Orientamento di fondo; Identità e pluralità)
Il gruppo 'Alto Adige 2019: un manifesto' è composto da cittadini di diversi gruppi linguistici, impegnati in vari settori (sociale, culturale, scolastico, informazione, giustizia), che vogliono partecipare alla discussione sulle questioni decisive del nostro vivere insieme. Trovare soluzioni affidabili tramite una discussione aperta e ampia, oggetto anche del documento consegnato dal gruppo al presidente della provincia.
Il documento, frutto di ampie discussioni e riflessioni, affronta il tema partendo dalle celebrazioni dei 100 anni della prima guerra mondiale per favorire il dibattito e migliorare la convivenza in Alto Adige. “La storia e le tradizioni dei gruppi linguistici che vivono in Alto Adige/Südtirol – scrivono nel loro Manfesto - sono fonte di conflitto, ma anche occasione di incontro e di crescita comune”.
Una tesi sostenuta anche dal Landeshauptmann, il quale ha ribadito che “bisogna studiare la storia, affinché non si ripetano gli stessi errori del passato. Vogliamo evitare che questa ricorrenza favorisca una polarizzazione, facendo il gioco di coloro che non vogliono vedere i profondi cambiamenti avvenuti in questo secolo. Ormai siamo oltre la logica della contrapposizione tra vincitori e vinti".