"Parlo solo da trentino"
“La mia è la posizione della Lega del Trentino, non voglio certo entrare in un campo che spetta esclusivamente al mio collega dell’Alto Adige Massimo Bessone. Dire che la Lega a livello nazionale apre sulla questione è voler strumentalizzare”. Mirko Bisesti, neosegretario del Carroccio in provincia di Trento, prova a smontare “il caso” nato attorno alle sue frasi sulla doppia cittadinanza italo-austriaca per i sudtirolesi contenute nell’intervista rilasciata al quotidiano viennese Die Presse. Bisesti tuttavia, che risponde da Bruxelles dove è political advisor del gruppo del Parlamento europeo Enf, Europe of Nations and Freedom, e che assieme a Matteo Salvini condivide la missione di far vincere la Lega e il centrodestra alle prossime amministrative trentine, si mostra vicino al governo austriaco sostenuto dalla Fpö, spesso bollato come nazionalista e popolista. “Il partito è nostro alleato”.
salto.bz: lei nell’intervista dice: “Siamo disposti a parlarne, a patto che la delicata questione del passaporto venga risolta assieme a Roma, Vienna e Bolzano nel modo più armonioso possibile. Vogliamo evitare strumentalizzazioni nazionalistiche, che in Catalogna hanno portato a un escalation”. Le dichiarazioni sono riportate in modo fedele?
Mirko Bisesti: direi di sì. Ma dire che la Lega apre sul tema è un’interpretazione. Io ho parlato al giornale austriaco dei buoni rapporti tra i due governi nazionali, visto che a Vienna l’Fpö è nostro alleato, di questioni strutturali come l’immigrazione e di passaporto parlavo da trentino. Essendo l’Alto Adige diverso dalla mia provincia, sul doppio passaporto e tutto il resto la persona competente che ha titolo a parlare è il mio collega Massimo Bessone.
Come ho detto nell’intervista, siamo attenti alle radici storiche e capiamo le istanze dei sudtirolesi. Ma dire che la Lega apre sul tema è un’interpretazione. E anche se la regione è la stessa, su questo tema per l'Alto Adige risponde Massimo Bessone per il quale nutro grandissima stima
La Lega trentina e quella nazionale, ovvero “federale” nel vostro lessico, sono favorevoli al doppio passaporto?
Il tema non è prioritario. Come ho detto nell’intervista, siamo attenti alle istanze della popolazione. Per noi le radici storiche sono importanti e capiamo i sudtirolesi e le loro istanze. Io parlo solo da trentino. Nuovamente però dico che anche se la regione è la stessa, l’Alto Adige è diverso e su questo argomento c’è Bessone per il quale nutro grandissima stima.
Lei è collaboratore di lunga data di Matteo Salvini e della Lega nelle istituzioni europee e anche in virtù di questa sintonia è diventato segretario in Trentino. Quale missione avete condiviso, con il segretario: magari far vincere la Lega e il centrodestra alle prossime provinciali?
Mi sono messo in campo per essere competitivi, per presentare in Trentino una squadra forte. Vincere a ottobre è difficile, ma ci sono le condizioni per farlo. Il segnale degli elettori il 4 marzo è stato chiaro.
Contro avete una coalizione, il centrosinistra autonomista, si può dire senza infierire, allo sbando: un giorno chiede il no al secondo mandato di Ugo Rossi e il giorno dopo lo riconferma, e così all’infinito. Tuttavia, anche nel centrodestra nelle ultime elezioni in tanti hanno giocato più per la propria rielezione che per vincere come alleanza. Ha parlato anche di questo con Salvini?
Far vincere la coalizione è proprio il nostro obiettivo, e la mia elezione è anche un segnale per l’unità del partito (diviso tra l’ex segretario Maurizio Fugatti e l’ex senatore Sergio Divina, ndr). Il centrosinistra paga l’assenza di idee e visione e il fallimento degli ultimi dieci anni di politiche. Mi sono impegnando quindi per un’alternativa forte, credibile, su pochi punti di programma realizzabili. Lavoro, al primo posto, perché con l’Alto Adige abbiamo accumulato un gap impressionante e io stesso come tanti sono dovuto andare all’estero. Poi come punti ci sono l’autonomia, concepita e gestita nel modo giusto, e la sicurezza.
Mi sono messo in campo per presentare in Trentino una squadra forte. Vincere a ottobre è difficile, ma ci sono le condizioni per farlo. Il segnale degli elettori il 4 marzo è stato chiaro. Lavoro, autonomia vera e sicurezza sono i temi chiave. Qui il centrosinistra spinge un Trentino autoreferenziale che si dice bravo da solo, ma abbiamo accumulato un gap enorme con Bolzano che ora va colmato
Ma giocherete davvero per vincere? Si può immaginare che la sua nomina dopo oltre dieci anni di mandato di Fugatti non sia arrivata per caso. Inoltre, il Trentino, se si esclude l’Alto Adige dominato dall’Svp, è l’ultimo territorio che manca alla Lega “di governo”.
Far vincere: è proprio questo il nostro obiettivo. Se il Trentino è amministrato bene può essere un modello vincente facendo capire quanto l’autonomia è preziosa anche per le altre Regioni. Invece sentiamo una provincia autoreferenziale, che si dice brava da sola. Rossi fa il confronto con la media italiana ma è con Bolzano che dobbiamo misurarci.
Di lista state parlando, ci sarà Divina?
È ancora prematuro, non dico nulla. Ripeto, la mia nomina è un segnale per l’unità del partito.
Il governo è finalmente partito, ora dovete mantenere le promesse e per Salvini non sarà facile gestire temi ipercomplessi come l’immigrazione e la sicurezza.
Le basi sono buone, ora devono lavorare. Chiediamo di essere giudicati sui risultati, non per parole o colori politici come si è visto nel recente attacco mediatico. I cittadini chiedono qualcosa di diverso.
Io ho 29 anni, sono di Aldeno. Da studente di Studi internazionali e europei ho mandato una mail, nel 2009, all’allora sconosciuto Matteo Salvini che mi ha risposto. Sono stato stagista, assistente e poi political advisor, lo sono tutt’ora, del gruppo Ens del Parlamento europeo a Bruxelles di cui fanno parte Lega e Fpö.
Come è diventato collaboratore dell’attuale segretario e ministro a Bruxelles?
Io ho 29 anni, sono di Aldeno. Mentre ero iscritto a Studi internazionali e europei e c’era la possibilità di stage ho mandato una mail, nel 2009, all’allora sconosciuto Matteo Salvini che mi ha risposto. Sono stato stagista, assistente e poi political advisor, lo sono tutt’ora, del gruppo Ens del Parlamento europeo a Bruxelles di cui fanno parte Lega e Fpö.
Dai, dai, dai! Jahrelang hat
Dai, dai, dai! Jahrelang hat die Lega von der Loslösung "Padaniens" von der "Roma Ladrona" trompetet! Und jetzt? Was ist übrig? Nicht einmal die 2-Pass-Lösung können sie (offiziell) akzeptieren! Geschweige die Sezession Südtirols von Italien! Bugiardi! (würde ich schreien, wenn ich ein echter Leghist wäre...)
Bisesti scheint deutlich
Bisesti scheint deutlich föderaler als Bessone zu sein, was auch mit der doch deutlich unterschiedlichen Grund-Einstellung von Welschtirolern und AltoAtesini zusammenhängen könnte. Die Äußerungen von Bessone vor den Parlamentswahlen klangen in der Sache eher nach Fratelli d'Italia als nach föderaler Autonomie, weshalb ich die Unterstützung durch Pöder nicht verstanden habe ... Ansonsten gebe ich Herrn Kripp Recht: für die Padanien-Anhänger von Bossi gibt es eigentlich nicht mehr viel bei der Lega, aber die Migrantenfrage scheint wie eine Keule alle "Roma-Ladrona" Zeiten hinwegzufegen und Hinz und Kunz (vorerst) zu einen.