Politics | L'analisi

La riscossa della destra

L’apparizione di Salvini in piazza Matteotti ridà attualità a un’ipotesi che sembrava definitivamente tramontata: la destra potrebbe conquistare Bolzano?

Vorrei dare di nuovo forma a una domanda che mi sono fatto percependo gli umori della piazza, in occasione del recente comizio di Matteo Salvini. Passavo tra la gente e mi sono concentrato sull’effetto delle sue parole (stando cioè più attento a questo che a quelle). Ecco finalmente la Bolzano popolare alle nozze mistiche col noto populista. Ma un tale gradimento si tradurrà effettivamente in voti, ammesso e non concesso che proprio in virtù della semplice apparizione di un ospite convocato come “spot elettorale” queste persone siano disposte a dare poi fiducia a una pattuglia di sconosciuti senza alcun titolo di merito per essere votati?

Qualcuno, a ragione, ha fatto notare che, in politica, ogni vuoto attende solo di essere colmato. Qui a Bolzano la maggioranza dei cittadini ha una spiccata sensibilità di destra, ma la destra locale si è storicamente disintegrata per manifesta inettitudine della sua classe dirigente litigiosa, inconcludente e priva di un progetto futuribile. Il fatto che adesso persino un leghista possa ottenere il plauso di chi dovrebbe avere in sospetto qualsiasi erede della tradizione secessionista, significa però che un nucleo ancora più basico d’interessi si è andato cristallizzando alla radice della sensibilità reazionaria dominante. C’era solo bisogno che all’orizzonte si profilasse una nuova calamita, e Salvini sembra fatto apposta per individuarne i contorni.

Quanti e quali voti sposterà, insomma, Salvini? E soprattutto: riuscirà a richiamare alle urne gran parte di quelli che avevano deciso di starne lontani perché disgustati (ancorché abituati a ingurgitare di tutto) da ciò che proponeva loro il miserrimo centrodestra dalle cento bandiere? Se il favoritissimo Gigi Spagnolli non riuscisse a centrare l’obiettivo di farsi rieleggere sindaco al primo turno, e se ovviamente al ballottaggio dovesse davvero andare Alessandro Urzì – non ho elementi per giudicare Urzì il potenziale primo avversario di Spagnolli, ma tutti quelli ai quali ho chiesto un pronostico mi hanno fatto il suo nome –, potremmo quindi vedere materializzarsi una coalizione (sulla carta improbabile) tra i rimasugli della politica post-fascista locale e la nuova avanguardia dello pseudo-fascismo post-padano? Si tratterebbe di una riscossa sulla quale nessuno, fino a solo qualche settimana fa, avrebbe scommesso un centesimo.