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“Più attenzione allo studio”

Il Movimento Universitario Altoatesino consulta gli studenti bolzanini: “Sbagliata la decisione di sopprimere le borse di studio per merito”. Le voci dei giovani.
Studenti
Foto: Uni Bozen

Sono numerose le questioni sollevate dagli studenti universitari bolzanini attraverso il MUA – movimento che si fa portavoce delle posizioni degli studenti altoatesini - questioni rimaste nell’ombra per molto tempo che ora, con le restrizioni legate alle misure anti-contagio, hanno conseguenze rilevanti.

 

Il nodo alloggi

 

Secondo il MUA, ad oggi, vi sono due possibilità di alloggio per gli studenti fuori sede che decidono di studiare in Provincia di Bolzano: gli studentati o gli appartamenti privati. Per quanto riguarda gli alloggi, gli studenti non condividono i requisiti di assegnazione: "I parametri per l'assegnazione non dovrebbero essere legati all'inserimento della domanda in un determinato ordine cronologico di arrivo, ma da altri parametri quali la distanza dalla sede di studio e, soprattutto, il reddito. Sarebbe opportuno creare delle graduatorie anche per gli alloggi, secondo i requisiti richiesti per le borse di studio ordinarie" afferma Clarice Cloutier, studentessa di Ingegneria del Legno all’Università di Bolzano.

 

“Ora è necessario aprire le aule studio”


Come per gli appartamenti, anche per i luoghi dedicati interamente allo studio la situazione non sembra essere facile, soprattutto per i bolzanini che studiano in altre città italiane. “Ho notato subito la differenza tra l’attenzione rivolta allo studio, in questo periodo di pandemia, da parte della città di Verona, dove studio da fuori sede, e la Provincia di Bolzano: qui da noi non ci si è organizzati per riaprire e rendere disponibili a tutti le aule studio e gli spazi riservati agli studenti” racconta Valentina Cibin, studentessa di Scienze della Comunicazione presso l’Università di Verona.

“Molti di noi studenti, durante i diversi periodi in zona rossa, hanno trovato nel ‘NOI Techpark’ una soluzione temporanea dove andare a studiare. Questa, però, non può essere una soluzione a lungo termine; l’utenza è numerosa e il luogo non è dedicato esclusivamente agli studenti, ma anche ai lavoratori del NOI, e questo non favorisce la concentrazione durante lo studio. D’altra parte – continua Cibin – è evidente che se la Provincia non mette a disposizione spazi dove studiare in tranquillità, ci si affolla anche in luoghi che non competono esclusivamente agli studenti. È quindi necessario, ora, dedicare più spazi allo studio, anche per combattere l’abbandono universitario, presente in modo evidente in quest’ultimo anno accademico” ha sottolineato.

 

Sbagliato rimuovere le borse di studio per merito

 

“Le borse di studio per merito quest’anno sono state soppresse con grande sconcerto degli studenti che avevano fatto conto su questo contributo per arrivare a coprire le spese universitarie. L’impegno profuso per raggiungere la media del 28, alzata di un punto negli ultimi tempi, non è bastato. In questo momento difficile - si apprende dal comunicato MUA successivo alla consultazione con gli studenti - il segnale è stato recepito molto negativamente dalla categoria su cui, invece, bisognerebbe puntare maggiormente in tempi di crisi, ovvero coloro che si formano per affrontare le sfide del futuro".

“Inoltre - avverte Paolo Sticcotti, studente bolzanino dell’Università di Bologna - abolire la borsa di studio per merito disincentiva ulteriormente l’impegno di studenti e studentesse. Questa borsa per merito potrebbe consentire a chi è realmente dedito allo studio di ambire a università prestigiose all’estero. Rimuoverla significa aggiungere un ostacolo al perseguimento dei loro sogni e, di conseguenza, del nostro futuro”.