Politics | Dal blog di Thomas Benedikter

È caduto il quorum, ma non la diffidenza della SVP nei cittadini

La nostra provincia ora è la prima realtà territoriale in Italia che si è congedata dal quorum di partecipazione nei referendum. Ciò che sembrava essere regola ferrea, imposta dalla Costituzione, ciò che ha fatto strage fra tante votazioni referendarie a tutti i livelli, è superato. Bisogna darne atto alla SVP che ha capito che questo meccanismo nefasto mortifica il buon funzionamento della democrazia diretta. Pure occorre riconoscere un'altra innovazione interessante. In base alla nuova legge si potrà firmare le proposte popolari per via elettronica. Ciò non esiste da nessuna parte in Italia, solo per l'Iniziativa dei cittadini europei (ICE), ma questa in fondo è solo una petizione di massa, che non porta ad un referendum.
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Foto: www.asdaa.it

Benché ci fossero altri elementi positivi, in generale la SVP con questa legge non è riuscita a fare uno strappo nel suo atteggiamento di diffidenza nei confronti dei cittadini quando questi osano avviare iniziative autogestite. La democrazia diretta classica si basa su due strumenti principali: il referendum propositivo con cui i cittadini possono proporre una loro soluzione al resto dell'elettorato, e il referendum confermativo per porre un veto contro atti voluti dalla Giunta o dal Consiglio che non sembrano essere accettabili dalla popolazione. La SVP ha peggiorato la praticabilità del primo, e ha semplicemente ignorato il secondo, cioè il referendum confermativo. Quest'ultimo, però, nei sistemi di democrazia diretta più evoluti, è quello più utilizzato dai cittadini che molto più spesso se ne avvalgono con successo. Forse è la paura della SVP che i cittadini possano bloccare con il loro buonsenso la loro libera gestione del potere, forse è questa strana diffidenza nei confronti dei cittadini e del mondo associazionista non controllato ad aver impedito alla SVP una scelta più coraggiosa e coerente con il suo nome (S-Volks-P).

Nel secondo strumento la SVP ha ripreso un modello di iniziativa popolare esistente in Baviera e altri Länder tedeschi che ha un "pregio": introducendo due passaggi, due tappe distinte, il referendum propositivo si trasforma in una corsa ad ostacoli estenuante, macchinosa, una trattativa lunga con il Consiglio provinciale in cui ogni proposta affronterà un muro di gomma o sarà stravolta, ricotta e girata per poter poi essere presentata come meravigliosa soluzione di compromesso per evitare il referendum. Già arrivarci è comunque improbabile per la maggior parte delle istanze legittime. Raccogliere prima 8.000 firme solo per il diritto di poter dialogare con il Consiglio, poi ancora 26.000 firme per poter indire una votazione referendaria in soli due mesi (sommando sono 34.000 firme, quasi il 10% degli aventi diritto al voto) equivale ad una tattica di logoramento per scoraggiare i movimenti civici, non per promuovere la partecipazione.

Non parliamo di altre trappole disseminate nel testo della nuova legge, che rendono il bicchiere neanche mezzo pieno. Riaffermiamo che contro questa legge non c'è altro rimedio che il referendum abrogativo offerto dallo Statuto di autonomia. Sarà promosso sia dall'Iniziativa per più democrazia, sia dai partiti di opposizione. Almeno la SVP ha avuto il coraggio di uscire allo scoperto con questa legge prima della scadenza della legislatura, mantenendo una promessa, e quindi di misurarsi con tutto l'elettorato nel gennaio/febbraio 2014. Nel dibattito finale al Consiglio la SVP stessa non l'ha presentata come grande conquista, ma come un compromesso: ma da quando i cittadini dovrebbero fare compromessi con i loro rappresentanti: sono avversari, sono nemici?

Thomas Benedikter

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Alessandro Stenico Tue, 06/11/2013 - 18:24

Sulla data dell’eventuale indizione del referendum, sia Thomas che il M5 si sono sbagliati: l’articolo 12 della L.P. 18.11.2005 è stato modificato nel 2009 e la data di svolgimento dello stesso può solamente venir fissato in una domenica tra il 15 aprile e il 15 giugno, inoltre non è consentito lo svolgimento contemporaneo di referendum ed elezioni a livello comunale, provinciale, statale o europeo. Quindi i tempi di svolgimento non sono certi neppure nel 2014, viste le prossime scadenze elettorali.

Tue, 06/11/2013 - 18:24 Permalink
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Stephan Lausch Tue, 06/11/2013 - 20:39

In reply to by Alessandro Stenico

Il referendum confermativo del quale ci possiamo avvalere in questo caso è regolamentato non dalla legge del 2005 ma dalle legge 10/2002. Questa non conosce tutti questi limiti elencati ma stabilisce scadenze semplici e chiari: la legge per tre mesi dalla pubblicazione non entra in vigore e rimane ulteriormente sospesa fino allo svolgimento del referendum se questo è stato validamente richiesto da almeno 7 consiglieri o da 1/50esimo (cioè circa 8.000) degli aventi diritto al voto entro questi termini. Un mese di tempo dopo i tre mesi per il controllo delle firme e poi il referendum deve svolgersi entro i tre mesi seguenti. Il referendum si svolgerà così entro sette mesi dalla pubblicazione sul bollettino che averrà verso la fine di giugno.

Tue, 06/11/2013 - 20:39 Permalink